Ne abbiamo selezionati alcuni. Eccoli di seguito.

Leonardo Guidacci. La sua laurea in architettura, conseguita allo IUAV di Venezia, è rimasta chiusa in un cassetto. E l’esperienza dell’Università in Veneto è solo un ricordo, non tanto piacevole. Dal ’97 il giovane, 34 anni, ha mollato la sua vita da intellettuale e si è dato al lavoro manuale, in campagna.

Da tredici anni vive ad Orsara, nel Foggiano, e produce un “rosso”, vigoroso e di carattere. Un clone locale del Sangiovese. E’ il Tuccanese. Una rarità, poiché si parla di un vitigno che si dice sia arrivato nel trecento dalla Sicilia e abbia trovato nel territorio argilloso e calcareo di Orsara di Puglia il suo habitat naturale. Ottomila bottiglie l’anno con due ettari di terreno.

Ormai produrre questo vino color rubino, con il profumo di frutta matura, ha diluito nella mente di Leonardo i ricordi della vita a Venezia, da cui è scappato “per la presenza – dice- di leghisti e di un’aria stagnante. Finalmente, in campagna sono riuscito a ritrovarmi. E a non vivere di compromessi. Mi sento libero”. E la sua laurea? Anni di studio buttati! “Ma no- replica- è grazie al mio know how che riesco ad essere preciso e la precisione è fondamentale per realizzare prodotti di qualità. E poi disegno. Sì. Invento confezioni particolari. Per esempio, la confezione che propongo non è la solita. E’ un sacchetto di carta, simile a quello che si usa per l’ abbigliamento”. Intanto Leonardo, ha in cantiere molti progetti. Sta pensando di ampliare l’azienda, ristrutturare il Casale acquistato da poco e ospitare enoturisti. “E poi- aggiunge- mi diverte mettere in discussione tutto.

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vigne imprenditore agricolo

Pasquale Polifroni. Trentasette anni. Dalla pubblicità ai lamponi. Ha lasciato Milano per la Locride. Prima gli studi a Perugia, poi l’assunzione presso una grande agenzia di pubblicità nel capoluogo lombardo. Ma si sentiva spaesato. Non gli piacevano né il lavoro, né la città. Così ha deciso di tornare in Calabria. Oggi a Ciminà Polifroni coltiva lamponi, utilizzando la tecnica del fuori terra: piante in vaso, acqua e concime. E’ il primo ad arrivare con il prodotto sul mercato e, raccoglie sino a dicembre.

Adriana Bucco, 45 anni, è un’imprenditrice. Nel ’91 lei e sua sorella, laureate con genitori insegnanti, decidono di lasciare il lavoro di revisore dei conti. Di ristrutturare una vecchia cascina di famiglia in abbandono. In provincia di Asti coltiva in modo biologico frutteti e vigneti, gestisce un’attività di agriturismo, produce reddito ed è anche impegnata nelle attività di rappresentanza della categoria come responsabile donne impresa della Coldiretti. Insieme hanno rimesso a posto la cascina, piantato vigneti e frutteti.

Donatella Di Cola, 40 anni. Dall’apicoltura ai lombrichi. Oggi la donna gestisce un’azienda a Paliano, in provincia di Frosinone. Aveva le arnie delle api. Una malattia le ha distrutte. Ma non si è persa d’animo. E ha cominciato ad allevare farfalle. Perché ci sono farfalle che vivono nelle arnie. Quando muore l’ape regina, questa farfalla attacca l’arnia, si nutre di miele e di cera e si riproduce. Nascono così molte larve, molti lombrichi. Un successo. Ora Donatella fornisce ciò che serve alla pesca sportiva in acqua dolce. In più rifornisce i negozi di uccellerie (pappagalli, camaleonti, cobra), dove gli amatori acquistano il mangime.

E le spese? Con il pane vecchio dei ristoranti alimenta i lombrichi. Con l’humus che questi producono concima un frutteto. Con la frutta alimenta i lombrichi.

Era un avvocato. Ora produce rotoli di prato. Pierluigi Strada, 37 anni, di Taranto, nel 2001 era un legale con un contratto di lavoro a Bruxelles. Non era soddisfatto del lavoro. Ma è stato lì che ha visto produrre tappeti erbosi. Poi, in un viaggio in Olanda, ha visto anche alcuni macchinari per la loro lavorazione. Allora si è lanciato in questa attività. E’ tornato tante volte nei Paesi Bassi per prepararsi meglio. L’agricoltura ce l’ha nel Dna. Con i trentadue ettari di terreno ha cominciato a produrre tappeti erbosi per campi da calcio, giardini, edilizia».

Oggi Strada gestisce un’azienda di successo.

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Ferdinando Cornalba, 39 anni, giovane imprenditore di Locate Triulzi, alle porte di Milano.

Negli anni Ottanta la sua famiglia produceva carne certificata, di qualità. Seguendo le orme di famiglia, ha creato anche gruppi di acquisto. Cura l’intero ciclo di allevamento con il metodo biologico, dalla nascita al macello. Così si coniugano risparmio e qualità! Si mettono insieme diverse famiglie, acquistano per esempio un intero quarto anteriore e poi se lo dividono

Latte in distribuzione diretta: ecco l’idea di Marco Saraceno, 37 anni, imprenditore delle Fattorie Donna Giulia, in provincia di Potenza, e presidente dei giovani della Confagricoltura. Ha cominciato, producendo latte vaccino certificato di alta qualità. All’inizio il prodotto veniva consegnato alla Gran Latte, gruppo Granarolo. Ma cinque anni fa, il salto di qualità.

Ha fatto un grosso investimento per chiudere la filiera. Ora è sul mercato direttamente con il suo marchio. Con la sua rete distributiva serve la Lucania. Producono latte in diverse confezioni, yogurt da bere, panna fresca e altro. E per finire, un nuovo investimento per costruire una centrale elettrica alimentata da residui vegetali e reflui della zootecnia.

Dalla pecora sarda all’export di salumi per ebrei e islamici. E’ la storia di Antonio Fernando Salis, 42 anni, di Ploaghe, Sassari che negli anni Ottanta ha steso un progetto di ricerca con l’Istituto nazionale di sociologia rurale e la facoltà di veterinaria di Sassari. Poi ha cominciato a produrre salumi con carne ovina. Ed è stato un successo. Da tre anni ha aggiunto produzioni halal per il mondo islamico, attraverso la certificazione di un imam che vive a Sassari.

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