La parola responsabilità legata al commercio, alla produzioni e a stili di vita sostenibili è il fulcro attorno a cui ruotano i vari progetti che propongono cambiamenti di approccio culturale attorno a gesti che coinvolgono la vita quotidiana. Sostenibilità è un concetto che chiama con forza ad una consapevolezza di vivere creando un impatto il più basso possibile sull’ambiente e sulla vita di ciascuno. E ancora una volta il web si dimostra strumento essenziale per fare rete e per raggiungere il maggior numero possibile di persone. Non solo comunicazione ma vera e propria piazza virtuale per conoscere, parlare e proporre; e passare dalla pagina web alla vita quotidiana di privati, istituzioni e aziende. Sì, anche aziende, perché questo cambio di prospettiva di relazioni anche industriali ha un’importanza economica non secondaria. Anche da questo nasce Zoes, un social network creato e sviluppato come luogo di incontro e di proposta attorno a questi temi, una piattaforma informatica per dare spazio a proposte e realtà impegnate a creare un sistema di relazioni etiche. E, anche in questo caso, il web si dimostra, non solo democratico nell’apertura ai contributi di chiunque, ma esso stesso un mezzo di aggregazione sostenibile. Parliamo proprio di questo con Marco Bravalle, uno dei responsabili del progetto Zoes e della nuova versione 2.0: nuova piattaforma che ha richiesto moltissimo lavoro ma che sembra già dare ottimi risultati.

Ecosostenibilità, il progetto Zoes

Qual è stato il punto di partenza principale che ha dato vita a Zoes?

Zoes è un progetto promosso dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica e da Fondazione Sistema Toscana. Nasce da alcuni anni di riflessione ed esperienza di realtà impegnate per la costruzione di un mondo migliore, dall’aver studiato cosa si muove sul web, e non solo, anche a livello internazionale. Dall’esperienza positiva di Terra Futura e di altri eventi che fanno rete e mostrano le buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale. Dalle idee della finanza etica e dell’uso responsabile del denaro.

Sono tanti i progetti e le attività che hanno preso vita grazie a questa piazza in rete. Quali sono quelli che stanno funzionando meglio?

La peculiarità di Zoes è l’intreccio tra la sua vita on line e quella off line. Creiamo eventi che possano permettere alla comunità di Zoes di incontrarsi, di formarsi e informarsi rispetto ai temi che ci stanno a cuore e di passare del tempo assieme. Particolarmente fortunati sono stati due “format” targati Zoes. Il primo è “Words World Web”, evento arrivato alla sua seconda edizione che fa il punto, con ospiti di caratura internazionale, sul discorso intorno alle reti. L’ultima edizione, ad esempio, affrontava la questione della rete come bene comune. La seconda proposta è un corso di formazione su Web 2.0 e sostenibilità, dove i partecipanti, assieme a professionisti della comunicazione, blogger ed esperti di marketing 2.0, apprendono a padroneggiare gli strumenti che il web sociale mette a disposizione delle buone pratiche e delle economie solidali.

Secondo voi la crisi economica mondiale ha fatto aumentare la sensibilità verso i temi di cui vi occupate?

Certamente sì, c’è ancora molto lavoro da fare, ma la crisi dimostra l’assoluta necessità di rimboccarsi le maniche e di coinvolgere parti sempre più consistenti della società.

Come è messa l’Italia riguardo questi temi rispetto ad altri paesi europei?

L’Italia non è forse l’avanguardia per quanto riguarda il connubio tra tecnologia e sostenibilità, però ha un solido percorso nel campo della finanza etica e dell’economia solidale. E’ da questo patrimonio che Zoes ha scelto di partire.

Ecosostenibilità, il progetto Zoes

Istituzioni, privati, singoli cittadini: a che punto è la reale e fattiva collaborazione sui temi di cui vi occupate?

Se parliamo dell’utilizzo di dinamiche sociali da parte di enti pubblici o locali per coinvolgere i cittadini, di certo siamo all’inizio, ma si sente, seppur sottotraccia, crescere un interesse. Alcuni amministratori “illuminati” si stanno chiedendo come inserire questi strumenti nel quadro di una politica più partecipata. Vedremo nei prossimi anni.

Qual è la più grande difficoltà nel far capire che stili di vita sostenibili sono, non solo necessari, ma anche una potenziale ricchezza economica?

Superare il pregiudizio che applicare politiche di impresa sostenibili sia incompatibile con una normale attività economica. Noi crediamo, all’opposto, che queste politiche saranno, sempre più, un tratto distintivo di un nuovo modello economico in cui il consumo e la crescita cesseranno, per necessità, di essere dei dogmi.

Il concetto di responsabilità nell’ambito dei consumi, della produzione, del commercio, dei singoli gesti quotidiani, comportano un rimessa in discussione del nostro ruolo di cittadini. In Italia sembra però mancare sempre qualcosa. È un problema culturale o cosa?

Forse in questo qualcosa che manca sono presenti una certa rassegnazione e dunque una conseguente delega della cosa pubblica. Il web 2.0 ha già provato, in occasioni e luoghi diversi, di essere un’arma importante per invogliare i cittadini ad assumere un ruolo attivo.

Fate anche campagne di sensibilizzazione con le scuole? Com’è l’atteggiamento dei giovanissimi riguardo questi temi?

Strumenti come Zoes possono apparire adatti ad un pubblico non di giovanissimi, ma non è così. Se per i nativi digitali il web 2.0 rappresenta la normalità, è altrettanto vero che cresce un interesse diffuso per la sostenibilità e le buone pratiche. Oggi molti giovani che non si accontentano del mondo presente, vedono in questi temi un’alternativa concreta e praticabile a partire dai comportamenti individuali.

Qual è la speranza più grande e il più grande timore di Zoes per il futuro?

La speranza è quella che Zoes abbia un piccolissimo ruolo nel processo di una trasformazione in senso sostenibile e partecipativo della realtà. Il timore è che questa trasformazione non si compia. Cerchiamo però di essere ottimisti e concludiamo con una seconda speranza, ovvero che il nuovo Zoes 2.0 (più intuitivo, bello e con nuovi strumenti a disposizione) faccia felice e rinfoltisca la nostra community, provatelo: www.zoes.it

A cura di Geraldine Meyer