Io sono nata a Cremona, 34 anni fa, in una piccola cittadina nel bel mezzo della Pianura Padana, ho viaggiato per amore di uno sport che mi ha portato via da casa molto presto e poi ho continuato a viaggiare lavorando qualche anno come animatrice nei villaggi turistici. L’unica cosa che volevo, che sapevo di desiderare era avere la possibilità di continuare a muovermi. L’ho sempre detto, non avevo una meta, non cercavo il posto perfetto, ancora oggi, dopo tanto viaggiare sono convinta che per me, non esista l’eden, ma che sia il continuo scoprire, quello che mi rende felice.

Da un anno, vivo con mio marito Fabrizio, e i miei figli Tommaso di 11 anni, Daria di 5 anni e Sofia di 4 anni, in Città del Capo Sud Africa, riuscire ad arrivare qui e riuscire a restarci un anno è un impresa che merita di essere raccontata. Il Sud Africa è un mondo a sè, questo è vero, ma c’è tanto dentro e avere qualcuno che può raccontartelo credo che possa essere di aiuto a molti che sognano o pensano di trasferirsi nella MOTHER CITY!

Traferirsi in Sud Africa con la famiglia città del capo

Qui ogni cosa è complicata se si pensa da Europei ma quasi facile e immediata se si pensa all’ Africana. Come in tutto dipenda da che prospettiva guardi le cose. Le mie figlie sono nate a Fuerteventura, dove tutto è scandito dai ritmi dell’isola, dove non si conosce lo stress, dove il sole aiuta anima e corpo. Lì abbiamo vissuto 4 anni, li abbiamo portato avanti un progetto complesso, spesso definito irrealizzabile, ma tenendo duro, ce l’abbiamo fatta e ci siamo ripagati tempo e fatica. Lì, ogni tanto va la nostra testa, quando le cose qui, sembrano impossibili. Io l’ho sempre detto, nel mio caso è proprio vero che quando ho caldo, desidero il freddo, quando ho la semplicità desidero complicarmi l’esistenza e quando sudo vorrei dormire!

Siamo passati anche dal Kenya, precisamente da Diani, ma per colpa di un’allergia a ogni tipo di insetto di Daria, abbiamo fatto le valigie molto in fretta… Non potevamo saperlo, in Corralejo, non c’eravamo mai imbattuti in una zanzara!

L’esperienza Kenyota comunque ha lasciato il segno, oltre che con le tante cicatrici sul corpo della piccola, anche sui ricordi di un odore acre, di una terra popolata di bambini sorridenti ma immersi in una realtà esposta e pericolosa, l’idea poi di come il valore della vita sia diverso da nazione a nazione, l’abbiamo avuta qui.

Cape Town è considerata una delle città piu pericolose del mondo, impossibile infatti non parlare del senso di insicurezza che ogni straniero prova, vivendo qui. Non si può trascurare il problema quando si parla di Sud Africa. Qui la gente uccide per poco, per nulla, qui il valore della vita è molto molto basso, la gente ha poca fiducia, speranza, il dolore è affrontato come qualcosa di quotidiano e di normale, le famiglie non si attaccano a nulla, se non nel migliore dei casi alla sola preghiera. Qui la gente delle Townschip, che poi è quella che lavora nelle nostre case, che cresce i nostri figli, che ci circonda, non lotta per la vita, non pensa al pericolo, non è continuamente all’erta, per loro la morte arriva naturale, quando deve arrivare, non si fa molto per allontanare il momento, l’idea.

Quando per lavoro, ogni giorno, andiamo in qualche Townschip, la sensazione è sempre la stessa, il Sud Africa non è quello che si respira nel SECURITY ESTATE dove molti stranieri si rifugiano e dove anche noi dopo un anno di continui tentativi di furto ci siamo convinti a vivere, la vita vera è quella fuori. Il nostro progetto parte da qui, dalla voglia di integrarci comuqnue, dall’idea che vivere un posto, significhi conoscerlo per intero. Compriamo tessuti nei mercati, dove siamo come sempre gli unici bianchi, andiamo a dare lavoro a donne che cuciono con macchine antiche ma con una grande passione e voglia di riscatto, entriamo sempre nelle loro case, assaggiando anche se solo in parte la loro quotidianità. Quello che ci piace pensare di fare è avere oggetti che sanno di Africa, con un tocco di creatività e di voglia di fare. Creiamo per vendere in Italia, in Europa, ma sopratutto creiamo per veder crescere la passione in qualcosa che seppur difficile ci sta dando soddisfazione. Ogni giorno, quando i nostri figli prendono il bus per arrivare al College, penso che vivano una vita dentro una bolla, che la loro condizione privilegiata sia qualcosa che ha sempre e solo un valore relativo, ma anche questo è una vera realtà Sud Africana. Li parlano e si confrontano con bambini trilionari, che vanno a scuola in elicottero, che hanno come metro di misura, il numero di nanny o di Lamborghini, che non hanno idea di quello che la loro fortuna gli da e nello stesso tempo gli toglie. Qui i bambini non sono liberi di poter fare i bambini se non dentro questi complessi blindati, qui si diventa facilmente paranoici, i Sud Africani bianchi hanno paura, non lasciano nulla di incustodito, neppure nel giardino di casa!

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Traferirsi in Sud Africa con la famiglia città del capo

Appena arrivati qui, abbiamo deciso che per i nostri figli, un nuovo, grande inizio avrebbe dovuto nascere piano piano, era la terza lingua che cambiavano in 3 anni, per la piccola Sofia la terza in solo 3 anni di vita! Siamo andati a vivere in una graziosa casa di artisti in Scarborough uno sperduto paese di Yuppie surfisti nella penisola meridionale, praticamente dentro la riserva di Capo di Buona Speranza. Lo abbiamo fatto coscienti del fatto che la scuola che avevamo scelto, fosse la miglior premessa per entrare a titolo nella vita Sud Africana, li i bambini hanno messo da parte lo Spagnolo e l’Italiano e senza neppure troppe difficoltà hanno presto iniziato il loro passaggio all’Inglese, alla lingua tradizionale Xhosa e al terribilmente complicato Afrikaans! Chi pensa che i bambini abbiano difficoltà a imparare, a cambiare, a relazionarsi, avrebbero dovuto vederli.

Io ho sempre creduto, che i bambini assorbissero quelle che sono le preoccupazioni e le voglie dei genitori, che siano uno specchio in cui dovremmo piu spesso avere il coraggio di specchiarci per cercare le nostre vittorie o le nostre colpe. I miei figli, parlano con tutti i bambini che conoscono, non importa se non si capiscono, il loro linguaggio è fatto sorprendentemente di gesti, di sorrisi, di coraggio. A loro non interessa sapere tutto, non sbagliare, a loro interessa interagire, confrontarsi, giocare. Questo perchè sanno che ce la possono fare, sanno di averlo già fatto, di aver la possibilità di  arrivare presto a qualsiasi cosa la loro fantasia chieda. Molto spesso viaggiando, spostandoli, togliendoli ogni volta da qualcosa in cui si erano ritagliati il loro meritato spazio, mi domando se è quello che in molti giudicherebbero corretto e mi dico che la risposta ce l’ho dai loro sorrisi, dalla loro magica voglia di novità. Crescere con la costante della famiglia vicino, è già un importante certezza, loro non hanno riferimenti di spazio, di posti, di persone, di certezza costruite negli anni, loro hanno noi e si bastano tra loro, nell’attesa di scoprire di nuovo un mondo in cui entrare.

La loro prima scuola qui è stata una Waldorf, in Italia sono meglio conosciute come scuole Steineriane, qui era davvero bellissima, in mezzo ad una farm con ogni tipo di animale, con le classi rigorosamente in legno, senza elettricità nè luce, con tutto quello che serve ai bambini per imparare e divertirsi. L’esperienza come pensavamo li ha coinvolti fin da subito, quel tipo di  insegnamento, i modi, le routine, hanno permesso che il loro nuovo inizio fosse semplice e allegro. La metà dei bambini veniva dalle Townschip e aveva occasione di frequentare la scuola per merito e per Sponsorship, la mescolanza aiutava a crescere, a confrontarsi con realtà a volte per noi al limite del verosimile, ma i miei figli hanno visto le difficoltà vere e con i loro occhi sensibili ne hanno colto la profondità, capendo così quello che è bene e quello che è male, anche nell’essere bambini.

La nuova vita ora a Paarl, nel bel mezzo della zona delle Wineland, è tutta diversa, ma ancora una volta serve per crescere, insieme.

Il Sud Africa o si ama o si odia, non si può non apprezzarne la straordianaria e disarmante bellezza, non si può non essere conivolti dalle differenze di paesaggio percorrendo anche solo 50 km, qui tutto cresce, ogni cosa che cade per terra, si trasforma, non viene mai semplicemente buttata, ma ha un altra seconda, terza, decima vita. Io credo che resterà dentro di noi, molto di questa terra di contrasti, perchè ogni cosa dal riuscire ad ottenere il visto per entrare, all’essere qui un anno dopo, è una conquista. Ho aperto un blog e vorrei poter essere di aiuto a tutte quelle persone che pensano di trasferirsi qui, che hanno timori, paure, voglie, curiosità. Abbiamo molti contatti, abbiamo usato il nostro tempo per scoprire e valutare, anche i nostri figli, sono felici di poter dire la loro, se a qualcuno interessa…. a 4/5/11 anni si vedono cose che noi non vediamo!

Potrei scrivere ancora molto, ma credo che sia meglio fermarmi, posare la penna e aspettare qualcuno di voi.

Un abbraccio, Claudia

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