Un ex broker a Cubadak (Indonesia)

Faceva il broker di assicurazioni. Un giorno, dopo una vacanza nel ’91, ha mollato tutto. E ha deciso di costruire nell’isola di Cubadak. Un villaggio con i tetti fatti da foglie di palma intrecciate.

Isola di Cubadak Indonesia

“Eppure -spiega Nanni Casalegno, 66 anni, di Susa, in provincia di Torino- non avevo intenzione di cambiare vita e lavoro. Semplicemente, mi sono innamorato di questo posto e ho scelto di rimanerci. Per giunta, ho subito notato che non c’erano resort europei. E ho pensato: Perché non realizzarne uno? Niente di programmato. Ho improvvisato e ce l’abbiamo fatta. Anche perché ho avuto l’appoggio degli abitanti di quest’isola, pochissimi e molto gentili”.

E così, tanti consigli sulle tecniche di costruzione e sui rifornimenti hanno messo in piedi la struttura, davvero unica, nell’isola indonesiana, e precisamente nel West di Sumatra. A velocizzare i lavori è stato anche il Governo locale con esenzioni fiscali, supporti logistici e contrattuali.

Isola di Cubadak Indonesia

Dunque, un’avventura per il piemontese, proprietario del resort (www.cubadak-paradisovillage.com), che oggi è entusiasta di aver cambiato vita e vivere su quest’isola.

Cubadak ha una spiaggia lunga due chilometri e mezzo. E il villaggio  occupa diciannove ettari e mezzo di terra. “In realtà- aggiunge- solo sette ettari, il resto e’ natura”.

Il nome della località significa “albero del pane”. E’ un paradiso verde, interamente circondato dalla barriera corallina, tranquillo, ma ben collegato al resto del mondo. Padang, la capitale, dispone, infatti, di un aeroporto internazionale, che offre voli giornalieri da Jakarta, Medan e Kuala Lumpur.

Vacanze in Indonesia cubadak

Dall’Europa, poi, e’ facile raggiungere ognuna di queste tre capitali. Le principali compagnie aeree sono Malaysia Airlines, Singapore Airlines, KLM, Air France o Lufthansa, ma esistono altre opzioni. Il transfer dall’aeroporto alla città dura circa trentacinque minuti.

Ma com’è stato iniziare una nuova vita? Qualche problema l’ex broker l’ha avuto. “Eh- chiarisce- spiegare a mia madre che me ne sarei andato, non è stato facile. Ma tutto poi si è risolto. Per il resto, qui si vive bene. E’ un posto sicuro, abitato da pochissimi pescatori, dove non c’è microcriminalità. La natura è ancora vergine. E il tempo puoi trascorrerlo facendo diving, vela, snorkeling, trekking, canoa. Insomma, oziando al sole. Si va lenti. Sull’isola la vita scorre con piacevole naturalezza, in sintonia con l’indole degli indonesiani, che compiono ogni attività con estrema calma, senza stress. Qui è naturale fare passeggiate, godersi la natura in modo pieno. E poi nuotare. Anche fra tartarughe marine, enormi tonni e branchi di barracuda”.

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Vacanze in Indonesia cubadak

Nel resort, edificato secondo l’architettura locale su palafitte e costruito in legno, nascosto fra la giungla e le acque chiare di una laguna, Nanni “riproduce la dimensione lenta e rilassata di quest’isola. “Quanto alla cucina- afferma – proponiamo quella italiana, il padang food, quella cinese mandarina. E poi tutto quello che viene pescato ogni giorno dal mare”.

Decidendo di vivere dalle sue parti, cos’altro bisogna sapere? “Il West Sumatra – aggiunge- dove si trova Cubadak e’ la zona a regime matriarcale più estesa del mondo, contando su otto milioni di abitanti. Matriarcale, poiché per tradizione millenaria la proprietà terriera e fondiaria e’ delle donne e da loro si trasmette alla prima figlia femmina. L’avvento della religione musulmana non e’ riuscito a modificare questo stato di cose. Di qui lo stridente contrasto: da una parte la donna per la religione musulmana nella famiglia e nella società non conta nulla, dall’altra per diritto, tutto il potere economico e’ concentrato nelle mani femminili”.   L’Indonesia, inoltre, il più grande Paese musulmano del mondo, non e’ uno stato confessionale: la religione e’ libera, non vi sono discriminazioni religiose, non e’ applicata la legge coranica. Sull’ Isola di Sumatra quasi un terzo della popolazione e’ cattolica.

MARE INDONESIA cubadak

Ci sono zone dove vi sono quasi solo chiese, tutto d’un colpo cambiando zona, prevalgono le moschee. Per chiudere dice Nanni “ la tolleranza, la calma, la non violenza sono le caratteristiche della popolazione che più mi hanno impressionato. Un esempio? Qui un incidente d’auto non e’ mai ragione per una rissa. Ci si sorride, si cerca di mettersi d’accordo e quasi sempre si finisce per dividere la torta al cinquanta per cento”. Pochissimi consigli? Per il titolare del villaggio Cubadak e in genere l’ Indonesia sono i posti ideali per chi è stanco di correre. Meglio se è un grande tecnico o un imprenditore. Troverebbe lavoro a Sumatra. “Tutto questo- conclude- a patto che sia molto intraprendente”.

Il sito:

www.cubadak-paradisovillage.com

A cura di Cinzia Ficco