L’eterna estate di Playa del Carmen

Venti anni fa Playa del Carmen era solo un villaggio con poche centinaia di pescatori. Oggi è diventata una città di duecento mila abitanti. Un municipio che si estende per circa cento chilometri lungo il Mar dei Caraibi. Un El Dorado per le grandi catene alberghiere. Un sogno diventato realtà per migliaia di piccoli imprenditori che operano nel settore turistico. E che continuano ad  arrivare da ogni parte del mondo. Soprattutto dall’Italia. Per questo Vito Taormina, quarantaquattrenne giornalista professionista, siciliano, l’ha preferita a New York. Cinque anni fa ha lasciato gli States ed un’attività ben retribuita e si è trasferito nella città da cui i Maya salpavano per rendere omaggio alla dea della fertilità, Ixchel, nell’isola di Cozumel. Il motivo? “Puntavo- chiarisce- sulla qualità della vita piuttosto che sulle chances professionali”. Anche perché, dopo la laurea in Sociologia negli Stati Uniti, Taormina aveva già accumulato esperienze di prestigio come giornalista professionista, E’ stato infatti redattore a Milano nella sede centrale del settimanale Panorama. Da New York, sempre per Panorama, ha firmato articoli, servizi e reportage per le pagine di attualità, esteri, cultura, economia e società. All’inizio della sua carriera ha lavorato per il quotidiano italiano di New York Il Progresso e poi per l’altro quotidiano newyorkese America Oggi. Ha scritto inoltre per il quotidiano Il Giornale di Sicilia, per l’agenzia di stampa Italpress e il settimanale della Mondadori Economy. Oggi, nei caraibi messicani, continua a scrivere per Panorama, ed è direttore de Il Sole d’Italia, il giornale per gli Italiani in Messico www.ilsoleditalia.com.

“Per gli antichi Maya- spiega- il sole era il simbolo della vita: veniva associato proprio con il Creatore. E allora ho cercato di portare un po’ di sole d’Italia in questa terra, visto che anche noi italiani abbiamo sempre avuto un rapporto d’amore con questo astro: dal cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, fino alla canzone napoletana O Sole Mio, conosciuta in tutto il mondo”. Il mensile Il Sole d’Italia ha un taglio turistico-culturale, ed è una buona fonte di informazione per i connazionali che a Playa sono circa 4 mila, mentre nella costiera denominata Riviera Maya raggiungono i 15 mila.

Playa del Carmen di notte estate

Dall’85 non vive più in Italia. Cinque anni ha fa lasciato New York. Ma perché ha scelto Playa?

Playa è la città dell’America Latina che vanta il primato di crescita demografica. Che è vertiginosa: 22% l’anno contro il 2% della media nazionale. Basta pensare che 20 anni fa Playa del Carmen era solo un villaggio con poche centinaia di pescatori. Oggi è diventata una grande città.

Ma la conosceva?

Sono stato in vacanza a Playa del Carmen, con moglie e figli, nel luglio 2005. Un posto unico: ci siamo innamorati del mare, delle spiagge, del clima. Di tutto. Nel corso della vacanza, ho scoperto che a Playa del Carmen vivevano migliaia di connazionali e che questa zona del Messico è visitata ogni anno da circa 170 mila turisti italiani. Sulla base di questi dati, ho pensato di creare un periodico in lingua italiana rivolto sia ai turisti che ai connazionali residenti lungo questa costiera.

Dunque, la sua una scelta motivata dalla qualità della vita!

Esatto. La mia scelta è stata soprattutto esistenziale. Credevo di più nella qualità della vita che ad altre prospettive di lavoro che si stavano materializzando. Insomma, nel dicembre 2005 ci siamo trasferiti da New York a ”Playa” e nell’aprile 2006 è uscito il primo numero de Il Sole d’Italia.

E’ facile trovare lavoro?

È più facile aprire un’attività per conto proprio che trovare un’occupazione. Anche perché per trovare lavoro bisogna avere un permesso da parte dell’Ufficio immigrazione. Con circa duemila euro si può costituire una società. Ma attenzione: poi, però, bisogna sapere essere competitivi, perché ormai a Playa del Carmen c’è molta concorrenza in qualsiasi settore.

E’ alto il livello di disoccupazione?

A Playa del Carmen, l’intera popolazione è vincolata al turismo. Pensi che all’aeroporto di Cancun giungono 12 milioni di visitatori l’anno. Nel 2009 però la storiaccia dell’influenza suina ha causato seri danni a tutta l’economia. Ora, a poco a poco, con il ritorno in massa di turisti da tutto il mondo, sembra che tutto stia tornando alla normalità.

Come sono gli abitanti?

La città è eterogenea, multiculturale: questo perché costituita per la maggioranza da cittadini stranieri o da messicani che provengono dalle grandi città del Centro e del Nord del Paese, come Città del Messico, Guadalajara e Monterrey.

Playa è tranquilla?

Era sicuramente più tranquilla qualche anno fa. Ma bisogna tenere conto del fatto che, come detto prima, Playa è una città che cresce a ritmi velocissimi. Ciò ha portato benessere, ma anche numerosi problemi legati alla rapida urbanizzazione.

Com’è il clima?

E’ l’eterna estate.

Playa del Carmen estate

Cos’ha di bello? E nelle vicinanze cosa c’è da vedere?

Il clima tropicale, le sue spiagge, il mare turchese: tutti motivi ‘’validi’ per trasferirsi. Da non perdere Chichen Itza, il sito archeologico  nominato fra le nuove meraviglie del mondo. Poi bisogna visitare le rovine di Tulum, davvero particolari per la loro ambientazione a picco sul mare. Ma ai turisti piace anche fare snorkeling lungo la barriera corallina. Un’altra particolarità dello Yucatan sono i cenotes, affascinanti cisterne naturali d’acqua piovana. I turisti più giovani infine preferiscono le serate pazze a Cancun: il Coco Bongo è la discoteca più famosa della zona.

E poi?

Inoltre, nella Riviera Maya, consigliabili sono le gite all’isola di Contoy. Da vedere anche il parco Xcaret e la biosfera di Sian Kaan, oltreché i vari siti archeologici. E ancora, il Chiapas e la parte interna dello Yucatan.

Cos’ è la Quinta Avenida?

La Quinta è la via più scintillante di Playa, perché costellata di negozi alla moda, ristoranti, piccoli hotel. All’altezza della Quinta e la calle 12 si trovano concentrati i locali notturni e le discoteche. Credo, però, che non sia questo il Messico ”vero”. Ciò che brilla è infatti molto lontano dalla realtà socio-economica del resto del Paese. Ma una passeggiata lungo la Quinta Avenida è comunque un ”must” per ogni turista.

Quinta Avenida Playa del Carmen estate

Ma Playa è un posto dove è bello vivere o solo visitare da turista?

Domanda difficile. Dipende dalla persona. Chi è troppo legato al proprio Paese, alle sue tradizioni, forse troverebbe delle difficoltà di adattamento. Ma, ripeto, vivere all’estero è un’esperienza personale. Non mi sento quindi di poter rispondere in maniera esauriente, e tanto meno di poter dare dei consigli. Ci sono persone che imparano a vivere in qualsiasi parte del mondo. Ed altre che invece non ci riescono.

Ci sono tanti hotels?

Gli hotel sono innumerevoli. La particolarità di Playa è che le strutture non sono alte più di 13 metri. Quindi, almeno in città, non sorgono mega-hotel. I servizi forniti dagli alberghi sono interminabili. Insomma, a Playa del Carmen il divertimento per il turista è assicurato.

In genere come sono i messicani? Esiste una “messicanità” e in cosa consiste?

Il messicano è un popolo orgoglioso, dal senso patriottico molto spiccato. Questo deriva da una storia lunga, complessa e dolorosa che affonda le sue radici nell’epoca preispanica. Proprio quest’anno il Messico celebra in grande stile il bicentenario dell’Indipendenza che coincide con il centenario della rivoluzione.

Ci sono similitudini con l’Italia e gli Italiani?

Certe zone del Messico mi ricordano il Sud Italia. Ma quello rurale di una volta, quello che descrivevano i nostri nonni. Altre zone, come ad esempio le grandi città, sono modernissime. Lo stile di vita è quindi standardizzato, simile a qualsiasi altra metropoli del mondo.

Quanto Playa è ben collegata con l’Italia?

Diverse aerolinee volano a Cancun con partenza da Roma, Milano e anche da Bologna. In estate i voli sono più frequenti.

Tradizioni particolari e piatti tipici?

Il Messico è un Paese ricco di folklore e tradizioni. Per fare un esempio, c’è la coloratissima festa dei morti, dal 31 al 2 novembre (http://www.ilsoleditalia.com/Notizie/307501/messico_le_feste_dei_morti.html). Per quanto riguarda i cibi, il piatto tipico per eccellenza dello Yucatan è la ”cochinita pibil”, ovvero il maialino cotto sotto terra alla brace. Molto ma molto simile al ”porceddu” sardo. Ecco quindi una similitudine culinaria con l’Italia.

Consigli a chi voglia venire a vivere a Playa e in genere in Messico?

Per chi ha intenzione di trasferirsi in Messico, raccomando prima di tutto un viaggio-vacanza esplorativo per rendersi conto in prima persona delle reali opportunità del luogo e soprattutto dei costi.

Narcotraffico e criminalità organizzata. Quanto i governi si stanno impegnando in questo senso? E soprattutto, è vero che sono sempre tante le belle donne affascinate dai trafficanti di droga?

Il problema è complesso, difficile da liquidare in due parole. Ho scritto su Panorama delle pupe e dei narcos sudamericani. Spesso si tratta di ragazze avvenenti e ambiziose, che diventano schiave. Modelle, attrici, cantanti, ballerine, reginette di bellezza. Ma anche giornaliste e conduttrici televisive. Possiedono tutto: ville hollywoodiane, auto da sogno, tanti soldi, potere. Incutono rispetto. Accecate dal lusso e dalla coca, vivono emozioni forti accanto a criminali feroci. E’ il caso della colombiana Yovanna Guzman, per sette anni bambola di Wilber Varela. Che per gelosia l’ha gambizzata. E di tante altre.

Intervista a cura di Cinzia Ficco