Esplorare il mondo su una 50 special

“La strada non è una semplice striscia di asfalto, ma diventa fertile terreno per le emozioni, per la vita”… e per realizzare i propri sogni. Giorgio Serafino, dopo una notte rivelatrice passata sotto una palafitta in mezzo alla giungla, ha deciso di mettersi in sella al suo “Generale”, una Vespa 50 Special del ’78 e di girare il mondo insieme a Giulia, la sua compagna, per realizzare i suoi sogni e vivere così di grandi emozioni, perché, come dice lui stesso: se si ha un sogno, bisogna rivoltare il mondo per non farlo morire, semplicemente perché si può.

Girare il mondo in 50 special

Giorgio ci racconti quando ha avuto inizio il “viaggio della tua vita”?

Il viaggio della mia vita spero sia quello che devo ancora fare…… Ho sempre sognato di viaggiare su due ruote senza niente di programmato, di andare e basta, ma pensavo fosse difficile, se non impossibile, fino a quando in Cambogia, in sella ad una Honda 250 enduro, ci siamo persi di notte nella giungla. Tutto faceva pensare al peggio, era buio pesto, non si vedeva niente, a parte i rami che mi sbattevano in faccia. Fino all’incontro con una ragazza olandese che viveva lì da 6 anni con la figlia di 6 anni, che ci ospitò sotto una palafitta, coperti da una zanzariera. In quella notte, che si è trasformata nella notte più bella della mia vita, ho capito che avrei dovuto viaggiare in quel modo!

Da cosa nasce il desiderio di girare il mondo in Vespa?

E’ nato per caso. Non avevo mai guidato una Vespa, ho avuto sempre solo moto e non avrei mai creduto di usarne una così piccola. Vivevo con Giuliana in una roulotte, poichè stavamo ricostruendo la nostra casa, ci vivevamo ormai da 5 anni e durante quel periodo mi fu regalata una vecchia Vespa 50 Special del ’78. A tutti quelli che mi dicevano di buttarla via, rispondevo che una volta terminato di sistemare casa, l’avrei verniciata come il Generale Lee e ci avrei percorso la strada madre, la strada di tutte le strade, la Route 66. Questo sogno è rimasto addormentato in fondo ad un cassetto, fino alla famosa notte in Cambogia.

Perché hai deciso di chiamare la tua Vespa “il Generale”?

Da piccolo mi piaceva molto guardare le avventure di Bo e Luke, nella serie Hazzard, a bordo della mitica Generale Lee, l’automobile di colore arancio chiaro con due enormi numeri 01 sulle fiancate, con cui effettuavano inseguimenti automobilistici con evoluzioni acrobatiche. Ero innamorato di quella macchina. Così, in omaggio a quella serie, ho deciso di chiamare così la mia Vespa e di verniciarla nello stesso colore.

50 special

Non è un po’ scomodo girare per tanti chilometri su una Vespa 50 Special?

No per niente, è il mezzo più comodo che abbia mai usato, sicuramente lentissimo, però comodo.

Quando arrivi in un posto nuovo, quali sono le prime cose che fai?

Adoro gustarmi un caffè e una sigaretta seduto sul marciapiede! Poi cerco di recuperare il Generale, ricerco l’olio per la miscela, la benzina e poi…. cerco di perdermi.

Ovviamente questa tua passione ti porta a vivere sempre in posti diversi, come riesci a sostenerti economicamente?

Ho lavorato tantissimo per arrivare a realizzare il mio sogno, soprattutto per il viaggio in America. Poi ho iniziato a scrivere, ho scritto il libro: “L’ America in Vespa” edito da Mursia, con cui ho vinto il Premio nazionale di letteratura e giornalismo di viaggio “Il viaggiautore”, scrivo anche dei reportage per la rivista di moto “In Moto”. Devo anche ringraziare RMS Performance Parts, di cui la vespa monta i ricambi e Kappamoto, per la fornitura di materiale tecnico. E’ anche grazie a loro se posso continuare a sognare un altro po’.

Ci racconti qualcosa del tuo libro?

È difficile per me parlare del mio libro, ho sempre scritto ma non avevo mai condiviso niente di quello che scrivevo. Ma il viaggio in America è stato talmente bello che una volta terminato, ho voluto condividere il mio sogno con più persone possibili. Per me è un viaggio nell’anima, è la realizzazione di un sogno e non un reportage di viaggio. Ho cercato di esprimere quello che ho provato, descrivendo gli incontri fantastici con gli angeli vagabondi e con i miei fantasmi. Tutto è stato immenso, anche le emozioni sono state grandi, proprio come il cielo americano.

50 special

A che tipo di lettore è rivolto e che messaggio hai voluto trasmettere con il tuo libro?

Non penso sia rivolto ad un lettore tipico. Il viaggio o la Vespa, non sono il fulcro del libro. Quello che vorrei raccontare è un sogno, il mio sogno e non penso neanche di avere un messaggio da trasmettere. Forse, l’unico messaggio che si può leggere tra le righe, è quello che se si ha un sogno, bisogna rivoltare il mondo per non farlo morire, semplicemente perché si può.

Che riscontro sta avendo tra i lettori?

Ancora non ci credo, ma con mia grande sorpresa sto ricevendo centinaia di mail, tutte bellissime. Molti mi ringraziano per averlo scritto e per averli fatti sognare, altri mi raccontano che stanno tirando fuori il loro catorcio per farci un viaggio, alcuni si sono licenziati e ora fanno quello che hanno sempre sognato, altri mi dicono che, la lettura del libro, sta causando loro dei seri problemi, ovviamente “ in senso positivo”. La cosa che accomuna un po’ tutti è il coinvolgimento totale con le mie emozioni, quasi come se, attraverso le pagine del mio libro, riuscissero a vivere le mie stesse avventure e questa è la cosa più bella e importante per me.

Tra i tuoi viaggi, qual è il posto che ti ha colpito di più e perché?

Sicuramente la Death Valley, la Valle della Morte, semplicemente perché non c’era niente e tutto allo stesso tempo. Con una temperatura superiore ai 50 gradi, quei paesaggi diventavano popolati da 1000 fantasmi e la possibilità di poter morire era accolta con una strana tranquillità.

50 special

Ecco, infatti… sicuramente ti sarai trovato ad affrontare situazioni atmosferiche piuttosto difficili. Come sei riuscito ad affrontarle?

In America ho vissuto dei momenti difficili, a causa delle condizioni atmosferiche “estreme”, come tornado, vento, grandine, fulmini e deserto bollente. Nella Valle della Morte, le temperature elevate e l’assenza totale di vita, ci hanno veramente fatto rischiare grosso. In Asia invece, abbiamo vissuto diversi giorni quasi senza mangiare. Ovviamente sono vulnerabile a tutto, ma nel momento in cui mi butto per strada, succede sempre qualcosa o arriva sempre qualcuno ad aiutarmi. Dio vede e provvede! E poi…le difficoltà affrontate, non sono niente se paragonate a tutto il bello che si incontra per strada.

Nel tuo viaggio on the road, sei solo o ti accompagna qualcuno?

No, non sono stato mai solo, c’è sempre la mia compagna Giuliana Foresi, nel libro “Giulia”, che spesso è più “matta di me”.

Quanto tempo ti fermi in un posto nuovo?

Di solito la sosta più lunga è quella in cui aspetto la consegna della Vespa, dopo, se posso, non mi fermo mai.

Sicuramente avrai conosciuto un sacco di gente. Chi è la persona di cui serberai sempre un bel ricordo? E perché?

Ho conosciuto veramente tanta gente e non ne dimenticherò nessuna, in particolare Baba di Chicago, Vernon di Edwardsville e Tom e Lola di Las Vegas, perché ci hanno ospitato nelle loro case senza conoscerci affatto, ci hanno fermato e ci hanno detto semplicemente che, se volevamo, potevamo dormire a casa loro e questo, tutto senza preliminari, presi direttamente dalla strada. Persone che risulta difficile pensare che esistano al giorno d’oggi, pronte a tendere una mano senza alcun ritorno, senza che ti conoscano affatto. A volte, se non fosse che ogni tanto ci sentiamo, penso che siano state solo frutto della mia immaginazione, per quanto è difficile al giorno d’oggi trovare gente così.

Vespa 50 Special: Giorgio Serafino e Giulia 50 special

Puoi raccontarci di qualche esperienza curiosa che ti è capitata?

Il mio viaggio è ricco di esperienze curiose e di incontri fantastici. Dagli sceriffi che ci fermavano per chiedere l’amicizia su Facebook o per farci le foto, a tutti coloro che ci fermavano per abbracciarci o per darci i soldi per la benzina, per contribuire in qualche modo al nostro sogno o semplicemente per darci la loro benedizione; o addirittura al barbone che voleva darmi i soldi per comprare le scarpe nuove a Giulia. Ce ne sono stati tanti, l’America è grande….il mondo è grande!

Quando conti di tornare a casa?

Alla fine di ogni viaggio torno sempre a casa. Ora siamo a Cape Town, stiamo aspettando che si concluda la fase di sdoganamento della Vespa, che ho spedito dall’Italia via nave. Appena tutto sarà pronto, partiremo in Namibia e Botswana per poi tornare a casa probabilmente a metà luglio. Come al solito non ci sono progetti o programmi, non mi sono neanche informato più di tanto su quello che potrò trovare, voglio tutto all’improvviso! Spero di trovare una bella natura e di incontrare persone fantastiche, come sempre.

Cosa ti aspetti di trovare al tuo ritorno a casa?

Sicuramente tutto quello che ho lasciato: cane, casa, amici. Ma questa volta, per la prima volta, sono felice anche di tornare, quasi non ne vedo l’ora come mi è accaduto per la partenza, perché gli incontri speciali avvengono anche a casa e, grazie a questi, ho un milione di progetti e idee matte da realizzare…. ( dobbiamo anche costruire un castello).

Come affronterai la quotidianità dopo un viaggio simile?

Ancora non lo so, ma sono sicuro che niente sarà più come prima. Di solito ogni volta è più dura ricominciare, ma è dal viaggio in America che continuo a sognare, ancora mi devo svegliare….. e questa volta, come ti dicevo prima, sono felice di tornare!

Tour del Mondo in Vespa 50 special

Cosa ti mancherà di più?

Solitamente mi manca la strada e tutto quello che succede durante i miei viaggi.

Quali sono i tuoi progetti futuri? E soprattutto, come vedi il tuo futuro?

Ne ho talmente tanti di progetti che non so da che parte iniziare, sicuramente continuare a vedere il mondo, cercare la mia verità e anche continuare a scrivere. Il futuro me lo immagino a tutto gas!

Se ti chiedessi qual è il tuo “profumo di casa”, cosa mi risponderesti?

Il mio cane Rotty e il profumo del mare!

Ne approfitto per mandare un abbraccio e un ringraziamento a tutti, dal Sud del mondo!

Grazie Giorgio….per averci fatto sognare!

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Intervista a cura di Nicole Cascione