Vivere e lavorare in Nuova Zelanda: la storia di Gianpaolo

“Povera Patria!” Sembra di sentire Franco Battiato, quando spiega perché se n’è andato dall’Italia. Gianpaolo, 31 anni di Torre del Greco, in provincia di Napoli, da cinque è andato a vivere e lavorare in Nuova Zelanda. Non sopportava più di vivere in un Paese alla deriva, straziato da camorra, mafia e burocrazia. Senza via d’uscita. “Me ne sono scappato- spiega- perché la classe dirigente che guida lo Stivale non ha progetti. Ci sono troppi incapaci e disonesti. E poi, quante carte per avviare un’impresa! Qui mi sento in paradiso, anche se mi considero un rifugiato politico, fuggito dal suo Paese per disperazione. In Nuova Zelanda ho realizzato il mio sogno, insieme con mia moglie Annarosa e mio figlio che, se Dio vorrà, nascerà ad Aprile. Non mi manca niente. Ho la mia casa, il mio lavoro e, soprattutto, Internet. Ci siamo noi. Basta con l’Italia!” Dunque, è reciso ogni link con il nostro Paese, dove vive ancora la sua famiglia d’origine che ha rispettato la sua scelta.

lavorare in nuova zelanda

“Mi fa rabbia – dice ancora- sapere che per colpa di amministratori poco trasparenti la nostra creatività, il nostro talento nel design, per esempio, stanno andando a rotoli. La Nuova Zelanda era la terra più lontana dove potessi andare, letteralmente la fine del mondo. Sono venuto qui alcuni anni fa in vacanza. E mi è piaciuto subito tutto. Ci sono rimasto. Io amo la Nuova Zelanda”. Cosa in modo particolare? “Amo la natura- risponde- I parchi verdi, il mare, la cultura maori. E’ di sicuro il secondo Paese più bello del mondo. Dopo l’Italia. Amo il cibo, il latte, la frutta, la carne ed il pesce e’ davvero di una qualità assoluta. La Nuova Zelanda e’ la terra che chiamo casa. E sarà la terra natale del mio futuro bimbo. Questo legame non si cancellera’ facilmente”.

Per fortuna, ad addolcire i suoi ricordi nei confronti dell’Italia, ci sono i gelati. Quelli che ha imparato a fare in Campania. Prima di diventare direttore del Marina Villa Igiea di Palermo, il più grande porto dedicato al turismo nautico. Tra barche a vela e yachts è rimasto un anno e mezzo.

Ma come sono i neozelandesi?

Qui le persone sono semplici, permissive, tolleranti e sempre sorridenti.

Un difetto?

Forse non sanno cucinare

Un po’ simili agli italiani?

Mah, poco. Sono culturalmente diversi. Le scuole insegnano cose diverse. E loro crescono in maniera differente. Gli sport sono diversi. I kiwis (cosi sono detti i neozelandesi, ndr) muoiono per il rugby che in Italia e’ uno sport minore. Gli Italiani adorano vestirsi bene e seguire le ultime mode. I kiwis sono venticinquemila kilometri lontani dalle passerelle di Milano.

In quale città vive?

Ad Auckland. E’ caotica, ma nello stesso tempo tranquilla. Spiagge infinite e boschi ancora vergini la rendono unica. E’ una città con mille caratteristiche, sul mare. Toccata da un lato dall’Oceano indiano e dall’altro dal Pacifico. Ha un clima piacevole. Un pò come in Italia. Meno caldo d’estate, meno freddo d’ inverno.

✍ Consigliato: leggi la nostra Guida per andare a vivere in Nuova Zelanda! ☆

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La Nuova Zelanda è una zona sismica.

Sì, i terremoti sono più frequenti al Sud. Da noi, niente di terribile.

E veniamo ai suoi gelati

Ho aperto una gelateria. E senza tanti inciampi burocratici.

Ci sono italiani tra i suoi clienti?

Pochi.

Perché proprio una gelateria?

E’ stato un sogno di sempre.

E che tipo di gelati vende?

Vendo un gelato biologico, genuino.

La ricetta dei gelati e’  “italiana”?

Certo. Sto proponendo quello all’ avocado, mirtillo, fragola e limone organico. Sono senza dubbio il nostro fiore all’ occhiello.

Com’è la gelateria?

Un punto di ritrovo di amici. E’ orientata al social media.

Progetti di espansione della gelateria?

A settembre dell’anno prossimo apriremo un punto vendita all’Aeroporto di Auckland.

La qualità della vita com’è?

Gli spazi, la natura, le spiagge, i ritmi rendono la Nuova Zelanda una piccola oasi con un’alta qualità della vita.

Come sono visti gli italiani?

Bene. Siamo ben accetti e rispettati.

Quale la città più particolare della Nuova Zelanda?

Io amo Queenstown. Appena possiamo scappiamo li. E’ una piccola città che nasce su di un lago ai piedi delle catene montuose the remarkables, dove hanno girato il film Il signore degli anelli. Con un pò di fantasia, potremmo dire che e’ una piccola Cortina nell’emisfero sud.

Com’è Wellington, la capitale?

E’ una bellissima citta’. Io preferisco Auckland, pero’!

E’ facilmente raggiungibile questa terra dall’Italia?

Occorrono circa ventiquattro ore di volo. Non esiste il non stop. Ci si ferma nel far east e poi qui. Singapore Airline e’ la compagnia che prediligiamo.

Com’è la lingua maori?

Non lo so. Io parlo inglese.

Un messaggio all’Italia?

C’e’ bisogno di cambiare. Il Paese non ha un programma per il futuro, non sfrutta le risorse che ha. Agli Italiani chiedo di spegnere la televisione.

E agli italiani che vorrebbero venire in Nuova Zelanda cosa consiglierebbe?

Quello che dico ai miei fratelli: non smettete mai di sognare. I sogni ci fanno vivere.

Quale idea imprenditoriale potrebbe essere vincente? 

Tutte. L’importante è avere coraggio e tenacia.

Segue le cronache italiane tramite Rete. Ma il Belpaese sarà per sempre fuori dal suo cuore?

Tre italiani rimarranno per sempre nei mie ricordi. Falcone, Borsellino e Roberto Saviano (lo scrittore). Persone oneste e coraggiose. Come pochissime.

Perché non ha mai pensato di mettersi in prima linea a fare politica?

Perché non c’è bisogno della politica.

 

Cinzia Ficco