isole  Maldive

Il paradiso sulla terra, dunque, esiste! E a testimoniarlo sono Paola (1972) e Alberto Migliorini (1958) che, con due bimbi, Giulia (2000) e Lorenzo (2001), hanno scelto di trasferirsi nelle Maldive.  Per essere  precisi, sul’isola di Keyodhoo, piccola, abitata da pescatori, nell’atollo di Vaavu, a circa ottanta chilometri dalla capitale, Malè.

In realtà, mentre Paola ha lasciato l’Italia con i due figli a giugno scorso, Alberto lo farà tra qualche mese. “Devo solo- precisa- sbrigare alcune pratiche burocratiche relative alla casa e al lavoro e saremo per sempre insieme. In un Eden. Dove non ci si preoccupa del futuro. Lontani dalla crisi economica che ha investito l’Italia. E si sa, il mondo intero. Sull’isola c’è lo stretto necessario per vivere con decoro e in modo lento: il municipio, la scuola che frequentano anche i nostri due piccoli, tre  negozi di alimentari, la moschea, l’ospedale per circa 500 abitanti in tutto”. E tanta serenità. Quella che i quattro non riuscivano a trovare nel Belpaese. Nelle Maldive i coniugi Migliorini hanno costruito  una guest house (www.paolaalberto.it/wp/) per dividere con altri l’entusiasmo di una vita su una terra affascinante, a contatto con persone semplici, che sanno ancora gustare il sapore di una vita senza stress.

Ma come è nata l’idea di fare un investimento importante proprio nelle Maldive?

Abbiamo scoperto le Maldive nel 2008 durante il nostro viaggio di nozze. Paola ha avuto sempre questo desiderio. A me è sempre piaciuta la vita di mare e l’avventura. Abbiamo investito non molto, il giusto, molto meno di quanto si possa pensare in proporzione ai costi che si hanno in Italia per fare la stessa cosa.  Il nostro non è stato un investimento a scopo di lucro. L’idea della guest house è nata in un secondo momento.

isole Maldive

Quando?

Avendo costruito una casa grande con sei stanze matrimoniali, quattro bagni, due saloni, una sala da pranzo all’aperto con fondo in sabbia e cucina annessa, è nata l’idea di offrire una forma di soggiorno alternativo ai soliti resort. E abbiamo realizzato un sogno.

Come i maldiviani  hanno accolto il vostro arrivo?

Ci hanno accettato in maniera meravigliosa, ci hanno aiutato tanto e nelle nostre possibilità lo stiamo facendo ora noi con loro. Per esempio, con la famiglia e gli amici del nostro partner maldiviano. Sì, perché senza un partner del posto, alle Maldive non puoi fare niente!

In genere come sono i maldiviani?

Sono persone eccezionali per la nostra esperienza. Onesti, buoni, generosi, gentili e pacati, disponibili.

Perfetti, si direbbe!

Forse per noi europei possono sembrare un po’ pigri, lenti. Ma andare piano fa parte della loro natura. Non sono sicuramente stressati come noi.

Hanno tradizioni particolari?

Ne hanno moltissime. Come le feste. Oltre a tutte quelle più comuni, ci sono: quella per l’indipendenza, quella del governo, quella per la fine del Ramadan, in cui si balla e si suona con il Bodu Bero (grande tamburo). Tanti i riti.

isole Maldive

Ce ne descrive qualcuno?

Quando nasce un bambino la famiglia prepara da mangiare per un esercito, e fa assaggiare il cibo a tante persone. Così da rendere partecipi quasi tutti del lieto evento. I bimbi appena nati, ai quali non viene dato nome per una settimana,  sono “iniziati” all’Islam, rasati a zero.

Cosa succede in quell’occasione?

Viene assegnato il nome. A sei-sette anni i bimbi vengono circoncisi da una persona che ha questo compito. Poi, li si lascia in convalescenza per circa una settimana, in casa sdraiati su un materasso. Vengono coperti da un pareo appeso al soffitto, sistemato a forma di capanna sui genitali. In questo modo i bimbi non hanno alcun contatto che possa provocare dolore. Si fa loro una visita, portando  caramelle o doni vari.

Altri riti?

Particolare è quello della sepoltura. Il cadavere viene  avvolto in un sudario bianco, e posto senza cassa in una fossa scavata nella sabbia. Il colore del lutto alle Maldive è il bianco. Poi, c’è il rito dell’ inaugurazione di una casa appena costruita. Alcune persone si riuniscono – decidono loro quando – e celebrano una funzione, una sorta di benedizione, pregando e inondando la casa di profumi ed essenze varie. I capelli si tagliano solo il venerdì, che per loro è il  giorno della preghiera. Ci sono varie regole per i ragazzi che vanno a scuola.

isole Maldive

Tipo?

Non si può uscire da casa, se non dopo le sedici. Prima si devono fare i compiti. Niente bagni o distrazioni dalla Domenica al Giovedì. Poi, il venerdì c’è il bagnetto per i maschietti, il sabato quello per le femminucce, rigorosamente vestite. La chiamata alla preghiera avviene cinque volte al giorno, la maggior parte dei maldiviani si reca in moschea a pregare  Sono particolari i matrimoni.

In che senso?

Il promesso sposo  manifesta le sue intenzioni alla famiglia della sposa tramite un amico. I genitori della sposa parlano con lei, la nubenda, che, comunque, ha sempre l’ultima parola. Se questa acconsente, lo sposo si reca a casa della sposa. Per il divorzio la cosa è semplicissima. Basta andare all’ufficio apposito del Comune e rendere nota la decisione. L’ ex sposa si potrà risposare solo dopo tre mesi dal divorzio. Così, il nuovo marito sarà sicuro che sua moglie non sia incinta dell’ex. L’uomo maldiviano può avere più di una moglie, ma solo se dimostra di poterla mantenere dal punto di vista economico. Nelle case maldiviane abitano più nuclei famigliari imparentati. Quindi a parte i mariti e i figli, c’è un clan femminile, formato da madri, mogli sorelle e figlie.

Concentriamoci sulle donne. Com’è la loro vita?

La donna maldiviana non mangia mai a tavola con gli uomini. Prima serve il marito e i figli. A quel punto il clan femminile si riunisce e mangia da solo. Voglio precisare che tutte le dicerie e le credenze sul mondo islamico, a proposito delle donne che vengono trattate come schiave, io non le ho riscontrate.

Perché?

La donna porta il velo solo se vuole, nessuno può obbligarla. Molte ragazze non lo indossano. La donna qui rappresenta un grande pilastro per la famiglia, partecipa alle discussioni e, comunque, non è e non si sente sottomessa al marito. Non parlei di sottomissione, ma di profondo rispetto nei confronti del partner. Gli uomini, dal canto loro, danno una mano nella cura dei figli.

Com’è la cucina, e quindi quali sono i  piatti tipici?

La  cucina è piccante, a base di riso, pesce e cocco. Condita da salse e spezie. Fanno anche degli ottimi dolci.

Pescare alle Maldive

In genere come si trascorrono lì le giornate? E la vostra “casa” cosa offre?

Accompagniamo gli ospiti a pescare o visitare isole deserte, lingue di sabbia o a fare immersioni. Per noi la giornata è dettata dai ritmi della  natura. Dunque: sveglia all’alba, manutenzione di quello che abbiamo, vari spuntini al bar, si va a pesca  con il nostro dhoni, un bagno in spiaggia e a letto presto. I ritmi sono molto più lenti.

Ma dopo qualche settimana non ci si annoia?

E’ uno stile di vita scelto. Quindi non c’è la necessità di adattarsi. Una donna, ad esempio, fa le stesse cosa che potrebbe fare una casalinga in Italia: cura la sua casa e i suoi figli, con la possibilità di vivere in un paradiso. Non ci si annoia mai anche perché abbiamo un costante rapporto con la gente del posto. La nostra casa sembra un porto. C’è sempre qualcuno a farci visita.

In genere si praticano sport?

Puoi giocare a pallone, c’è un campo regolare, oppure a pallavolo. Poi tanti sport acquatici. C’è una palestra con attrezzi e una sala ritrovo, dove si può giocare a ping pong e a calciobalilla.

MALDIVE: Isola di Keyodhoo

La sera, invece, cosa si fa di particolare?

La sera, se non si decide di andare a letto presto, si va al bar, si scambiano chiacchiere, si fanno due passi intorno all’isola, ci si ferma a guardare le stelle, si vede la televisione, si va su internet, si telefona agli amici italiani.

Quali sono i servizi che offrite?

I nostri ospiti vengono accolti all’aeroporto di Malé, trasferiti tramite una barca veloce sull’isola e nella nostra quota, che tra l’altro è molto modesta, è tutto compreso, a parte il volo aereo – Andata/Ritorno. Quindi sono inclusi: vitto e alloggio, sistemazione in camere con bagno privato, acqua calda e aria condizionata, gite in barca alle isole deserte, alle lingue di sabbia, battute di pesca, snorkeling. Tutto senza alcun programma definito. Agli ospiti viene offerta ogni sera la possibilità di scegliere  le attività del giorno successivo.

Ma per trasferirsi in modo definitivo dalle sue parti cosa serve?

Bisogna avere un gran coraggio e un grande spirito di avventura e adattamento.

Cosa fare prima di partire per le Maldive?

Niente, è una meta turistica come tutte le altre. Devono piacere, comunque, la natura e il mare.

A cosa si rinuncia, vivendo lì?

Rinunciare è una parola grossa, dipende dallo spirito che ognuno di noi ha. Certo, non ci sono cinema, teatri, automobili, grandi magazzini. Manca l’aperitivo di fine pomeriggio. Essendo un Paese musulmano, non puoi bere alcolici e mangiare prodotti derivati dal maiale. Ma le abitudini sono soggettive.

Come si vive alle Maldive

Cosa si guadagna?

Pace, tranquillità.  Qui siamo in una parte del mondo, in cui non ci sono: delinquenza, droga, agonismo, invidia. I rapporti tra le persone sono sinceri, non hanno secondi fini. Attenzione, io sto parlando della mia esperienza su quest’isola di pescatori. Di sicuro, altrove, non è così. Nella capitale, Malé, ormai occidentalizzata, ci sono gli stessi problemi che si registrano in Italia. Noi sull’isola viviamo in una campana di vetro. In un autentico Eden.

Solo un’altra curiosità. Avete due figli. Che futuro ci può essere per loro sull’isola?

Ci abbiamo pensato molto anche noi. Infatti ci siamo  trasferiti  prima che i piccoli iniziassero a frequentare la prima media. Ora le faccio io una domanda: “Che futuro avrebbero, rimanendo in Italia, con i tempi che corrono? E’ convinta che questa crisi economica non lascerà degli strascichi? Sull’isola di Keyodhoo  la scuola obbligatoria è molto valida.  Poi, c’è sempre Malè. Potranno accedere a tutte le facoltà universitarie sia alle Maldive, sia in India, sia in Australia. I miei piccoli, a parte l’italiano, parlano l’inglese e il maldiviano. Credo che per ora possa bastare!

www.paolaalberto.it/wp/

Intervista a cura di Cinzia Ficco