La storia

Luca va in Inghilterra per studiare, ma la sua passione è la musica. Un giorno si esibisce al Covent Garden, in mezzo a centinaia di buskers. Ha una bella voce e grande talento alla chitarra. Nel repertorio: Vasco Rossi, De Gregori, i Beatles e gli U2. Le sue cover conquistano il pubblico. Luca ci prende gusto e comincia a esibirsi con sempre maggior convinzione. Un giorno, mentre suona in una piazza di Dublino, un signore del pubblico gli porge il suo biglietto da visita: è Eddie Jordan, ex proprietario della famosa scuderia di Formula Uno. Eddie suona la batteria in una band, gli Eddie & The Robbers, e vuole che Luca si unisca a loro come lead singer & guitarist per suonare ad alcune feste importanti. Comincia così una carriera musicale al seguito dei Gran Premi – Bahrain, Australia, Malesia, Montecarlo, Brasile, Abu Dhabi e naturalmente Silverstone – e a importanti feste di beneficienza, dove Luca e Eddie si esibiscono a fianco di Michael Rutherford dei Genesis, Nick Mason dei Pink Floyd, Roger Taylor dei Queen. Oggi Luca lavora a un cd tutto suo come cantautore. Il suo grande amore resta suonare al Covent Garden: “Esibirmi per strada, sulle sponde del Tamigi, mi dà un grande senso di libertà”.

Domande

La prima cosa che hai desiderato fare quando sei arrivato a Londra

Ero entusiasta di trovarmi nella capitale della lingua inglese, ma soprattutto nella capitale della musica, e avevo una gran voglia di vivere dove tutto accadeva e poteva accadere. Quando scoprii Denmark Street, una stradina con dieci negozi esclusivamente di chitarre, mi si illuminarono gli occhi. Era il segno che qui si faceva sul serio e che ero nel posto giusto per realizzare i miei sogni.

Quando hai deciso che volevi fare il busker

Da ragazzo, venni a Londra in gita scolastica e per la prima volta vidi un cantante esibirsi al Covent Garden. Ne avevo già visti a Firenze e a Roma, ma quella volta era diverso: mi fece una grande impressione e mi immedesimai immediatamente con lui.

Luca Pachetti con Eddie Jordan buskers

Busker in Italia, busker in UK: le differenze

In Italia non sei preso sul serio, ci sono molti pregiudizi legati all’idea di suonare per strada. In UK sei apprezzato. Penso sia una differenza fondamentale. Se si riuscissero a scavalcare queste barriere culturali, anche in Italia ci sarebbero molte bellissime piazze adatte a scoprire talenti musicali.

La differenza tra il busking e un concerto tradizionale

Quando suoni per strada si crea un rapporto molto intimo con il pubblico. E’ una sensazione particolare, perché nessuno ti conosce, e la gente si ferma ad ascoltare solo se attratta dalla tua musica. L’intera performance è influenzata dal pubblico e diventa una cosa di tutti, di chi suona e di chi ascolta. Quando sali sul palco è completamente diverso: il pubblico è già lì ad aspettarti..

Le tre migliori location del mondo per esibirsi per strada

Ho suonato a Dublino e a Ferrara, ma niente a che vedere con il mio angolo al Covent Garden, il mio primo e unico grande amore per quanto riguarda il busking.

Cosa hai imparato suonando per strada

Il valore vero della musica, la sua sincerità: basta una chitarra per attirare centinaia di persone di età, nazionalità e credo diversi, portarle a condividere passioni e ricordi, e sentirsi una cosa sola.

Il miglior concerto della tua vita

Silverstone 2010, davanti a un pubblico di ventimila persone.

Luca Pachetti buskers

Cosa conoscevi della F1 prima di incontrare Eddie Jordan

Sapevo solo che la Ferrari era rossa e la Jordan gialla.

Il pilota di F1 più simpatico

Non li conosco personalmente tutti, anche se li incontro ai paddock. Sebastian Vettel mi sta simpatico: ha suonato con noi un paio di canzoni sul palco di Silverstone.

Il più bel complimento che hai ricevuto da qualcuno del pubblico

Una volta mi hanno detto: “when you sing you make feel something special in people’s heart”.

Le tre canzoni che non mancano mai nel tuo repertorio

Iris dei Goo Goo Dolls, The Scientist dei Coldplay e With Or Without You degli U2.

Le tre canzoni che non ci entreranno mai

Sarei tentato a dirle, ma mi è già capitato di dovermi ricredere, quindi non metto limiti.

La banconota più importante piovuta nel tuo cappello

Quella di un senza tetto.

L’artista a cui ti piacerebbe assomigliare

Vorrei assomigliare il più possibile all’artista che è dentro di me. In un mondo sempre in cerca di copie e di influenze, ma anche sempre in cerca dell’originalità a tutti i costi, è diventato difficile essere se stessi.

Chiudi gli occhi e pensi: Voglio vivere così. Cosa vedi?

Girare il mondo con le mie canzoni e condividere l’esperienza con più persone possibili.

Intervista di Claudia Ceroni