Opportunità lavorative per i giovani all’estero: ecco dove

L’hanno chiamata la grande fuga. Quella dei giovani che ogni anno lasciano l’Italia per trasferirsi all’estero. Australia, Stati Uniti, Regno Unito, le mete preferite. Ma anche Francia, Germania e Spagna. Secondo gli ultimi dati la maggioranza dei giovani italiani, oltre il 61%, è pronta a emigrare all’estero per cercare lavoro. E nove su dieci sono convinti che ormai lasciare la Penisola sia una necessità, circa il 92%. Secondo gli ultimi dati dell’Istat dd abbandonare la nave sono soprattutto i laureati, tremila giovani all’anno dei circa 11mila che conseguono il titolo di dottori. Vanno via soprattutto se le loro discipline di riferimento sono: Scienze fisiche (31,5%) Matematica o Informatica (22,4%). Meno mobili i dottori in Scienze giuridiche (7,5%), in Agraria e Veterinaria (8,1%). Non solo cervelli in fuga, però: la propensione ad andarsene ormai riguarda tutte le categorie e tutti i livelli di istruzione. In particolare a emigrare sono i cittadini nelle fasce di età compresa tra i 18 e i 39 anni, soprattutto tra coloro che abitano nelle grandi città rispetto alla provincia.

Come evidenziato dall’ultimo rapporto della Fondazione Migrantes sugli italiani nel mondo, sono 107.529 i connazionali espatriati nel 2015. Rispetto all’anno precedente a iscriversi all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) sono state 6.232 persone in più, per un incremento del 6,2%. Hanno fatto le valige soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni (39.410, il 36,7%). Negli ultimi due anni, inoltre, la crescita dei trasferimenti per gli under 40 è stata addirittura superiore, pari al 36,7 per cento del totale. In buona sostanza, hanno preso la via dell’estero 3,3 giovani ogni mille abitanti.

Opportunità di carriera, meritocrazia, voglia di cambiare e imparare una nuova lingua confrontandosi con culture e usanze diverse: sono tante le ragioni per cui trovare lavoro all’estero rappresenta non solo l’unica occasione che molti hanno per potersi affermare professionalmente, ma anche una opportunità di crescita personale. Una scelta non sempre facile, anzi spesso difficile e coraggiosa: lasciare la propria casa, la propria famiglia e affetti per cercare occasioni di lavoro in una terra straniera. Non tutti sono disposti a farlo. Eppure chi intraprende una carriera all’estero quasi mai torna indietro. Oltre alle sfide e agli ostacoli da superare, molti sono i vantaggi e i benefici che derivano dopo aver intrapreso questa strada. Non si tratta più di connazionali che prendono il treno, ma di giovani dinamici, intraprendenti, affamati di nuove opportunità e con un tablet pieno di appunti su progetti e sogni da realizzare.

A parte Londra e il Regno Unito, le mete di questa nuova ondata migratoria ricordano quella degli anni ‘50: subito dopo le isole britanniche, gli altri paesi di maggiore approdo finale sono Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti. Ma quali sono adesso i Paesi più adatti per trasferirsi?

Inghilterra, Olanda e Germania sono tre dei paradisi europei per gli italiani che cercano lavoro all’estero. In questi paesi del Nord Europa i selezionatori non sono sempre entusiasti di ricevere curriculum vitae da parte di candidati provenienti dall’Italia. Anche se molte volte la reazione dei recruiter è di diffidenza perché i curricula degli italiani sono considerati poco comprensibili e le università in cui hanno studiato i nostri connazionali, per quanto valide, risultano sconosciute. Nonostante queste difficoltà, con un po’ di pazienza e fiducia si riesce sempre a trovare un impiego.

Regno Unito. Iniziamo proprio con una delle mete preferite dai giovani italiani. Si conta che i nostri connazionali che vivono per motivi di studio o di lavoro tra Londra e nel resto dell’Inghilterra siano ormai mezzo milione. Non è ancora certo che cosa cambierà per loro dopo la Brexit, ma probabilmente subiranno qualche ripercussione negativa soprattutto in termini di aggravio di adempimenti burocratici e godimento di alcuni servizi pubblici di assistenza e previdenza. Per quanto riguarda coloro che, invece, hanno intenzione di trasferirsi adesso dovranno scontrarsi con una macchina burocratica che richiede tempo e denaro, un anno e almeno mille sterline. Non lasciatevi spaventare, però. Andare in Inghilterra conviene e poco importa se bisogna affrontare qualche lungaggine amministrativa. Qui, infatti, la disoccupazione sta diminuendo e negli ultimi mesi si è assestata al 7,4%. In tanti continuano a preferire Londra per le numerose opportunità presenti e la dinamicità del mercato lavorativo. Trovare un’occupazione per sbarcare il lunario e iniziare a conoscere questa metropoli non è affatto difficile. Esiste un’app che ti aiuta a trovare un lavoro in meno di 24 ore.

Belgio. È uno dei migliori paesi d’Europa per quanto riguarda il lavoro e la qualità di vita. Conoscere il francese e l’inglese rappresenta il più delle volte un requisito importantissimo per lavorare in Belgio, cosa che da sempre è anche il principale ostacolo per il trasferimento. Quindi, se non avete grossi problemi con la lingua francese o inglese e amate il clima nord europeo, il Belgio è uno dei paesi che riuscirà a soddisfare maggiormente le vostre esigenze. Qui inoltre la percezione verso gli italiani sembra essere un po’ più positiva. Si tratta di un Paese pragmatico: tutti i cv, compresi quelli degli italiani, sono valutati senza discriminazioni rispetto alla provenienza o all’università frequentata. Il tasso di disoccupazione è del 9%. Incontrare altri italiani in Belgio non è affatto un problema e secondo i dati dell’AIRE, ne sono presenti quasi 240mila.

Germania. Tra i paesi con più opportunità lavorative vi è sicuramente la Germania. Non a caso la stragrande maggioranza dei giovani italiani sogna, un giorno, di poter lavorare in questa nazione. La terra teutonica, infatti, è ormai divenuta il simbolo del vivere bene e del lavoro, grazie alla sempre più fiorente economia del posto. Da Berlino ad Amburgo, tante sono le città tedesche in cui trovare occasioni per chi vuole un lavoro. Stile di vita ordinato e efficiente, senso civico, rispetto per gli orari e per le regole fanno della Germania una macchina perfettamente funzionante. Gli stipendi sono del 30% maggiori rispetto a quelli italiani mentre il costo della vita è più basso del 30%. Naturalmente la situazione cambia nelle grandi città, dove i prezzi di affitti e alimenti salgono. Anche aprire un’impresa qui è più semplice grazie a una burocrazia snella e alla possibilità di avviare un’attività come piccolo imprenditore, dove basterà iscriversi al Gewerbeamt. Per il primo anno c’è anche un’esenzione dal pagamento delle tasse.

Svezia. Ancora un paese del Nord Europa nella nostra classifica. E non a caso. In questi paesi, infatti, i selezionatori non sono sempre entusiasti di ricevere cv da parte di candidati provenienti dall’Italia. in generale la Svezia vanta un tasso di disoccupazione dell’8% e un’ottima qualità della vita. A trainare l’economia è il turismo e riguarda soprattutto località come Stoccolma, Göteborg e Malmo. La nazione presenta un capitalismo competitivo, dove non manca comunque la presenza dello Stato, capace di dare lavoro al 30%della popolazione attiva. La Svezia è nota per essere la quarta nazione più competitiva al mondo e non sorprende che da qui provengano marchi affermati in tutto il mondo, come Ikea, Scania, Ericsson, Electrolux, Volvo e H&M.

Spagna. Vicina all’Italia, con un clima mite e uno stile di vita molto simile al nostro, la penisola iberica piace sempre di più ai giovani italiani. Turismo, ristorazione e servizi sono gli ambiti dove è più facile trovare un’occupazione per chi possiede le qualità necessarie. Ma anche le agenzie di web marketing stanno puntando molto sui giovani italiani. Sono sempre più numerosi, infatti, gli annunci di aziende che cercano personale italiano per le loro sedi iberiche.

Nuova Zelanda. Sole, mare e paesaggi mozzafiato ma anche un lavoro. Se la distanza non vi spaventa, allora la Nuova Zelanda fa per voi. Secondo gli ultimi dati, infatti, qui la disoccupazione è al 6% e per chi parla l’inglese non è molto difficile trovare un lavoro. Le figure più ricercate sono gli insegnanti e i medici. Per lavorarci occorre un apposito visto, e per richiederlo è quasi sempre necessario avere un contratto o una promessa di assunzione. Se invece si ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni, si può prendere parte al programma “Working holiday” che permette di ottenere un visto turistico vacanza-lavoro di dodici mesi, durante i quali si potrà cercare lavoro.

Australia. Si trova dall’altra parte del mondo, per questo chi sceglie di trasferirsi qui sogna di cambiare completamente vita e ricominciare molto lontano dal nostro paese. Con i suoi spazi confinati e la sua grande estensione, la terra dei canguri è considerata una delle mete dove si vive meglio, grazie a un basso tasso di criminalità, al sistema sanitario, alle opportunità lavorative e, cosa da non sottovalutare, allo stile di vita più rilassato. Gli stipendi sono alti e il livello di disoccupazione davvero esigue. Economia in crescita e mercato del lavoro flessibile permettono di trovare un impiego facilmente. La ristorazione resta l’ambito dove, almeno inizialmente, gli italiani sono più ricercati. La cucina del Bel Paese è molto amata in Australia.

Canada. Lavoro, libertà d’informazione, civiltà, felicità, onestà, sostenibilità ambientale. Sono tante le ragioni per cui il Canada è considerato una delle mete migliori al mondo per i giovani. Le possibilità lavorative sono tantissime, basti pensare al piccolo villaggio di Whycocomagh dove si offre lavoro e terra per chi accetta di trasferirsi. La conoscenza della lingua inglese rappresenta un requisito fondamentale per vivere e lavorare qui. Un punto in più, se si conosce anche il francese. La media dello stipendio annuale dei canadesi è di circa 40,000 USD (più o meno 36mila euro). Inoltre le opportunità per avviare una propria impresa sono consistenti. Il paese gode di una buona base di risorse naturali, di possibilità di sviluppo e d’impresa nel settore manifatturiero, dell’import/export, delle nuove tecnologie e dei servizi.

Stati Uniti. New York, Chicago, Los Angeles, San Francisco: alcune delle città di un Paese che continua a essere la nuova frontiera. Dove i sogni si realizzano. Sono 216mila gli italiani residenti attualmente negli Usa e sono ancora molti quelli che sognano di andarci. Soprattutto i giovani che si occupano di digital e che vogliono aprire una startup. A venirgli incontro ci pensa l’International Entrepreneur Rule, proposta di legge presentata lo scorso agosto dall’amministrazione della Casa Bianca. Prevede per le startup un visto di ingresso di due anni, rinnovabile per altri tre, per facilitare l’ingresso negli Usa a chi si dimostra capace di eccellenza.

Singapore. Chiudiamo questa classifica con una città-Stato del sud-est asiatico che sta vivendo un vero e proprio boom economico. Coloro che decidono di trasferirsi qui godono, infatti, dei migliori compensi finanziari e delle migliori opportunità di carriera al mondo, beneficiando anche di un’eccellente qualità della vita e un ambiente sicuro e family-friendly. Il reddito annuo degli espatriati a Singapore è in media di 139 mila dollari, a differenza del resto del mondo, che ha un reddito medio di 97 mila dollari, mentre quasi un quarto guadagna più di 200 mila dollari più del doppio della media mondiale.

Di Enza Petruzziello