I migliori paesi per le donne

Opportunità di carriera, equità tra generi, sistema di welfare efficiente, istruzione e sanità, congedo parentale e legge sulla maternità. Sono tanti i fattori che una donna, quando decide di cambiare vita e trasferirsi in un’altra nazione, deve considerare per poter fare la scelta migliore. Preparare le valigie, emigrare in un paese che non è il proprio, cambiare lingua e abitudini, trovare un lavoro e una nuova casa non è mai facile. Soprattutto se si è da sole. Ecco perché diventa fondamentale valutare tutti i pro e i contro e tener presente una serie di parametri che possono aiutarci e guidarci a trovare la soluzione più idonea alle nostre esigenze.

A stilare una classifica al femminile delle migliori destinazioni ci ha pensato l’americana Wharton University in collaborazione con Us News & World Report. La ricerca è basata su un campione di oltre 7mila donne. Il risultato è un elenco di nazioni selezionate per la qualità della vita, tenendo conto di diversi parametri: diritti umani, equità tra generi, uguaglianza di reddito, sicurezza e ruolo nella società. Sette Stati d’Europa brillano nelle prime 10 posizioni, mentre l’Italia si aggiudica solo il 16° posto, dopo la Spagna e prima del Portogallo. Arabia Saudita è 28esima. Ma vediamo quali sono i “Best Countries for Women”.

nazioni per donne

La prima posizione in realtà non è una sorpresa. Con un sistema di welfare tra i più efficienti al mondo, un servizio assistenziale legato al reddito e un congedo parentale tra i più flessibili in Europa, la Danimarca conquista il primato tra i 60 posti migliori dove vivere per una donna. Il paese scandinavo, infatti, vanta una legge sulla maternità e sul congedo parentale tra le più invidiate d’Europa. Sanità e istruzione sono gratis per tutti. E il sostegno alle famiglie che lavorano aumenta in base al reddito. Avrà anche i prezzi tra i più cari d’Europa, ma rimane il paese migliore al mondo per vivere se sei una donna. L’economia danese si basa, inoltre, sul modello della “Flexicurity” che combina un mercato del lavoro flessibile con una politica di sostegno per i disoccupati. Ciò consente ai cittadini europei di poter beneficiare di un livello elevato di sicurezza occupazionale, trovando agevolmente un lavoro in ogni fase della loro vita attiva, e di avere buone prospettive di sviluppo della carriera in un contesto economico in rapido cambiamento.

Al secondo posto sempre il nord Europa con la Svezia, modello nella parità di genere e nel sostegno alla famiglia. Qui le donne sono coccolate sia quando sono manager in carriera, sia quando sono mamme da prima linea. Stoccolma, in particolare, spicca per punteggio nell’equità tra uomo e donna. In generale nel paese scandinavo la percentuale di occupazione femminile ammonta a un incredibile 70,3%, contro il 46% dell’Italia. A ciò si aggiunge l’impegno per i diritti umani, il servizio pubblico e la sostenibilità che hanno contribuito a rendere la nazione leader negli affari internazionali. L’assistenza sanitaria, così come l’istruzione, sono gratuiti, e la sua popolazione vanta una delle più lunghe aspettative di vita nel mondo. Merito probabilmente anche della generosità degli svedesi: ogni anno circa l’1 per cento del prodotto nazionale lordo viene destinato a programmi di aiuto umanitario.

Terzo classificato, e primo paese non europeo della graduatoria, il Canada. Il merito è anche dell’immagine progressista del suo giovane premier, Justin Trudeau, che ripetutamente in pubblico si è autodefinito “un femminista” e ha promesso di lavorare sodo per abbattere quello che resta del tetto di cristallo. Basti pensare che, per la prima volta nella storia del paese, il numero delle ministre donne è uguale a quello dei ministri uomini. Qui l’opportunità far carriera per le donne è molto elevata grazie alle politiche di sostegno a favore proprio delle quote rosa. Il Canada si conferma dunque un paese ideale per trovare lavoro, soprattutto per le donne, anche se immigrate. Grazie infatti a un accordo tra il Governo canadese e italiano, infatti, i presupposti per un impiego e un trattamento soddisfacenti sono notevolmente aumentate.

In quarta posizione rientra in classifica un paese del Nord Europa, l’Olanda. Sul risultato di Amsterdam incidono in particolare i servizi offerti alle neomamme, come ad esempio la tata gratuita per i primi periodi. Un sogno per molte donne. Inoltre si offre alle mamme lavoratrici maggior flessibilità sia per quanto riguarda gli orari che la possibilità di lavorare da casa, condizioni che sicuramente incoraggiano a diventare madri.

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Subito dopo l’Australia (5° posto). Nella terra dei canguri le donne sono quelle che studiano di più e con maggior profitto. Negli ultimi anni, poi, il governo ha attuato una serie di norme relative proprio al maggior coinvolgimento delle quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende, tanto per citare un esempio. Il risultato è un aumento di uguaglianza dei salari e del reddito percepito. Qui le donne guadagnano mediamente il 3 % in più rispetto agli uomini. Alti livelli di emancipazione, partecipazione politica e economica contribuiscono alla sua alta posizione in classifica.

Con una percentuale tra le più alte per occupazione femminile, la Nuova Zelanda guadagna la sesta posizione dei Best countries for women. Qui è possibile trovare il più alto numero di donne in possesso del diploma di scuola superiore, e il minor divario salariale tra i sessi (il più basso del mondo): soltanto il 4%. Elevata anche la percentuale di donne che occupano posizioni lavorative di alto livello. Infine, le leggi contro la violenza domestica, le molestie sessuali e lo stupro coniugale rendono il paese tra i più sicuri per le donne.

Ritorniamo in Europa con la Germania (7° posto). La partecipazione alla forza lavoro, l’uguaglianza dei salari e la percentuale di donne tra i legislatori, alti funzionari e dirigenti rendono lo stato teutonico tra i migliori dove pensare di trasferirsi se si è donna.

Ancora Europa con il Regno Unito (8° posto). La bassa posizione in classifica si deve ai costi esagerati degli asili, che assorbono circa il 40 per cento di un salario medio, e per la scarsa propensione ad affidare alle donne incarichi importanti. Anche se come abbiamo visto, il nuovo premier inglese è proprio una donna, Teresa May.

Sicurezza, stipendi alti, posizionano il Lussemburgo al nono posto. Oltre a essere uno dei Paesi più ricchi al mondo, il piccolo Stato è anche uno tra i più sicuri, grazie a un tasso di criminalità pari a 18.75. La qualità della vita è molto alta, così come il reddito e il benessere economico. E ancora: relazioni sociali, impegno civile, occupazione e guadagni, equilibrio lavoro-vita privata, sicurezza personale, benessere soggettivo, stato di salute, qualità ambientale e abitazione. Il rischio di criminalità è bassissimo: in Lussemburgo è più facile fare soldi che rubarne.

Decima posizione per l’Austria. Se si considera la qualità della vita, per le donne che voglio trasferirsi, l’Austria batte tutti gli altri paesi. Sicurezza personale, qualità dell’ambiente e attività ricreative disponibili ne fanno un piccolo eden. Aspetti che si aggiungono all’attenzione per l’assistenza all’infanzia e all’istruzione. Ma sono stati in particolar modo i servizi dal punto di vista della sicurezza e della salute a ricevere il maggior consenso.

Il resto della classifica Wharton University vede la Francia (11esima), l’Irlanda (12esima), Stati Uniti (13esimi), Giappone (14esimo) e Spagna (15esima). L’Italia si posiziona al 16esimo posto. Peggio fanno solo la Grecia e i Paesi dell’Est. In coda alla classifica, senza troppe sorprese, ci sono il Pakistan (59esimo) e l’Algeria (60esima). Tra gli emergenti, il posizionamento migliore è quello della Cina, al 20esimo posto; la Russia è 29esima, la Turchia 39esima e l’India delle caste addirittura 44esima.

Di Enza Petruzziello