Riccardo Novaro, trentasei anni, di Savona, inizia molto giovane a studiare canto e inizia presto anche a spostarsi dal luogo natio: a vent’uno anni lascia la sua città per andare a Milano, città in cui vive per dieci anni. “Il mio lavoro in effetti comincia abbastanza presto, con ruoli in importanti opere, come il Barbiere di Siviglia con cui debutto al teatro di Torre de’ Passeri, poi nella Sonnambula al teatro di Sassari e, nel ’95 a Cagliari, nell’opera Così fan tutte. Nel 1996 vinco il concorso AS.LI.CO, un concorso piuttosto importante nel nostro campo. E da li, in un certo senso la mia vita cambia.” E cambia perché la dimensione internazionale comincia ad entrare nella sua testa e nel suo stesso lavoro. La borsa di studio legata al concorso vinto e gli spettacoli gli danno anche una certa autonomia economica.

Riccardo Novaro, Parigi lirica

“Sì, l’estero è entrato quasi per caso, semplicemente perché l’agenzia che mi seguiva allora mi trovava contratti fuori dall’Italia più che tra i patri confini. E in quegli anni ho cominciato a lavorare molto soprattutto in Inghilterra. L’incontro con due ragazzi inglesi ed una ragazza irlandese mi hanno catapultato nel mondo e nella mentalità anglosassone. E qui ho anche iniziato a trovarmi molto a mio agio con il modo di lavorare di quel paese: precisione, rispetto, senza perdere l’elemento di gioco. Dal punto di vista strettamente professionale è lì che ho imparato l’enorme importanza delle prove e di tutto il lavoro di preparazione. E, dal punto di vista mentale, comincio a staccarmi dall’Italia.”

Riccardo comincia una vita fatta di viaggi e lunghi soggiorni fuori, intervallati da ritorni a Milano. Si diploma anche al Conservatorio della città meneghina ma vede confermato quanto già vissuto: all’estero lavora di più, molto di più e, per qualche tempo, economicamente accetta qualche aiuto dalla famiglia. Ma il germe dell’estero è inestricabilmente legato ai suoi progetti. “Nel 2000 ricomincio a lavorare intensamente, sempre fuori dai patri confini, in ambienti che ormai sento sempre più confacenti al mio carattere e al mio modo di lavorare.

Passano gli anni, continuano i concerti ma, come spesso accade nella vita degli artisti, gli alti e bassi affiancano sempre le loro strade. “Già. Infatti nel 2006, pur continuando a girare, devo tornare a fare appoggio a casa dei miei, a Savona, quando torno in Italia. Vado avanti così per due anni, con qualche inquietudine, perché sai, abituato ormai a vivere da solo, con i miei spazi, la convivenza con i miei mi andava un po’ stretta. E lì sì, l’estero mi è apparso come una fuga. Volevo e dovevo andare via.”

Sono gli anni in cui Riccardo, approfittando di alcuni contatti di lavoro, si trasferisce in un piccolo paesino vicino a Losanna. “Era un paesino delizioso, immerso nel verde. Ma, per tutta una serie di motivi, l’esperienza elvetica non è stata estremamente positiva. La Svizzera, paese bellissimo in cui trascorrere le vacanze, si è dimostrata molto diversa da quello che mi immaginavo. Ho vissuto qualche esperienza non piacevolissima, per cui la mia “vita svizzera” si interrompe nel 2010. E arriva Parigi”. Forse nel destino di Riccardo la capitale francese c’era già da un po’. “Credo di sì. Nel corso degli anni, quando mi trovavo a Parigi, mi prendevo sempre del tempo per andare a vedere alcune case e per informarmi sui prezzi. Nel 2010 ho fatto questo passo e mi sono comprato un piccolo appartamento qui. E devo dire che non c’è stato nessuno strappo, nessuno sforzo per ambientarmi qui; è stato tutto molto naturale.” Al punto che Riccardo scopre anche una Parigi molto diversa da quella che aveva conosciuto negli anni precedenti, scopri persone molto diverse dagli stereotipi che circondano i parigini. “Forse dipende sempre dal modo in cui ti approcci, dall’atteggiamento con cui tu ti avvicini e cerchi di relazionarti con le persone. Io ho sempre cercato di affrontare le situazioni con apertura mentale, curiosità e anche una certa umiltà. E questo ripaga sempre quando vai all’estero, tenendo sempre presente che sei un ospite.”

Mentre parla di Parigi Riccardo non riesce a nascondere un grande entusiasmo e il legame che è riuscito a stabilire con la città. “Pur essendo più grande di Milano, in un certo senso è più piccola, più vivibile. Le persone vivono molto fuori, passeggiano, camminano lungo la Senna, si godono gli enormi spazi verdi nella città. Ho come la sensazione che, nonostante l’immensità delle sue dimensioni sia molto meno caotica e stressata. È una città in cui è bello passeggiare perchè hai sempre un orizzonte davanti a te. A Milano, che pure è una città che ho molto amato, non mi è mai venuta la voglia di fare una passeggiata. Per non parlare delle piste ciclabili che, adesso con l’arrivo della primavera, sono davvero qualcosa di fantastico. Non è solo la bellezza di Parigi a renderla unica; certo la bellezza è importante ma, credo, è proprio una questione di mentalità”.

Riccardo Novaro, cantante lirica

Una mentalità che per Riccardo fa una grandissima differenza anche dal punto di vista professionale. “A Parigi gli artisti sono molto rispettati, c’è una enorme professionalità, un grandissimo rispetto per il lavoro di tutti, indipendentemente dal ruolo che ricopri. C’è un’apertura, un rispetto umano che, quando torno in Italia, trovo in misura molto minore. E questo lo vedo anche a livello sociale. Non dico assolutamente che non ci siano problemi, ce ne sono eccome anche qui. Ma, in linea di massima, c’è un’apertura maggiore rispetto a ciò che viene da fuori, che può essere integrato in modo meno problematico. Ripeto, molto credo dipenda dall’approccio che io per primo ho sempre avuto con i posti in cui ho vissuto; ho sempre cercato di “abitare” il luogo, di viverlo non come turista, di uscire in mezzo alla gente e di “ascoltarla”. Senza mai dimenticare le mie origini ma senza lasciare che queste origini diventassero una barriera. Si può e si deve mantenere la propria identità ma con apertura, sempre.”

Si deve dire che la parola apertura sia davvero quella che ha fatto un po’ da filo rosso nella vita intera di Riccardo, nel suo modo di viaggiare, lavorare e vivere nei diversi luoghi in cui, per più o meno tempo si è fermato. Ora a Parigi ha trovato un contesto che lo rende sereno. Gli chiediamo, prima di salutarlo, che programmi abbia: “Sembra davvero strano ma adesso che vivo qui, sto iniziando a lavorare molto con l’Italia. Ho in programma diversi spettacoli a Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia, città bellissime tra l’altro. In fondo io non ho tagliato i ponti con il mio paese in cui continuano a vivere i miei amici, i miei genitori e in cui, come vedi, continuo a lavorare. Ma da Parigi non ho nessuna intenzione di muovermi.

I suoi due profili fb:

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A cura di Geraldine Meyer

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