Pole Pole: il libro su Tanzania e Malawi di Francesco Cosentini

L’Africa evoca suggestioni ed emozioni positive o negative, determinate dai paesaggi mozzafiato, dagli effetti dei disastri ambientali, dalla scoperta delle sue tradizioni millenarie, dalla percezione della precaria situazione sanitaria, dei conflitti e delle carestie. Talvolta manca nelle coscienze la consapevolezza dell’esistenza di un’Africa diversa, che sta “in mezzo”, lontana dai cliché e dagli stereotipi trasmessi dai canali di informazione. I bei paesaggi e i sorrisi dei bambini sono coinvolgenti, ma non forniscono una visione chiara e completa di cosa sia l’ Africa. L’ idea di un continente in cui tutti i popoli sono felici e sorridenti nonostante non abbiano niente, rischia di divenire un luogo comune lontano dalla realtà delle cose. A volte, peraltro, si sente dire: “l’Africa cambia le persone”. In realtà, ritengo che ciò avvenga se c’è la giusta sensibilità, se si ha la capacità di confutare le proprie convinzioni e pregiudizi. Del resto, non può parlarsi semplicemente di Africa: si giungerebbe ad un’ approssimazione, un azzardo, come ricorda il maestro Ryzard Kapuściński: “L’Africa è troppo grande per poterla descrivere. È un continente-pianta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. È solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l’Africa non esiste».” Questa consapevolezza è frutto della mia esperienza. Il mio proposito è stato presentare la Tanzania basandomi sul mio vissuto, attraverso una narrazione trasparente, sicuramente influenzata dalla mie emozioni, ma senza esagerazioni o forzature.

tanzania

L’idea di farlo in bicicletta è nata proprio dal desiderio di scoprire con consapevolezza e armonia questa terra. Ho inseguito la sostenibilità, il fare delle mie energie e della propria volontà l’unico mezzo per progredire. Sono consapevole che c’è sempre un impatto ambientale e sociale conseguente alle nostre azioni, ma un comportamento schietto ed eticamente corretto può rappresentare un giusto compromesso. A maggior ragione occorre tenerne conto in un contesto diverso dal proprio, altrimenti si rischia di provocare effetti indesiderati, anche nutrendo buoni propositi. Sarebbe opportuno, quindi, predisporsi all’incontro con l’altro con un minimo armamentario etico. Accettare senza ipocrisia le differenze culturali, rispettare usi e tradizioni senza rinunciare alla propria identità; evitare per esempio di ricorrere a forme di corruzione, onorare l’arte e la musica autoctona, informarsi sulla storia, prediligere cibi e guest house locali. Tutto questo è già un punto di partenza. Un altro aspetto importante riscoperto in Tanzania, è il dialogo con le persone, la condivisione…di un pasto, di una difficoltà, di un ricovero, di un tragitto, di un sorriso, di un istante. Insomma, di gesti semplici quotidiani, anche ripetitivi, ma mai banali! Ho cercato di far tesoro di tutte le esperienze, sgombro da pregiudizi e tentando di assumere una posizione obiettiva e critica.

Spostarsi in bicicletta presuppone tante soste: a ognuna di esse è corrisposto un aneddoto o un ricordo che hanno arricchito il racconto e il significato stesso del viaggio. Non ho cercato l’impresa né sentivo il bisogno di coprire l’itinerario in tempi da record, desideravo solo vivere le emozioni che l’esperienza mi avrebbe regalato, assaporando attimo dopo attimo l’atmosfera africana

Amare una terra per le sue infinite bellezze sarebbe troppo facile, io credo di amarla perché ne ho assaporato, nel mio piccolo, anche i frutti più amari: questo sentimento vero e crudo è la cosa più preziosa del mio bagaglio.

Si può acquistare on line su www.ilmiolibro.it

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dove troverete galleria fotografica e aggiornamenti su serate di presentazione del libro a partire da settembre.