Diego e il suo trasferimento a Vancouver

“Comunque vada, sarà un successo!” E’ quello che Diego Marchi e la sua fidanzata, si sono detti prima di partire per Vancouver. Hanno deciso di “auto esiliarsi”, partendo alla ricerca di un Paese in grado di offrire loro, delle grosse opportunità lavorative e umane, da poter trasmettere in seguito, ai propri figli. Una scelta difficile? Forse si … forse no … Sicuramente una scelta coraggiosa.

Ricominciare una nuova vita in Canada Vancouver

“Premetto che, le decisioni che ci hanno portato a venire a Vancouver, sono legate alla situazione italiana. Abbiamo cominciato a programmare la partenza nel mese di Aprile 2010, aspettavamo l’apertura del bando di concorso per la working holiday in Canada. Io stavo finendo di studiare e la mia ragazza stava cercando un lavoro che ci permettesse di vivere un po’ più tranquillamente. Così abbiamo deciso di mettere tutto in gioco e provare quest’avventura. Vivevo a Udine. Ho sospeso gli studi ad un passo dalla fine, con l’intento di raggranellare abbastanza denaro per permettermi il viaggio a Vancouver. Ho accettato un lavoro come venditore di spazi pubblicitari, presso un giornale sportivo della mia regione. Il lavoro non mi piaceva, ma è servito a guadagnare abbastanza per venire in Canada. Conto comunque, di finire gli studi in qualche modo da qui oppure rientrando in Italia per un periodo, dato che mi manca praticamente solo la tesi … più che altro, per un mio obiettivo personale.”

Come mai hai scelto proprio Vancouver?

Cercavamo uno stato che offrisse una prospettiva di vita migliore, rispetto all’Italia ed all’Europa. Ci sarebbe piaciuto andare in Spagna, ma non avrebbe avuto senso andare in un Paese con problematiche simili a quelle italiane. Pertanto, le nostre scelte si sono dirette verso Nord America ed Australia. Abbiamo scartato gli USA, principalmente a causa del loro sistema sanitario ed alla fine abbiamo optato per il Canada, dato che alla mia ragazza fanno più paura i ragni degli orsi! Canada anche per una questione di distanza da casa: 10 ore sono meno di 22… anche se può non voler dire nulla, ci faceva sentire meglio, essere “più vicini” all’Europa.

Ricominciare una nuova vita in Canada Vancouver

Attualmente che lavoro svolgi ?

Sono Web-Architect presso un’azienda che sviluppa siti web ottimizzati per i dispositivi mobili. La mia ragazza invece, lavora presso un ristorante italiano come cameriera.

In Italia non avresti avuto le stesse possibilità lavorative?

Con il mio titolo di studio (laurea triennale in informatica) probabilmente sì, ma ci sarebbero stati troppi interrogativi sul futuro e sulle prospettive che avrei potuto avere. Stessa cosa per la mia ragazza: magari qualche lavoro lo avremmo trovato … ma con quali prospettive? Ci consideriamo degli auto-esiliati, poiché ci rendiamo conto che, ritornando, ci ritroveremmo di fronte a tutte le problematiche dalle quali siamo scappati.

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E’ stato duro l’impatto iniziale con la nuova cultura e con la nuova realtà?

All’inizio è stato abbastanza traumatico, perché i primi giorni, abbiamo dovuto soggiornare in albergo e siamo capitati nella zona asiatica-orientale della città, dove abbiamo trovato una realtà asiatica più che occidentale e questo ci ha lasciato spiazzati, soprattutto per quello che riguardava il cibo. A Richmond infatti, la stragrande maggioranza delle persone, sono di origine cinese/giapponese/indocinese e di conseguenza, gli esercizi commerciali. Non ci aspettavamo una realtà così diversa ed eterogenea da quella alla quale eravamo abituati … Provenendo da una piccola realtà, personalmente, sapevo sarebbe stato un grande cambiamento, ma sono rimasto comunque sorpreso!

C’è qualcosa di questa nuova realtà che cambieresti?

Nulla, ogni zona del mondo ha le sue caratteristiche ed è unica in maniera propria. Così Vancouver non ha necessità di essere cambiata: è unica, non si può dire che sia migliore o peggiore, perché è diversa.

VANCOUVER, Canada

Come gestisci le tue giornate?

Sinceramente, ho la fortuna di lavorare da casa, quindi posso gestire i miei tempi un po’ come voglio. Posso lavorare dalle 6 alle 10-12 ore, dipende da quanto lavoro ho da svolgere. Ho cominciato a prendere i ritmi quotidiani di ogni famiglia: lavoro, preparo da mangiare, faccio la spesa, esco con la mia ragazza. Quando stacchiamo, ci piace andare in giro per il quartiere o visitare posti che non abbiamo ancora scoperto (e sono ancora tanti!!). Durante le vacanze di Natale siamo stati a White Rock, una piccola città facente parte dell’area metropolitana di Vancouver, vicina al confine con gli States. E’ davvero molto carina!

Riesci a ritagliarti un po’ di tempo libero? E come lo passi?

Con il mio hobby di sempre: il calcio! Ho trovato una squadra che mi sopporta ed un paio di volte la settimana, sono impegnato con loro, fra campionato ed allenamenti. Ho trovato anche un’altra compagnia, con cui il venerdì gioco a calcetto indoor. Di tanto in tanto, continuiamo a fare un po’ i turisti e cerchiamo di scoprire le bellezze di Vancouver. In definitiva Vancouver, offre tutte le opportunità di intrattenimento che solo una grande città può offrire. Gli orari dei locali sono un po’ differenti da quelli italiani. In genere locali e discoteche chiudono alle 2 di mattina.

DIEGO MARCHI Canada, Vancouver

Hai avuto occasione di conoscere altri italiani?

La comunità italiana è presente ed è anche numerosa. Certo, non è una presenza così forte come quella cinese o indiana, dove interi quartieri sono popolati al 90% solo da questi ultimi. Vancouver è come un mercato, sono presenti un sacco di etnie e nazionalità differenti ed è davvero difficile trovare un canadese da generazioni (basti anche pensare al fatto che Vancouver ha una storia di 150 anni o poco più).

Come si vive a Vancouver?

Bene! Anzi benissimo! Dal primo giorno in cui ho messo piede in città, mi sono reso conto della vivibilità che trasuda da ogni cosa, in questo stato. Tutto è fatto a misura d’uomo ed i problemi classici delle grandi città, sono per il momento tenuti sotto controllo. Benché anche Vancouver non sia immune da aspetti poco piacevoli, comparati alla realtà italiana, sono davvero bazzecole! La mia ragazza finisce di lavorare alle 10/11 di sera e può tornare a casa sullo skytrain (la metro) senza temere nulla. Le persone sono gentili e se ti trovi in difficoltà, sono loro a farsi avanti per darti una mano.

Ti manca qualcosa dell’Italia?

Il cibo! Per fortuna mi piace cucinare e posso prepararmi ciò che desidero. Il difficile è trovare gli ingredienti giusti. Al di là di questo, mi mancano le persone che ho lasciato e le piccole cose e consuetudini che mi ero costruito a casa. Tuttavia, era in preventivo e cerchiamo di non pensarci. Un’altra cosa che mi manca e alla quale penso ogni qualvolta ascolto qualche notizia arrivare dall’Europa, è la sicurezza che le persone a me care, stiano bene. Le notizie che arrivano, non sono delle migliori ultimamente ed anche da qui, la crisi europea viene vista come qualcosa di estremamente serio.

A conti fatti, pensi di aver fatto la scelta giusta nel lasciare l’Italia per il Canada?

Avrei voluto non lasciare il mio Paese alla ricerca di un futuro migliore, ma sono contento dell’esperienza che sto vivendo. Io e la mia ragazza, prima di partire ci siamo detti: “comunque vada sarà un successo!” Anche se, passati i sei mesi del visto non riusciremo a restare oltre, comunque avremmo fatto un’esperienza indimenticabile! Adesso siamo ancora qui, aspettando che arrivi il rinnovo del visto che dovrebbe essere solo una formalità, dato che il mio datore di lavoro mi sponsorizza, dandomi l’opportunità di restare! Qui sento di avere delle grosse opportunità. In tutta l’America, penso che ci possano essere grandi opportunità. A maggio sono stato a St Louis, a trovare un amico e anche lì ho respirato un’aria che mi faceva capire come qui, tutto sia possibile. Al momento della partenza le aspettative erano quelle di trovare un lavoro che ci permettesse di restare e così è stato! Non abbiamo ancora la certezza al 100%, in quanto la nostra richiesta è ancora in sospeso, ma sono ottimista! Ora dobbiamo capire se questo è il posto giusto per far nascere e crescere i nostri figli, perché 6 mesi non bastano per capire, in maniera profonda, come è fatta una città come questa. Vero è che, far nascere nostro figlio/figlia qui, dandogli la possibilità in un futuro, di scegliere fra due grandi Paesi, sarebbe una grande opportunità.

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DIEGO MARCHI Canada, Vancouver

Rifaresti tutto quello che hai fatto fino ad ora?

Si, assolutamente. L’unica cosa di cui mi pento, è il fatto di non aver completato gli studi prima di partire, ma è una cosa che mi riprometto di fare quanto prima.

Vuoi raccontarci qualche curiosità sul Canada?

Il Canada è un Paese stupendo, un Paese ricco di opportunità e di culture, lingue, abitudini completamente differenti fra di loro. Le problematiche di Vancouver non sono neppure paragonabili a quelle italiane. La criminalità è al minimo e la polizia è efficiente. I trasporti pubblici coprono bene l’area della città. Vancouver è stretta fra oceano e montagna, quindi offre una grande varietà di paesaggi ed intrattenimento per tutti i gusti. Le politiche ambientali, impongono che, anche all’interno della città, ci sia molto verde e i parchi in pieno centro non mancano e sono ben curati. Una critica che mi sento di muovere è che, nonostante il rispetto per il verde, non ho notato politiche per l’ecosostenibilità ed un’educazione al taglio degli sprechi ed alle fonti rinnovabili (incredibilmente mi sembra che in Italia siamo all’avanguardia). In più, sembra che qui sia relativamente importante l’uso dei cestini, in quanto è molto frequente trovare persone che gettano per terra cartacce. Le strade però sono pulite, segno che c’è sempre qualcun altro che pulisce! Le persone sono molto cordiali e comprensive ed anche se non conosci bene l’inglese, si sforzano di aiutarti e capirti. Un’impressione che ho avuto, è che tutti siano troppo impegnati per stringere amicizie profonde. Qui l’alcool può essere acquistato solo nei liquor store, costa un sacco e se bevi per strada, puoi essere multato dalla polizia. Le droghe leggere sono tollerate ed il possesso per uso personale non è sanzionato. Il cibo ha l’influenza degli States, in quanto ci sono molte catene di fast food. Tuttavia, la presenza di così tante culture, offre un sacco di opportunità dal punto di vista culinario. Per il resto, anche noi scopriamo di giorno in giorno la città e invito tutti i lettori del sito, a leggere il mio blog, per scoprire Vancouver con me e anche per leggere informazioni inerenti le procedure per venire in Canada come turisti o come lavoratori.

Guarda la loro videointervista su Destini Oltreconfine

Il loro blog:

www.diariodavancouver.com

 A cura di Nicole Cascione