Vivere a Stoccolma: la storia di Elena

“Case che si arrampicano su costoni di roccia, pezzi di bosco che spuntano qua e là. Tranquillità, pulizia, splendidi paesaggi ….” Stoccolma è questo e tanto altro, ed Elena Lombardi, designer e illustratrice per un’azienda di produzioni digitali, ce la svela in questa bella e lunga intervista.

Elena, ti sei trasferita a Stoccolma, una delle capitali più belle del mondo. C’è stato qualcuno che ti ha aiutato in questo grande passo?

Mi sono trasferita a Stoccolma insieme al mio ragazzo. Senza andare nel melenso e nel privato, mi ha aiutato lui e ci siamo aiutati a vicenda. Le cose si fanno meglio in due. E l’appoggio incondizionato dei miei genitori, che hanno visto partire la loro unica figlia per andare lontano e che hanno sempre e solo detto: “L’importante è che tu sia contenta.” Oltre al supporto morale della mia migliore amica, che vive in Italia e che ha la pazienza di ascoltarmi su skype, ogni volta che ce n’è bisogno.

Quale è stata la tua prima impressione? E quali sono state le tue emozioni nel momento in cui sei arrivata a Stoccolma?

Come sempre, quando ci si catapulta in nuova città e un nuovo Paese, l’integrazione non è di certo immediata, anche se bisogna dire che lo stato svedese ha molti servizi utili per gli immigrati, poichè qui siamo in tanti e di tutte le nazionalità. Più che facile o difficile comunque, direi che è stato sorprendente scoprire come si possa essere diversi anche all’interno della nostra piccola Europa. E subito dopo lo stupore è entrata in gioco la voglia di esplorare e comprendere questa cultura sconosciuta. Sono arrivata a Stoccolma ad ottobre, che è forse uno dei periodi peggiori in cui venire da queste parti. Piove e fa già parecchio freddo, essendo abituati a climi mediterranei. Inizialmente non è stato facile trovare casa e, abitando nella periferia industriale, tutto mi sembrava grigio e triste. Lentamente, ho iniziato a conoscere la città vera e una delle prime cose che mi hanno conquistato è stata l’acqua che è ovunque, le splendide viste dai ponti che collegano un’isola all’altra. Poi svegliarsi una mattina a metà novembre e scoprire che fuori dalla finestra è improvvisamente tutto bianco è stato il colpo di grazia. Tutta quella neve! Non ne avevo mai vista così tanta in città: sembrerà un cliché, ma è stato uno spettacolo davvero incredibile.

Come sei stata accolta ?

Bene, sono riuscita più o meno subito a crearmi un gruppetto di amici, prima svedesi, poi qualche italiano. Gli abitanti di Stoccolma hanno la nomea di essere snob, ma è una generalizzazione come tante altre. È vero però, che con gli svedesi ci vuole un po’ di tempo per rompere il ghiaccio, prima di poter entrare veramente in confidenza.

Elena Lombardi, vivere a Stoccolma

Oltre all’amore, c’è stato qualche altro motivo che ti ha spinto a scegliere Stoccolma?

Lavoro. Sono designer e illustratrice per un’azienda di produzioni digitali. Nel tempo libero, scrivo per NUOK.it L’azienda in cui lavoravo ha aperto un ufficio qui e in quel momento avevo voglia di un cambiamento, quindi ho chiesto di essere trasferita. Sono venuta senza sapere cosa aspettarmi, non pensavo che sarei comunque rimasta per più di tre mesi. Poi mi sono innamorata della città e anche se mi rimane la voglia di esplorare nuove possibili realtà, allo stesso tempo mi riesce difficile immaginarmi altrove. Mi piace il fatto che sia tranquilla, pulita ed anche piccola.

Di cosa si tratta precisamente il tuo lavoro?

In generale le agenzie vengono da noi con l’idea per una campagna pubblicitaria e noi facciamo in modo che questa funzioni per il web o per i dispositivi portatili. La comunicazione su internet assume aspetti molto diversi a seconda di quello che si vuole dire o a chi si vuole parlare: a volte può essere un intero sito, a volte un gioco, altre volte un’applicazione… Per la maggior parte lavoriamo per brand, ma talvolta capitano anche progetti educativi, per fondazioni culturali o musei ed è questa la parte che preferisco. Io mi occupo dell’aspetto creativo e del design sia estetico che funzionale dei progetti.
NUOK (www.nuok.it/category/sitis/stoccolm ) è invece un magazine on-line scritto da italiani che raccontano le città in cui vivono all’estero e io ovviamente mi occupo di Stoccolma.

E in Italia lavoravi?

Ho lavorato freelance e come designer presso un centro di eccellenza dell’Università di Firenze. È stato un ottimo trampolino di lancio, perché oltre a consentirmi di fare esperienza appena finiti gli studi, mi ha anche consentito di ottenere i contatti per il mio primo lavoro all’estero.

Hai notato delle differenze tra l’Italia e Stoccolma per quanto riguarda la situazione lavorativa?

Credo che la differenza maggiore stia nella legalità e nella trasparenza del mondo del lavoro. Ci sono regole che vengono rispettate e benefici per i lavoratori e anche se sono sicura che il sistema non sia perfetto, almeno qui non vedo nessuno dei miei amici lavorare con stipendi da fame o addirittura senza, con la promessa di un compenso che forse un giorno verrà, o forse no. Piuttosto ci sono persone senza lavoro, ovviamente anche la Svezia risente dell’andamento dell’economia mondiale. Però ciò che ho notato all’estero (parlo per esperienza nel mio campo) è che le aziende hanno voglia di scommettere sui giovani con talento e che non si cerca sempre e solo l’esperienza perché è la cosa più sicura da fare.

Elena Lombardi, vivere a Stoccolma

E’ cambiato il tuo stile di vita o è rimasto immutato?

E’ decisamente cambiato in mille modi, molti inaspettati. Una delle differenze più grandi sta proprio negli orari: è raro ad esempio che la sera riesca a cenare a casa prima di uscire, si tende ad andare fuori direttamente dopo il lavoro. Altra differenza eclatante: niente macchina, solo mezzi pubblici da quando mi sono trasferita all’estero. Oppure, se capitano ospiti improvvisi, so che non posso andare di corsa al supermercato sotto casa a prendere una bottiglia di vino, perché gli alcolici si comprano solo nei negozi autorizzati, che hanno orari ben precisi e sono chiusi il fine settimana, quindi devo avere una piccola scorta in casa. Altra curiosità, qui è abbastanza comune non avere la lavatrice in casa, c’è invece una lavanderia condominiale che bisogna prenotare. Quindi adesso so che se voglio fare il bucato, devo lasciarmi libere un paio d’ore in un giorno prestabilito della settimana e che devo rispettare i tempi!

Quali sono le feste più importanti a Stoccolma?

Qui dicono che Midsommar, a metà giugno, sia la più svedese delle feste. Si tratta del “giorno di mezz’estate”, una festa conviviale in cui si mangia e beve in compagnia, dal pomeriggio fino a notte fonda. A Stoccolma, a metà giugno, il sole tramonta verso le 22 e sorge di nuovo alle 3 e dopo questo picco le giornate iniziano di nuovo ad accorciarsi, fino ad avere poco più di 5 ore di luce d’inverno. Per questo si celebrano i giorni più lunghi dell’anno con una grande festa, prima del lento e inesorabile ritorno del buio. Ed è un periodo bellissimo in cui visitare la città! Viene poi la festa di Natale, che si svolge più o meno come in Italia. La differenza sta nel fatto che qui i festeggiamenti, si tengono il giorno della vigilia, invece che il giorno di Natale stesso.

E i piatti tipici?

Non ci sono piatti tipici “di Stoccolma”, ma la cucina svedese pur non essendo variegata come la nostra, ha ottime ricette tipiche. Forse il piatto più famoso sono le polpette di carne (alce o cervo al ristorante, ma più comunemente di manzo o vitello) che si servono con purè di patate, cetriolini e confettura di lingon, una bacca simile al nostro ribes; oppure il salmone marinato, con patate bollite con l’aneto. Un’altra pietanza nazionale sono le aringhe, che qui vengono messe in conserva con aceto, erbe, senape o altre salse, e poi mangiate con patate (le patate sono ovunque) e il knäckebröd, il tipico pane croccante. Se vi trovate in un ristorante di cucina tipica, il sillbricka (vassoio di aringhe) è sicuramente un’ottima scelta. Uno dei miei piatti preferiti è il semla, un panino dolce con panna montata e crema di mandorle, che si mangia il Martedì Grasso.

Cosa apprezzi di Stoccolma e cosa dell’ Italia?

Di Stoccolma apprezzo l’aria pulita e la natura, che si trova ad ogni angolo di strada; la pulizia e il modo in cui tutto funziona, anche per chi è straniero, anche per chi non sa bene la lingua. Nonostante ci siano episodi di xenofobia anche qui, la città è organizzata in modo che ci sia spazio per tutte le culture, dagli orari riservati per solo donne in piscina ai dottori che parlano mille lingue. Da buona italiana, talvolta trovo frustrante che ristoranti, bar, cinema, negozi chiudano la sera molto prima che da noi: è difficile trovare uno spettacolo al cinema che inizi dopo le 21.30 o un ristorante che alle 22 non abbia già chiuso le cucine. Dell’Italia apprezzo l’estate (ma non l’inverno!): qui la bella stagione, quella che consente di mettere sandali e canottiera, dura due o tre settimane, decisamente troppo poco per i miei gusti…

Elena Lombardi, vivere a Stoccolma

Come sono i collegamenti con l’ Italia? E’ facilmente raggiungibile Stoccolma?

Nì. Io vengo dalla zona di Firenze e il suo piccolo aeroporto non aiuta. Per me significa ogni volta, dover prendere un volo con scalo in Germania o Svizzera, per una durata totale di 5/6 ore. Stoccolma, inoltre, non è una destinazione molto popolare e i voli low-cost si concentrano d’estate, penso anche per ragioni climatiche. Ce ne sono, comunque da Pisa, Milano, Roma.

A Stoccolma arrivano molti italiani?

Non credo ci siano molti italiani, oppure se ce ne sono deve essere molto difficile incontrarsi! Per dirne una, non ho mai incontrato italiani a lezione di svedese, dove si raccolgono persone di tutte le nazionalità.

Il costo della vita, per quanto riguarda gli affitti, il cibo e quant’altro, sono alti ?

Gli affitti si trovano in tutte le fasce di prezzo e sono molto più economici rispetto a Londra o Parigi, ad esempio. Avendo poi la fortuna di aggiudicarsi una delle abitazioni fornite dal comune, la spesa è davvero bassa. Per tutto il resto, Stoccolma, con tutta la Scandinavia, è molto cara. Gli stipendi però sono adeguati e ciò che se ne va in tasse, lo stato lo rende in servizi: sanità, istruzione, sussidi.

Secondo la tua personale esperienza, è facile “reinventarsi “ una vita a Stoccolma?

Credo di sì. Per me, più che di ricominciare una vita, si è trattato di un’esperienza lavorativa, ovviamente con tutte le implicazioni personali che ne conseguono. Però come ho già detto, la città è fatta per funzionare anche per chi è appena arrivato. Almeno sulla carta ci sono opportunità per tutti, ma ci vuole iniziativa. Ho sentito molte persone, provenienti da stati diversi, dire “quando sono arrivato/a qui, ho capito che questa era la città in cui avrei potuto crescere, mettere su famiglia, eccetera.”

Elena Lombardi, vivere a Stoccolma

E per i giovani che, invece, vorrebbero trasferirsi a Stoccolma?

La risposta è “uhm”. Nella mia esperienza, una persona può amare una città e un’altra può odiarla, è una questione personale. Quindi non vedo il motivo di consigliare Stoccolma al posto di un’altra città, che magari non conosco, che magari è anche più bella. Il consiglio che posso dare però è: andate a vivere all’estero, per un mese o per un anno non importa, l’importante è andare a vedere cosa c’è al di là dei confini della nostra piccola Italia, per capire cosa vuol dire essere immigrati in un paese straniero, per migliorare se stessi mettendosi a confronto con culture diverse. Trasferitevi a Stoccolma se: volete studiare gratis, l’università pubblica è gratuita per chi proviene dai Paesi della comunità europea; se volete imparare una lingua affascinante che conoscono in pochi; se volete provare com’è vivere in una città che rimane coperta di neve, per tre o quattro mesi di fila.

Senti di far parte di questa nuova realtà?

Sì. Ci sono ancora tante cose che vorrei imparare o migliorare, per capire meglio questa cultura. Per dirne una, vorrei riuscire a padroneggiare del tutto la lingua, ma per questo ci vorranno anni… Però mi trovo perfettamente a mio agio in questa città, credo che mi si addica.

Rifaresti tutto ciò che hai fatto fino ad ora?

Se questa domanda significa: “ti trasferiresti di nuovo a Stoccolma?” La risposta è, “senza dubbio”. Anzi, lo farei prima. Per il resto, avendone la possibilità, cercherei di rifare tutto meglio, addrizzare il tiro, correggere errori di percorso. Sono felice, anche se niente è mai esattamente come lo si vorrebbe. Rimpianti, solo delle cose che non ho fatto, ma su quelle sto ancora lavorando.

Potresti descrivere la realtà in cui vivi per i lettori di Voglio Vivere Così che intendono trasferirsi a Stoccolma?

Se mi chiedessero due aggettivi per Stoccolma, direi semplicemente tranquilla e pulita. Nessuno corre, nessuno strombazza in macchina, nessuno salta le file perché ha fretta, i bambini vengono lasciati giocare nei giardini degli asili, praticamente senza sorveglianza. Il centro città ricorda un po’ Parigi e un po’ Milano, ma allo stesso tempo è unica e dal punto di vista urbanistico è, a tratti, “selvaggia”: case che si arrampicano su costoni di roccia, pezzi di bosco che spuntano qua e là. La città si distribuisce su quattordici isole e per me l’impatto con tutta quest’acqua è stato uno dei motivi dell’innamoramento. In realtà, per la maggior parte del tempo, si ha l’impressione di essere sulla terraferma, poi capita di prendere un tram e scoprire dall’alto di un ponte il panorama di un braccio di mare che si apre all’improvviso e divide in due la città. I canali e i laghi nel centro città d’inverno sono quasi tutti ghiacciati, al punto che ci si può pattinare o camminare sopra. La neve di solito arriva a novembre e se ne va marzo e nei mesi più freddi la temperatura media è di -5°C, con punte di circa -15°C. La cosa bella di questo clima però, è che non è umido come nel nostro Mediterraneo, quindi basta coprirsi bene (e intendo BENE) per stare all’aperto. Le giornate d’inverno sono molto corte, alle tre del pomeriggio è già notte, mentre d’estate non fa mai del tutto buio: nelle poche ore in cui il sole è tramontato, rimane sempre visibile un chiarore all’orizzonte. I mesi più caldi sono giugno e luglio, con temperature medie di 22°C. Temperature superiori ai 25°C si verificano, ma raramente.

ITALIANI A STOCCOLMA: Elena Lombardi

I trasporti a Stoccolma funzionano molto bene, c’è una rete di metropolitana, tram, autobus, traghetti e ferrovia suburbana che permette di arrivare ovunque. Un abbonamento mensile per tutti i mezzi costa 790 corone, circa 80€. D’inverno possono capitare interruzioni alle linee della metropolitana nei tratti di superficie, ma solo in caso di temperature estreme o forti nevicate e i servizi vengono sostituiti dagli autobus. Le strade vengono tutte spalate e i marciapiedi cosparsi di sale, ma il rischio di scivolare o prendersi un ghiacciolo in testa rimane sempre, attenzione! Inoltre la metropolitana rimane aperta tutta la notte nel fine settimana, sorprendentemente al contrario di altre capitali. Per quanto riguarda i servizi, la Svezia è uno dei migliori Stati europei. E si badi bene, prima ero convinta che qui le tasse fossero molto più alte rispetto all’Italia, ma di recente ho scoperto che con il mio stesso lavoro e stipendio, il fisco del bel paese chiede addirittura di più. Anche se non ne ho esperienza diretta, so che gli uffici di collocamento sono estremamente efficaci, offrendo addirittura interpreti per chi non conosce la lingua; ci sono molte agevolazioni per chi ha figli, oltre al permesso di maternità esiste ad esempio il permesso di paternità; l’istruzione pubblica è gratuita, dagli asili fino all’università; sono riconosciute le coppie di fatto, sia etero- che omosessuali. Della sanità ho qualche esperienza, e posso dire che ognuno è tenuto a pagare fino ad un massimo di 900 corone (90 euro!) all’anno per i servizi sanitari di base, che includono anche visite specialistiche, anche in studi privati purché riconosciuti dal comune. Altra cosa non da poco, il comune offre corsi di svedese gratuiti a tutti gli immigrati.

Per quanto riguarda la criminalità, in generale, si ha la sensazione che tutto sia piuttosto tranquillo. Come in tutte le grandi città, bisogna stare attenti alla borsa nelle aree molto frequentate dai turisti e, di conseguenza, dai borseggiatori. Nel fine settimana, si possono verificare atti di vandalismo o disordini legati all’abuso di alcool, un problema che la città sta ancora tentando di risolvere. Un altro problema di cui si legge spesso, riguarda gli scontri tra bande di motociclisti! Ma questo succede soprattutto nelle periferie e credo che, in generale, basti non intromettersi…

Infine i divertimenti: uno dei commenti che sento fare più spesso da chi visita la città è che “è morta” o “è noiosa” o “non c’è niente da fare”. Ebbene sì, da turisti è piuttosto noiosa. Per vedere i monumenti o musei più importanti bastano pochi giorni e non possiede le grandi collezioni degli Uffizi, o della Tate, o del Louvre. Ma ovviamente c’è di più. Come in ogni capitale ci sono un’infinità di locali e avvenimenti che vanno solo scoperti. Ci sono pub e discoteche, dalle più modaiole con code chilometriche per l’ingresso, ai localini alternativi che offrono musica dal vivo o mostre d’arte e birre artigianali. Ci sono ristoranti con cucine di tutte le parti del mondo (forse i più difficili da scovare sono quelli di cucina svedese) e in certi bar hanno addirittura imparato a fare un ottimo espresso, sebbene il prezzo medio di una tazzina si aggiri intorno ai 2€. Di qui passano band di calibro mondiale, ci sono festival musicali e culturali d’estate, e a novembre c’è un festival del cinema internazionale che è stato il primo a dare un premio a Quentin Tarantino per un film.
Io credo che qui, manchino davvero poche cose e quelle che mi verrebbe di elencare sono solo di natura affettiva. Per me questa città funziona alla grande e per chi legge questa intervista… Non saprei dire, ma perché non venire a dare un’occhiata?

Per scrivere ad Elena:

www.lombardielena.com

Intervista a cura di Nicole Cascione