Trasferirsi a Minorca: le cose da sapere

Minorca è meravigliosa. È inutile nasconderlo. Ogni estate sono migliaia gli italiani che la visitano e se ne innamorano perdutamente al punto di pensare ad un trasferimento qui in pianta stabile. Per questa ragione, ogni anno, tra agosto e la fine di settembre ricevo diverse mail che mi pongono numerosi quesiti su questo argomento. Per fare un minimo di chiarezza mi cimento in un elenco (amo gli elenchi) di cose che non troverete a Minorca e che magari invece pensavate ci fossero.

Le cose spesso è meglio saperle in anticipo e quindi, senza tanti giri di parole, vi dico: non pensate a Minorca per un possibile trasferimento se…

Cercate il caldo 12 mesi l’anno

Come detto anche in altre occasioni Minorca non è un’isola caraibica (anche se le sue spiagge potrebbero farlo pensare). Ci sono 4 mesi di caldo, altri 4/5 mesi temperati e 3/4 di inverno. Non è l’inverno al quale siamo abituati nel Nord Italia, nebbioso e con un freddo pungente. È un inverno mediterraneo, simile a quello della Sicilia per intenderci. Con giornate piacevoli ma di norma abbastanza ventoso e umido. E quando soffia il vento di tramontana (da Nord) è bene coprirsi in modo appropriato, allora lì il freddo diventa davvero pungente.

Vedete Minorca come una possibile terra di conquista (dal punto di vista imprenditoriale)

Non conoscendo a fondo la realtà di Minorca si potrebbe pensare che sia un’isola dove manchi qualcosa e che quindi ci siano spazi da riempire. Se escludiamo alcune attività di nicchia la risposta è no. A Minorca c’è tutto. E se manca qualcosa è perchè molto probabilmente il mercato non lo richiede. Ci sono molti ristoranti (pochi però quelli aperti anche d’inverno) e diverse pizzerie. Gelaterie, negozi di tutti i tipi, catene di supermercati, un punto vendita Ikea, Mail Boxes, noleggi di auto di grandi gruppi internazionali, hotel piccoli, hotel grandi, boutique hotel, jeep safari, centri scuba, centri nautici, noleggiatori di scooter e bici, centri di giardinaggio etc. etc.. Qui c’è davvero tutto, o quasi. Quello che fa la differenza, se vorrete venire a fare business qui, non è quello che farete, ma come lo farete. E l’atteggiamento che avrete (ma ne parlerò in un altra occasione).

Cercate un lavoro dipendente per tutto l’anno

Minorca vive prevalentemente di turismo. Qui sarà molto, molto difficile trovare un lavoro ben retribuito per tutto l’arco dell’anno. Certo, succede. Ma sono casi sinceramente rari. A Minorca potete puntare su lavori stagionali nel settore turistico e dei servizi. Non molto altro.

Volete arricchirvi (materialmente)

Un po’ si deduce da quello scritto nei punti precedenti ma è bene chiarirlo. Se il vostro scopo è lasciare l’Italia per arricchirvi “materialmente” mi sento di sconsigliarvi vivamente Minorca. Da quando vivo qui ho visto più capitali e patrimoni dilapidarsi piuttosto che crescere o consolidarsi. Venire qui pensando di fare fortuna è un’utopia, meglio puntare agli Stati Uniti. Qui si vive bene, la qualità di vita è alta, il costo della vita è leggermente più basso rispetto all’Italia ma le possibilità di avviare un’attività che vi faccia diventare ricchi sono pressochè nulle. Per due motivi: la stagione turistica è breve (già accennato in precedenza parlando del lavoro) il mercato interno è composto da 90.000 persone. Lascio a voi le considerazioni finali.

Pensate di aprire una pizzeria o una gelateria e di avere subito un successone

Questo è un discorso che vale per quasi tutti gli italiani che pensano di espatriare e di aprire un pizzeria, un ristorante o una gelateria artigianale in un altro paese. Quello che per molti sembra sulla carta un gioco da ragazzi è in realtà un impegno da affrontare con molta cautela. Bisogna arrivare preparati, avere le idee chiare, scegliere una giusta location, integrarsi e soprattutto tenere presente che si tratta di un lavoro duro che non può essere improvvisato. Detto questo i locali di italiani o gestiti da italiani qui a Minorca sono molti, e di successo. Andate a provarli e scambiate due chiacchiere con i gestori se avete intenzione di aprire qui. Potranno darvi consigli utili e una visione da tenere in considerazione.

Pensate che in inverno Minorca si possa raggiungere facilmente dall’Italia

Purtroppo non è così. Per raggiungere Minorca dall’Italia da ottobre ad Aprile bisognerà prendere un aereo per Barcellona e poi uno dei 2/3 voli giornalieri Barcellona/Minorca di Vueling (poche altre compagnie aeree fanno questa tratta, ma può capitare di trovare qualche occasione scandagliando il web).

Credete che vi “regalino” le case

Crisi dei mutui subprime, crollo della domanda interna e recentemente la Brexit hanno in parte ridimensionato i prezzi degli immobili qui a Minorca. Nonostante questo non sono per nulla bassi. Non si trovano case con 50/60 mila euro. O se si trovano sono da rottamare o davvero bruttine. Per comprare una bella casa bisogna spendere. Se poi è vista mare, magari un piccolo Chalet o nel “casco antiguo” della richiestissima Ciutadella i prezzi diventano decisamente impegnativi. Questo il link per farvi un’idea: comprare casa a Minorca. Tenete inoltre presente che le banche continuano ad erogare con difficoltà i mutui se siete stranieri e non residenti.

Pensate che non si paghino le tasse (o ci sia un regime fiscale agevolato come alle Canarie)

Minorca fa parte delle Isole Baleari, una regione spagnola a statuto speciale (alcuni pensano che faccia parte della Catalogna ma in realtà non è così). Qui, a differenza delle Isole Canarie, non esiste un regime fiscale agevolato. IVA e altre imposte per privati e aziende sono identiche a quelle della Spagna continentale. Esistono piccole agevolazioni (per esempio nei voli o traghetti verso la Spagna se si è residenti e “empadronati”) ma sono poca cosa. Se si viene qui in pensione e non si supera un certo reddito si risparmia circa il 15/20 % rispetto alla tassazione italiana. Ma bisogna prendere la residenza. Per il resto rimando ad un prossimo post più dettagliato sul regime fiscale a Minorca per chi vuole fare impresa.

Mercadal, Minorca, Isole Baleari

Alessandro Castagna
editor@latitudine40.com