Dal marketing alle spiagge delle Hawaii

Il racconto di Alessandro del Forno, napoletano, che ha di recente lasciato un posto da Marketing Manager a Milano per trasferirsi a vivere sulle spiagge delle Hawaii.

Quanti di voi, in un momento particolarmente stressante della vita, non hanno detto almeno una volta: ‘’Basta, mollo tutto e me ne vado a vivere alle Hawaii!’’, immaginando se stessi lontano dai caotici uffici metropolitani, sdraiati tutto il giorno su un amaca sotto una palma da cocco e bevendo cocktail a base di frutti tropicali? Salvo poi essere svegliati dal promemoria di outlook che, inclemente e ineluttabile, vi ricorda che vi aspettano nella sala riunioni, dove vi presenteranno, per le successive 2 ore, 245 diapositive in Power Point, senza contare i back up.

Molti non sanno nemmeno dove sono le Hawaii, ma queste isole rappresentano nell’immaginario collettivo degli italiani, e degli europei in genere, il posto paradisiaco per eccellenza, ancor più di Caraibi e Maldive, praticamente irraggiungibile. E in parte a ragione, visto che l’arcipelago Hawaiano si trova esattamente dall’altra parte del globo rispetto dell’Italia e costituisce il complesso di terre emerse più remoto al mondo.

Vivere alle isole Hawaii

Il mio racconto è la storia di uno di quelli che, come voi, fino a 2 anni fa neanche immaginava di fare una vacanza da queste parti e che invece dall’inizio del 2011 vive in pianta stabile sull’isola di Maui!

La storia è resa ancor più interessante dal fatto che in Italia ero un trentenne responsabile Marketing di prestigiose aziende internazionali, indirizzato in una soddisfacente e remunerativa carriera, con stipendi abbondantemente sopra la media nazionale. Dunque l’identikit perfetto di una persona che sulla carta ha tanto da perdere nel mollare tutto e deve trovare molto più coraggio nel farlo.

Vivere alle Hawaii

Sono fermamente convinto che la differenza tra chi vorrebbe prendere una decisione di vita clamorosa e chi invece prende la decisione, è determinata dai metri di valutazione e dai modelli di riferimento di ciascuno di noi.

Se per esempio i vostri metri di valutazione si basano esclusivamente sulla prefigurazione di tutti gli scenari più catastrofici conseguenti alla scelta, come la perdita permanente e irreversibile di qualunque affetto, opportunità di lavoro e cosi via, quale pensate possa essere la vostra reazione? Non prenderete nemmeno in lontana considerazione l’idea di cambiare, perché vi siete focalizzati solo su un improbabile concentrazione di accadimenti negativi.

Se invece cominciate a soffermarvi e a soppesare tutti i vantaggi connessi al cambiamento, come l’apertura mentale, la sperimentazione, la vitalità e riflettete anche sulla reversibilità della scelta (in fondo se le cose non vanno bene potete sempre tornare sui vostri passi, no?) ecco che lo scenario cambia.

Talvolta poi siamo così assuefatti ai nostri schemi consolidati, che riteniamo che non esista un modo o uno schema diverso di condurre la nostra vita. Se siete nati a Milano e siete dei commercialisti per esempio, pensereste mai di poter improvvisamente partire per il Sudamerica e aprire una scuola di Sub? Non è detto che vogliate farlo, ma mettiamo che vorreste, lo riterreste davvero possibile? Eppure qualcuno lo fa e non viene da un altro pianeta….

Non nego che a volte la nostra mente non contempla nemmeno la possibilità di pensare scelte cosi radicali, tanto sono lontane dalla nostra cultura. Questa è la barriera più rischiosa, perché è eretta dal nostro subconscio e non è dettata da motivazioni razionali. In questo caso, è necessario a volte uno stimolo, un input esterno, che ci aiuta ad abbattere la barriera e a razionalizzare per vedere più chiaro.

Questo è quanto è successo a me.

Tra un progetto Marketing e un altro, ad Agosto 2009 mi catapulto in vacanza alle Hawaii. Ho una folgorazione. E’ il posto più bello che abbia mai visto e le persone sono pervase dal fantastico ‘’Aloha Spirit’’, che si traduce in allegria, accoglienza, serenità. L’atmosfera che si respira è magica, fosse anche per la sola consapevolezza di essere nel posto più isolato al mondo, quindi anche il più pacifico. Qui il ritmo rallenta tangibilmente.

☀ Ecco quali sono le 25 spiagge più belle del mondo

Vivere alle Hawaii

Qui incontro anche Erinn, che sarebbe diventata poi la mia ragazza molto tempo dopo. Non faccio in tempo a rientrare in Italia, che, grazie a un biglietto bonus di 1000 dollari, organizzo un nuovo viaggio negli USA ad Agosto 2010, California con estensione Hawaii, stavolta solo sulla più bella delle isole dell’arcipelago, Maui, dove vive Erinn, che mi ospita.

E’ una riconferma. Non avevo mai pensato a un cambio di vita radicale prima di visitare queste isole. E per un appassionato di windsurf come me, Maui è un Paradiso in Terra, la capitale mondiale del vento.

HAWAII

Stavolta, rientrato in Italia, sono più inquieto. Non sto ancora pensando a decisioni drastiche, ma sento qualcosa ribollire in pentola, e la pentola è il mio stomaco. Comincio a diventare insofferente ad alcuni aspetti della mia vita milanese e ad alcuni dettagli della mia professione che invece un tempo amavo. Ho anche più tempo per pensare perché ho appena cambiato lavoro e mi sono preso diverse settimane di vacanza, durante le quali ho riflettuto e mi sono divertito.

Da un lato amo il mio lavoro e lo faccio con passione, dall’altro sento che mi piacerebbe prendere un po’ di tempo da dedicare solo a me stesso, dare spazio a passioni sopite, riallineare le priorità secondo quelli che sono i valori più importanti per me.

L’inizio della storia con Erinn, che intanto era venuta in vacanza in Italia per qualche settimana, è stato l’input di cui parlavo poco sopra. Ho finalmente calato l’ultimo velo che c’era nel mio cervello e ho deciso di smettere di ignorare tutti i messaggi che il mio corpo e la mia mente mi inviavano in continuazione. Li ho semplicemente ascoltati e incastonati in una cornice logica. In questi casi il processo decisionale passa attraverso 2 fasi: la prima, l’apertura mentale a considerare l’ipotesi; la seconda, la valutazione razionale dei pro e dei contro connessi all’eventuale scelta.

Mi ricordo esattamente la circostanza, l’ora, il minuto, in cui ho attraversato la prima fase. E’ stata l’ispirazione che poi ha condotto all’azione, cioè alla seconda fase, quando ho cominciato a parlare con le persone, raccogliere documenti, vagliare le ipotesi. Mi si è schiuso un mondo. Non era poi così difficile! Mollare tutto e partire? Perché no? Viviamo una volta sola e perché dovremmo tenere i sogni chiusi dentro un cassetto? Quali rischi corro, comparati con i benefici che un’esperienza cosi incredibile mi lascerà, fosse anche solo in termini di memorie?

HAWAII

Oggi me la godo a Maui. Ho dato le dimissioni, ho preparato i bagagli e sono partito a Febbraio. Trascorro le mie giornate perfezionando la lingua, facendo windsurf, trascorrendo tempo con la mia ragazza e i miei amici, cucinando, scrivendo, leggendo e soprattutto rallentando. Ho deciso di prendermi un po’ di mesi di vacanza, prima di cercarmi un lavoro, anche perché le Hawaii sono territorio statunitense e non è semplice ottenere i permessi per lavorare.

Alex del forno, Hawaii

Se il mio cambio sarà temporaneo o permanente, questo ancora non lo so. Dipende da una serie di circostanze e fattori che valuterò nel corso dell’esperienza. Quello che so è che se cambierò radicalmente vita, vuol dire che era quello che dovevo fare. Se invece si tratterà solo di una parentesi.….c’è qualcuno che ha voglia di rimproverarmi?? 😉

Aloha!

Alessandro