Lukas e il suo Blog “Un disabile a New York”

“Ho 39 anni compiuti da poco, sono una persona socievole, estroversa e creativa, alla quale piace stare in mezzo alla gente”. Così si presenta Lukas, consulente tecnico arredativo, con un grande amore per gli States. Un amore che lo ha accompagnato fin da bambino, quando in tv guardava le vecchie serie americane. Un amore che gli ha dato la spinta, il coraggio di affrontare le difficoltà e tutti i sacrifici per riuscire a vivere una vita più indipendente. Lukas infatti è un disabile che con caparbietà e forza di volontà, è riuscito a rendersi indipendente dalla famiglia e a partire per la città da lui tanto amata: New York. Dalla sua esperienza è nato il sito “Un disabile a New York”, su cui vengono trattati argomenti di ogni genere: dai locali accessibili, alle pratiche da fare, alle esperienze vissute in prima persona, alle attrazioni da visitare, alla complessità di un viaggio oltre Oceano. Un “racconto” per tutti, ma con un “occhio di riguardo” a chi come lui ha delle esigenze particolari e necessita di qualche info in più.

Lukas, presentati ai lettori:
Non sono mai stato bravo a “raccontarmi” ma ci provo. Ho 39 anni compiuti da poco, sono una persona socievole, estroversa e creativa, alla quale piace stare in mezzo alla gente. Fin da piccolo ho sempre sentito dentro di me quella sensazione e quella voglia di vivere in una città, a contatto con la gente, potendomi muovere liberamente. Questo forse perché abitavo in un paesino di poche anime, sperduto in montagna, ed essendo disabile, in sedia a rotelle non potevo uscire mai. I miei unici amici erano il computer e la televisione. Vivere così mi faceva sentire in gabbia! Dopo tanti anni di dure battaglie in famiglia, all’età di 22 anni sono finalmente riuscito ad andarmene di casa e a “staccare il cordone ombelicale”. Mi sono trasferito a Varese città dove vivo tutt’ora e, nonostante qualche problema di badante-assistente che ogni tanto si presenta, vivo una vita abbastanza autonoma. Nella quotidianità sono un consulente tecnico arredativo, specializzato nel settore commercio e in ogni mio progetto, qualunque esso sia, ci metto tutta la mia passione e un pizzico d’amore che ho per gli States 🙂 Il mio primo viaggio dopo 38 anni vissuti sempre qui, nello stesso posto è stato a New York. Dopo mesi e mesi di progettazione e organizzazione (me la son vista praticamente da solo, perché nessuno sapeva darmi informazioni specifiche per le mie esigenze), ho realizzato il mio sogno finalmente diventato realtà.

Quando è entrata a far parte New York nella tua vita?
Come dicevo prima, da piccolo non facevo altro che guardare telefilm e, a quell’epoca (anni ’80), le produzioni erano quasi esclusivamente americane. Penso sia nato da lì il mio amore per l’America. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, si cresce e si matura, ma la voglia di vivere in una città, insieme all’amore per gli State aumentava e diventava sempre più forte. Ma.. ahimè, crescendo ci si scontra con la dura realtà. Per trasferirsi bisogna avere le possibilità economiche e bisogna sapere cosa fare e dove andare. Per noi disabili poi, è 100 volte più faticoso e complesso. Probabilmente se non fosse cresciuto in me questo amore, forse non avrei avuto quella spinta, quella forza e quel coraggio di affrontare tutte le difficoltà e tutti i sacrifici per riuscire a vivere una vita più indipendente. Ecco, io credo che il mio amore per gli States sia nato anche grazie a questa “voglia di vivere come loro”. La loro meravigliosa cultura, libertà, creatività, inventiva e modo di fare, rispecchiano perfettamente il mio “essere”. A me piace tutta l’America e tutto ciò che è americano (tant’è vero che i miei lavori hanno sempre un “quel non so che” degli States), ma New York in particolare mi è entrata nel cuore!

lukas new york

E così hai dedicato agli States il sito “Un disabile a New York”: https://undisabileanewyork.com. Quali sono gli argomenti trattati?
Sostanzialmente il sito è come una sorta di blog dove vengono trattati argomenti di ogni genere. Dai locali accessibili, alle pratiche da fare, alle esperienze vissute in prima persona (sia positive sia negative) alle attrazioni da visitare, alla complessità di un viaggio oltre Oceano, riflessioni e punti di vista, cercando anche di trasmettere le mie emozioni. Il sito vuole essere un “racconto” per tutti, ma con un “occhio di riguardo” a chi come me ha delle esigenze particolari e necessita di qualche info in più.

Quando è nata l’idea di dare vita al tuo sito? E che riscontro stai ottenendo?
Al mio rientro da New York, a fine agosto 2015, ho sentito il desiderio di raccontare la mia esperienza per offrire informazioni a chi come me stava o aveva intenzione di intraprendere questo viaggio. Io il mio viaggio ho dovuto progettarmelo e organizzarmelo tutto da solo, perché in rete purtroppo non ci sono molte informazioni specifiche a riguardo. Alcune agenzie di viaggio poi, ti prenotano il volo con il codice per assistenza e prenotano l’hotel accessibile per disabili. Poi arrivato sul posto, ti ritrovi davanti ad un ascensore troppo stretto o ad altri impedimenti. A quel punto cosa fai? Per questo motivo ho deciso di fare ricerche su ricerche e ho contattato tantissime agenzie, ma nulla. Alla fine, pian pianino, mail dopo mail inviate agli hotel per chiedere specifiche tecniche, ad aziende di trasporti, ecc. sono riuscito a organizzare tutto il viaggio (sul sito sono presenti parecchi articoli a riguardo suddivisi per categoria). Quindi volevo condividere tutte queste mie esperienze e soluzioni con tutti, specie con chi ne avesse bisogno. Inizialmente avevo creato una pagina su facebook che tuttora è sempre più in crescita (www.facebook.com/undisabileanewyork/), poi però mi sono reso conto che dopo un paio di mesi gli articoli o per meglio dire i post sulla pagina, non erano tutti visibili, a meno che non si eseguiva una ricerca per parola o si cambiavano le impostazioni di visualizzazione. Erano visibili solo gli ultimi post o, andando indietro nel tempo, solo i più cliccati. Così all’inizio del 2016 ho deciso di aprire un vero e proprio sito web, così da rendere più facile e intuitivo, vedere, leggere e trovare ciò che ogni utente cerca. Inaspettatamente, in pochissimi giorni, il sito ha avuto talmente successo che mi sono ritrovato a dover rispondere a parecchie domande di tipo tecnico e burocratico su voli, gestioni, alberghi, trasporti, ecc. Tutto questo mi ha reso molto felice. Mi fa piacere sapere di essere d’aiuto a qualcuno ed è gratificante quando le persone riconoscono e confermano quanto da me indicato. Basti dire che a distanza di un anno, ho pubblicato un post riguardante il fatto che quest’anno non sono potuto tornare a NYC per un problema di badante-assistente che non avevo e tuttora non ho. Sulla pagina facebook in meno di 1 giorno è stato letto da oltre 5.400 persone!

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New York, nonostante la sua complessità, è davvero facilmente accessibile?
Purtroppo sono stato a New York solo per 15 giorni e non ho potuto vederla tutta. Diciamo che il quartiere dov’ero io (Midtown) era al 90% facilmente accessibile. Anche altri quartieri che ho visitato “a piedi” erano al 90% accessibili. A parte qualche vecchia costruzione storica, quasi tutti i locali sono accessibili, tutti i marciapiedi sono accessibili e con i mezzi di trasporto non ci sono problemi. A tal proposito sul sito ci sono diversi articoli. Mi ero ripromesso, quando sarei tornato quest’anno, di visitare molti più luoghi, fare video-dirette live, scrivere articoli e post con testimonianza sul posto e tante altre cose. Purtroppo però, come ho detto prima, non sono potuto tornare.

un disabile a new york

Che consiglio daresti ai disabili che si accingono ad intraprendere un viaggio all’estero?
Il mio consiglio è: fatelo! A qualunque costo: fatelo! Ne vale veramente la pena, perchè è indescrivibile ciò che si prova. Ma per affrontare un viaggio simile bisogna essere pronti sotto ogni aspetto, da quello burocratico a quello tecnico. Anche solo la scelta del posto in aereo è molto importante. Vi consiglio di non sottovalutare nessun aspetto, di organizzare bene tutto prima, di andare a parlare direttamente con il personale dell’aeroporto anche due o tre volte se serve. Io ci sono andato ben quattro volte, ho fatto una decina di telefonate, oltre ad inviare parecchie e-mail alla compagnia aerea. Mi raccomando perché se non organizzate tutto bene prima, (come ad esempio il trasferimento dall’aeroporto all’hotel o se avete una carrozzina elettronica come la mia munirvi di un carica-batterie adatto alla corrente elettrica in USA), rischiate di ritrovarvi a piedi in un Paese straniero. Ad ogni modo sul mio sito trovate tutte queste informazioni che spero possano esservi d’aiuto, specie se è il vostro primo volo.

Ti andrebbe di raccontare un episodio legato al tuo viaggio a New York?
Ci sarebbero tante cose da raccontare, in particolare un episodio legato al volo verso NYC. Chi è disabile ed è abituato ad un certo tipo di postura, soprattutto per chi come me ha le ossa molto delicate, fare un viaggio di circa 10 ore su un sedile che non è quello della propria carrozzina, legato e “messo come meglio si può”, ti fa sorgere la classica domanda: “ma chi me lo ha fatto fare?!?” Ovviamente solo chi ha una patologia grave o simile alla mia può comprendere ciò che dico. Bene….la persona che era dietro di me, nonostante avesse visto che ero legato da una cintura e il personale di bordo lo avesse avvisato di evitare di giocare con il mio schienale, ha pensato bene di non dare ascolto a nulla e ha continuato a fare le sue cose come se nulla fosse. Ad ogni strattone sembrava quasi che la cintura entrasse in pancia per stritolarmi… Insomma non è stata decisamente una bella esperienza. Purtroppo il regolamento (che io ritengo sbagliato) vieta ai noi disabili di sedere in prima fila (in quanto dicono che essendo vicino alle via di fughe potremmo intralciare le manovre di emergenza. Ma se siamo seduti e sempre da regolamento siamo gli ultimi a scendere, che intralcio dovremmo provocare?!? mah..), così ci fanno sedere in mezzo all’aereo. Perciò oltre al fastidio del passeggero dietro che decide di trastullarsi con il tuo sedile, si ha anche un sedile davanti che ovviamente non si reclina in avanti e che intralcia tutte le manovre per sedersi e alzarsi. I braccioli del proprio sedile poi non si possono alzare, dunque rimani incastrato nel tuo sedile in mezzo all’aereo. A me sono venuti in quattro, del servizio aeroportuale, per posizionarmi e poi per farmi alzare. Sono stati gentili e disponibili, ma non si poteva fare altrimenti…

Dopo aver passato questi “momenti” però, sono stato subito ripagato da quella sensazione che io definisco: Vita!
Perciò, non fatevi scoraggiare. A parte qualche piccolo fastidio, la sensazione di libertà vi faranno subito ricredere sulla vita. E’ un’esperienza indimenticabile che vi lascerà il segno e vi farà venire subito la voglia di fare un altro viaggio.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Non appena trovo un’altra badante-assistente, come prima cosa sicuramente tornerò a NYC (mi manca davvero molto, per me è vita). Poi mi piacerebbe andare a Los Angeles, Miami, Londra, Barcellona e poi…si vedrà…

Viaggiate gente…viaggiate… 🙂
Un Disabile a New York
Web: www.undisabileanewyork.com
Pagina FB: facebook.com/undisabileanewyork

A cura di Nicole Cascione