Vivere alle Bahamas: la storia di Giorgia

Da dieci lunghi anni, Giorgia ha deciso di vivere alle Bahamas, insieme a suo marito e ai suoi due figli. Da addestratrice di delfini a chef privato per una famiglia italo-americana, attualmente Giorgia sta cercando di realizzare il suo sogno: aprire sull’isola un’attività in cui sia possibile vendere pasta fresca e prodotti italiani con twist bahamiano.

Nel frattempo Giorgia ha aperto un blog, uno spazio in cui, oltre ad offrire suggerimenti ai turisti soprattutto italiani, su quel che si deve fare per trascorrere una bella vacanza nelle Bahamas, racconta la sua vita sull’isola e su quello che può offrire, come “la possibilità di reinventarsi, di non doversi chiudere nei canoni della quotidianità, ma avere la possibilità di buttarsi nel cercare di realizzare i propri sogni”.

vivere alle bahamas

Giorgia, raccontaci qualcosa di te:

Vivo su un’isola delle Bahamas che si chiama Harbour Island. Sono venuta alle Bahamas 10 anni fa più o meno con un internship a Dolphin encounter, delfinario di Nassau come addestratrice e poi ho proseguito per il Messico. Ho conosciuto mio marito proprio in delfinario e dopo poco ci siamo sposati sulla spiaggia di Harbour Island (a giorni saranno 10 anni). Adesso abbiamo 2 figli (9 e 6 anni). Abbiamo vissuto in questi 10 anni tra Nassau e Harbour Island. Sfortunatamente qui in Harbour Island (Danmore Town è il nome del paesino sull’isola) non ci sono opportunità  di lavoro con mammiferi marini e quindi dopo aver lavorato anche in Atlantis come addestratrice, mi sono reinventata…

In che senso?

Ho lavorato come chef privato per una famiglia italo americana per 2 anni. Ho imparato a cucinare in realtà quando sono arrivata qui, durante il mio primo anno ho fatto molto fatica, mi sono dovuta abituare a mangiare cose diverse… Per esempio stufato di pesce a colazione! Dopo poco, visto che non potevo lavorare perché stavo aspettando l’approvazione della residenza, la mia cucina è diventata rovente! Ricordo che un giorno presa dalla malinconia mi sono buttata a fare le trofie! Il primo Natale in casa, sembrava di essere in pizzeria…sì, pizza a Natale perchè quando io penso alla pizza penso a mia nonna, e questo mi aiutava a non sentirmi sola! Puoi immaginarti quando dopo anni di cucina a casa mi è stato proposto di lavorare come chef privato…ero spaventatissima, ma in realtà si è dimostrata un’esperienza bellissima!

E poi? Dopo due anni cosa è successo?

Ora sto cercando di realizzare il mio sogno: aprire un’attività in cui sia possibile vendere pasta fresca e prodotti italiani con twist bahamiano, proprio qui sull’isola.

Bella idea! Ma non sarà difficile reperire prodotti italiani?

Faccio tutto in casa! La pasta, i sughi, le salse ed ora sto anche cercando di coltivare molte materie prime. L’agricoltura alle Bahamas non è molto sviluppata a causa del clima umido, ma sono tenace e soprattutto mio papà arriverà tra poco e spero che la sua esperienza nell’orto di famiglia faccia miracoli! Il mio sogno è quello di fare anche la mozzarella e il salame in casa..speriamo!

A che punto sei con l’apertura del locale?

Spero di aprire nell’anno nuovo, per ora opero da casa. Fortunatamente qui hccp etc esistono, ma non ai folli livelli italiani. Il problema in realtà è trovare un locale. L’isola è piccola e gli immobili sono costosissimi.

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I vari processi burocratici legati all’avviamento sono più complicati rispetto all’Italia?

La burocrazia qui è complessa, semplicemente perché è molto difficile ricevere la stessa risposta da due persone diverse. Ormai ho imparato a segnarmi le generalità della persona con cui parlo (sempre se mi è stata d’aiuto) e poi chiamo e gestisco il tutto, usandola come riferimento. In realtà sono anche molto fortunata, mio marito è della zona, quindi, se fanno storie perché non ho il passaporto Bahamiano, mando avanti i rinforzi!

A proposito, sono apprezzati i nostri prodotti alle Bahamas?

Come in tutto il mondo! Soprattutto quando le persone scoprono i veri prodotti italiani e non quelli italo-americani! Purtroppo gli americani hanno rovinato il cibo italiano, aggiungendo spezie ed ingredienti vari a prodotti perfetti! Tipo le salsicce: se per sbaglio prendi le salsicce “italiane”, sono rigorosamente spezziate con il finocchietto!

Ci sono molti italiani sul posto?

No, non in Harbour Island..forse la comunità italiana alle Bahamas è tra le piu piccole.

Sei mamma di due bambini. Cosa significa crescerli alle Bahamas?

Se non fosse per le lacune nel sistema educativo, ti direi che è un sogno! La criminalità su Harbour Island è bassissima. Qui tutti conoscono i miei figli..mi ricorda un po’ la mia infanzia. Sono nata in un paesino vicino Piacenza, dove ci conoscevamo tutti e tutti avevano un occhio di riguardo per i bambini. Per ora che sono ancora piccoli non posso lamentarmi, fanno vela nel club dell’isola, tutto gestito da volontari e ad un costo irrisorio, Aria va a danza, Noah fa subacquea. Mi preoccupa il pensiero dell’adolescenza. Sull’isola mancano attività per ragazzi in età adolescenziale e le gravidanze sono molto frequenti a quell’età. Noi stiamo cercando di trovare una “soluzione” per evitare certi problemi…ti dirò come è andata tra una decina di anni.

Tuo marito è un nativo del posto. Le differenze culturali sono mai state un problema per voi?

Jonathan è un isolano che ha viaggiato molto, lavora come tutti nel settore del turismo ed ha una mentalità molto simile alla mia. Detto questo, a volte ci sono ancora momenti in cui le nostre due culture si scontrano, soprattutto ai fornelli. Faccio ancora fatica ad accettare ‘ste colazioni con grits e tonno tutti i giorni, il mio cappuccino è un must!

Come si vive ad Harbour Island?

Quando uno impara i trucchi, la vita si rivela abbastanza semplice ma molto costosa. Nelle Bahamas tutto è importato e il governo tassa moltissimo lo sdoganamento dei prodotti. Inoltre bisogna ricordare che Harbour Island è una delle isole più “in” (se non la più) delle Bahamas e i prezzi sono conseguenza di tutti questi aspetti. Noi adesso facciamo la spesa online in Nassau (la capitale) all’ingrosso, dai fornitori di ristoranti. Non compero più le bistecche per la cena, ma una cassetta alla volta, così vale per tutto il resto. Il tutto viene spedito poi via cargo una volta alla settimana e quando arriva sembra sempre Natale.

E per il resto? Ci sono più pro o più contro?

Non ho mai fatto questa valutazione, per me vivere qui è stata non una scelta, ma la giusta conseguenza derivata dalle mie scelte di vita. Tra i pro sicuramente c’è la mancanza di traffico, la semplicità della vita, la possibilità di vivere a stretto contatto con la natura e poi, sotto l’aspetto economico, la mancanza di tasse (oltre a quella di sdoganamento). Per i contro devo pensarci ancora più attentamente…forse la mancanza di negozi (noi comperiamo anche i vestiti online), il costo dei servizi come la luce e, come dice sempre mio figlio, il prosciutto qui fa schifo.

Quali sono gli angoli più belli dell’isola?

Più che un angolo è una striscia: la spiaggia rosa! Poi c’è il giardino della biblioteca, con un albero gigante e delle radice aeree, perfetto per arrampicarsi. La “godfather beach”, dove  durante la bassa marea, si possono raccogliere i “sand dollars”. Il “girls Bank”, dove sempre durante la bassa marea, si può camminare fino in mezzo alla baia. E poi la baia al tramonto con il cielo che si incendia di rosa e viola…

Se qualcuno decidesse di trasferirsi per ricominciare una nuova vita, cosa dovrebbe fare per non incorrere in errori che comprometterebbero il buon esito del trasferimento?

Sicuramente il mio consiglio è quello di trascorrere del tempo nel luogo o nell’isola dove ci si vuole trasferire, ma non da vacanzieri. Purtroppo in vacanza si tende a vedere tutto sotto..