Lo smartworking è possibile anche nella piccola e media impresa italiana

Quanti di voi hanno pensato almeno una volta nella vita a quanto sarebbe stato bello cambiare vita, partire e trasferirsi altrove, in un luogo lontano, tanto desiderato eppure apparentemente irraggiungibile? Sicuramente tanti, molti meno sono quelli che lo hanno fatto davvero. Perché?

Per un’infinità di validissime ragioni. Non diamo adito a generalizzazioni che mistificano il coraggio di chi parte e crocefiggono chi resta o viceversa. Decidere di lasciare la stabilità per lanciarsi verso l’ignoto non è facile e non è necessariamente la scelta migliore. La storia che intendo raccontarvi dimostra, però, che ciò non è strettamente necessario per realizzare il sogno di vivere all’estero. Non è una storia comune, ma è una storia possibile. Le caratteristiche essenziali per replicarla sono: un manager illuminato e una visione ampia delle dinamiche cui sta andando incontro il mondo del lavoro.

Questa è l’esperienza di smartworking di Simone che a 34 anni decide, insieme a sua moglie, di inseguire il proprio sogno di lasciare la Brianza per vivere in Canada.

☛ Scopri come lavorare in Canada: le professioni più richieste e molto altro! ☚

Quando Simone finalmente trova il coraggio di comunicare la propria decisione in azienda è pronto a rinunciare ai benefici del posto fisso, ma il destino ha scritto per lui un finale diverso. Parlando con Laura Colombo, CEO e Founder di ETAss, la società di formazione continua per cui Simone ancora oggi lavora, emerge infatti un’opportunità che non aveva contemplato: un lavoro part-time dall’altro lato dell’oceano.

Applicando alla lettera i principi di quello che spesso con troppa approssimazione viene definito lavoro agile, Simone, con il pieno supporto di ETAss, ha potuto organizzare le proprie attività gestendole da remoto e pianificandole in modo da assorbire le ore di fuso orario e da allinearsi al resto delle risorse presenti in azienda.

I dubbi che sorgono immaginando una situazione di questo tipo sono molti, ho provato a farne sciogliere alcuni dai diretti interessati.

Simone, qual è il tuo ruolo presso ETAss?

Mi occupo di gestione e coordinamento di progetti di formazione finanziata e di controllo dei budget.”

Com’è gestire le attività quotidiane a così grande distanza?

Dal punto di vista logistico non ci sono mai stati particolari problemi grazie all’accesso da remoto al server aziendale. Mail, messaggi vocali e chiamate con Whatsapp, chat e condivisioni di schermo con hangout, meeting di gruppo via Skype, sono i mezzi che usiamo per comunicare (tutte risorse free). Sono davvero molto soddisfatto della mia scelta, sul fronte personale per l’esperienza a Toronto e sul fronte lavorativo per quello che sto costruendo.”

Quali pensi siano gli aspetti da tenere in maggiore considerazione per decidere di lavorare da remoto?

È molto importante tenere un contatto costante con capi e colleghi, consiglio di non limitarsi alle sole mail di lavoro perché si rischia di diventare un corpo estraneo. Ma ancor più fondamentale, sia in situazioni estreme come la mia (lavorare dall’estero e con 6 ore di fuso orario) sia in situazioni più light, è una profonda convinzione della propria scelta e un grande senso di responsabilità. In questo modo lo smartworking può davvero portare grandi benefici al welfare aziendale in termini di performance.”

≫≫ Leggi la nostra guida con tutte le info utili per trasferirsi a vivere in Canada

Dal punto di vista dell’azienda invece, Laura Colombo, ha deciso di farsi carico di quello che molti manager considerano un grosso rischio. Ne è soddisfatta?

Assolutamente sì. Credo che il mercato del lavoro stia vivendo una rivoluzione che obbliga le aziende a mettere le persone al centro, lo considero un Nuovo Rinascimento. Dipendenti felici e realizzati producono di più, questo è il messaggio che da 20 anni con ETAss portiamo nelle aziende attraverso i nostri corsi di formazione, un messaggio in cui credo e che quotidianamente applico anche al nostro interno.”

Il sito di ETAsshttp://www.etass.it/home/

A cura di Veronica Dolce

veronica.dolce@outlook.it