Paolo Perrelli scultore

“Mi trovavo a svolgere un’attività di visual director per alcuni concept store -racconta- curavo l’immagine, gli acquisti, le vetrine. Un’attività molto soddisfacente, dal punto di vista economico, ma che con gli anni rischia di assorbire in modo quasi totale il tuo tempo. Vivi ritmi frenetici, che ti trascinano lontano da quello che senti di voler fare. E poi c’è quella mondanità e  quella frivolezza che ti nascondono i valori autentici della vita. Dopo un periodo duro di lavoro, decido di raggiungere, per una breve vacanza, un amico, che mi propone un soggiorno a  casa sua in Tunisia. Fino ad allora avevo sempre considerato quella terra un Paese di vacanze a basso costo,  contaminato da un turismo di massa.

Dunque, un mondo che non mi attirava molto, nonostante io avessi già frequentato altri Paesi nord africani. Finita questa prima e breve vacanza, decido di tornarci il mese successivo e altre volte, cercando di capire cosa mi attirasse tanto. Nello stesso tempo, comincio a pensare di staccare con il mio lavoro e scappare di nuovo in Africa. Nel corso dell’ ennesimo viaggio tunisino, vissuto per un mese ‘on the road’ con un amico, scopro una piccola città sul mare a est della capitale: Kelibia. Dopo un fine settimana passato su alcune delle più belle spiagge che abbia mai visto, arriva il momento di ripartire e rientrare in Italia”.

A quel punto? “Decido – continua Paolo- di restare. E consiglio al mio amico di ripartire solo. Da allora non ho più lasciato la Tunisia”.

Com’è stato l’inizio della sua avventura in un Paese che prima non amava?

Dopo un periodo in cui mi sono guardato intorno per conoscere meglio il territorio, ho visto che le due maggiori fonti di reddito di questa piccola città sono la pesca e gli artigiani. Scartando subito la pesca, ho iniziato a girare per le piccole botteghe artigiane. Ho cominciato a fare dei disegni di alcuni prototipi di design e, con qualche artigiano, ho iniziato a lavorare. Ferro, legno, lamiera, ceramica, vetro, sono alcune delle materie prime a disposizione, con le quali ho iniziato a giocare. Ho realizzato tanti prodotti da riempire tre camion di merce, che ho spedito in Italia e venduto subito.

Vivere a Kelibia Tunisia scultore

Ah sì?

Avevo deciso di lasciare la mia casa di Bologna.  Prima, però, l’ho trasformata in una sorta di ‘home gallery’, dove per un mese e solo su appuntamento, ricevevo clienti, che hanno acquistato tutti i miei lavori. Questo mi ha permesso di rientrare a Kelibia e  passare alla seconda fase della mia attività.

Cioè?

Creare una sorta di maison d’hotes – atelier, dove poter accogliere viaggiatori di un certo tipo e con un certo gusto, in una struttura abbastanza unica nel suo genere. Ho trovato una bella casa nella Medina di Kelibia e dopo quasi un anno di restauro e  lavori, ho aperto una delle primissime maison d’hotes della Tunisia.

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Ha avuto fiuto!

Avevo visto che un’ offerta di questo tipo, a livello turistico, era assente in questo Paese. È stato tutto molto affascinante e incredibilmente duro!

Perché?

Mi sono ritrovato da solo a gestire un’ équipe di operai e tecnici tunisini nella ristrutturazione di una grande casa. Cosa che non avevo mai fatto prima. Credo che sia proprio da questi contatti così ravvicinati in determinate situazioni di lavoro, che si possano percepire le differenze.

A cosa allude?

Differenze culturali, sociali, religiose, che a volte sono sfumature, ma che altre diventano davvero muri non valicabili. Ma servono perché è necessario sfidarsi sempre.

Vivere a Kelibia Tunisia scultore

Qual è stata la sua più grande sorpresa?

Mi sono riappropriato di ritmi di vita che avevo dimenticato, ritmi più vicini al mio orologio naturale.

Mi parli ancora della casa!

E’ operativa da tre stagioni e direi che la scommessa è riuscita. Ho ottenuto con uno sforzo economico minimo una enorme visibilità in Europa e non solo. Oggi la mia maison d’hotes è una delle mete preferite da designer, artisti, scrittori di tutto il mondo.

sculture Paolo Perrelli scultore

Cos’altro ha scoperto?

Riequilibrare i miei tempi mi ha permesso di riprendere a creare: sculture, dipinti e oggetti.  A muovermi nel mondo dell’arte locale. Ho fatto qualche mostra personale e collettiva con un bel ritorno di immagine, clienti e press.

Com’è vivere in Tunisia?

Vivendo qui, ti accorgi di quanto importante sia rielaborare i tuoi codici di convivenza. Quasi tutto quello che dai per scontato in Italia, qui è ancora da guadagnare a livello sociale. E’ interessante vedere l’evoluzione di questo Paese che corre su due binari paralleli.

Vivere a Kelibia Tunisia scultore

Cosa intende?

Parlo di due aspetti legati: quello laico e quello religioso. Dal secondo non puoi mai prescindere. In nessuna decisione, in nessun caso.

E veniamo ad altri aspetti. Com’è la cucina?

La regione è ricca di verde e offre una grande varietà di legumi, ortaggi e frutta. Da aggiungere l’ottimo pesce. I piatti tipici sono il “cous cous”, di carne o pesce, che nelle ricorrenze speciali viene proposto in una versione particolare. Viene riempito di uva sultanina, confetti, mandorle e decorato con fiori freschi. Il “tajine” a base di uova, che può essere farcito a piacere e con verdure, carne di pollo o  montone. La “chorba”, che è una zuppa a base di pomodoro, la “mloukhia” è una zuppa verde cupo, che si ottiene facendo bollire per ore delle foglie essiccate (in prevalenza liuta e alloro), e poi i “brik”. Sono triangoli di pasta sfoglia sottilissima, con uova, prezzemolo, tonno e altro.

Dolci?

E’ forse nei dolci tipici e secchi, che si sente la tradizione nord africana, ricca di spezie, miele e frutta secca. Ricordiamo i “bakleua”, utilizzati per ricorrenze speciali come i matrimoni. I matrimoni infatti sono una delle tradizioni che ancora fanno muovere un’ enorme quantità di persone e  denaro.

Perché?

Matrimonio in Tunisia significa: parure d’oro, che lo sposo deve regalare alla partner, una casa acquistata e finita. Nella tradizione locale, i matrimoni durano diversi giorni. Questo per consentire agli sposi di svolgere le feste che si susseguiranno fino al matrimonio. Feste che prevedono ricevimenti per le sole donne, in cui si va all’hammam (bagno turco) e a decorarsi piedi e mani con l’antica arte dell’henna(tinta colorante). Feste per i soli uomini, in cui  viene intinto il dito mignolo del futuro sposo nell’henna. Feste con gli amici e i parenti e per finire il matrimonio vero e proprio.

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Di particolare cos’hanno i matrimoni?

L’esibizione dei doni caricati a vista su un camion e portati in corteo per le vie della città con processione di auto e fanfara di fiati e percussioni. Durante le feste che si susseguono si può avere la fortuna di assistere ad esibizioni di musica “mezwed”, il lato genuino della tradizione musicale. Ci sono poi le feste in occasione della circoncisione dei ragazzini. La festa, comunque, più antica e tradizionale resta quella dell’”aid”, che segna la fine del Ramadan e l’offerta sacrificale del montone sgozzato.

Il clima è gradevole?

Nella regione in cui vivo potrebbe essere paragonato a quello siciliano. La distanza che divide Kelibia da Pantelleria in linea d’area è di circa 65 Km. Gli inverni sono umidi e ventosi, mentre le estati, proprio per questa leggera brezza, più fresche rispetto ad altre città del nord della Tunisia.

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I tunisini come sono? E le donne come vivono?

L’universo femminile qui è davvero un mondo separato. Considerando la predisposizione territoriale a una dominante di “machismo autoritario”, avviene ciò che in parecchi Paesi bagnati dal mar Mediterraneo è più frequente, ovvero il riaffiorare del mito della “grande madre”- la dea Tanit.

Cioé?

Per i cartaginesi Tanit, che nella vita terrena si pensava fosse stata Didone, era dea della fertilità, dell’amore e del piacere. Nella mitologia fenicia era la dea madre, mentre in quella greca viene assimilata ad Afrodite. Nella lingua egizia era una divinità legata anche alla guerra. L’autodeterminazione femminile in Tunisia sta correndo su binari diversi.

Si spieghi!

Da un lato l’imporsi del velo si fa sempre più diffuso, anche in classi sociali più colte ed evolute. Dall’altro si nota una richiesta del tutto laica di riconoscimento di diritti. Diritti che non dimentichiamo, spesso sono arrivati prima qui che in Europa. Non ultima la legge sul divorzio. Le donne, comunque, si danno da fare per produrre economia. Lavorano sodo, come spesso succede in Paesi maschilisti. Una delle differenze tra la Tunisia e altri Paesi del nord Africa, è che qui esiste una classe media. Classe che sostiene anche a livello economico il Paese.

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La vita è cara?

Di sicuro la vita in Tunisia è meno cara rispetto all’Italia. Ho calcolato intorno a un terzo il margine di risparmio. Parlo di una città di provincia come quella in cui risiedo. Il cambio attuale è di 1,846 dinari per un euro.

Le manca l’Italia?

Mi mancano gli affetti. Parlo della famiglia e degli amici più cari, con cui sono in contatto. Per il resto non mi sembra che in questo momento l’Italia sia un luogo da rimpiangere.

Dove è preferibile vivere?

La scelta di un luogo è subordinata ad un’esigenza. Io volevo avere una magnifica spiaggia. Ci sono altri luoghi affascinanti come la stessa capitale. Trovo che la Medina di Tunisi sia ancora un luogo magico. E’ stato avviato un lavoro di recupero e  restauro delle sue facciate e delle sue vie. Altrettanto bello è il sud. Alcune città che si affacciano sul deserto conservano antichi rimandi, come ad esempio, Tozeur, dove le case sono oggi costruite su piccoli mattoni di un’argilla dal colore caratteristico e inconfondibile.

Si parla solo il francese?

La lingua più diffusa dopo quella nazionale è il francese, per via della colonizzazione avvenuta. Non tutti, comunque, lo parlano. Comunicare in altre lingue è piuttosto difficile anche se alcuni abbozzano parole in italiano e  inglese.

Collegamenti con l’Italia?

I collegamenti con l’Italia sono diversi. Le compagnie aeree che effettuano volo di linea giornalieri dai principali aeroporti sono Alitalia e Tunisair

E’ inoltre possibile raggiungere la Tunisia via mare con navi traghetto dai principali porti italiani.

Grandi navi Veloci, Cotunav, Grimaldi Ferries, SNCM sono le principali società di traghetti.