Evelina e la sua vita a Monaco di Baviera

“Mai chiedere ad un tedesco di continuo: come va? L’espressione italiana viene scambiata dai teutonici per un’insopportabile forma di ingerenza. Belle le tedesche? Mah, anche in Italia non scherziamo. E l’inglese? Lo parlano bene, ma il livello non è alto”. Sono solo alcuni dei pregiudizi sui tedeschi che Evelina, Eve per gli amici, in arte Eireen, si diverte a smontare. Un po’ se lo può permettere. E’ mezza tedesca (da parte del padre) e da quasi un anno vive a Monaco. Modenese, del ’74, nella città resa famosa dall’Oktoberfest, gestisce un blog, è assistente di direzione in un’organizzazione internazionale, che si occupa di ricerca in campo scientifico.

Vivere e lavorare a Monaco di Baviera

Ha accettato di condividere la sua esperienza con i lettori di Voglio Vivere Così.

Perché vive in Germania?

Ho mollato l’Italia per gli stessi motivi per i quali la mollano tanti giovani e non giovani ogni anno: voglia di cambiare vita e sperimentare l’avventura, stanchezza di assistere al declino politico, sociale e culturale del Paese, mancanza di meritocrazia, stipendio inadeguato all’esperienza professionale e all’età, (In Italia era assistente di direzione ma di una multinazionale americana, ndr), mentalità generale da vecchi e sensazione diffusa di stantio e immobilità.

Si trova bene a Monaco?

Per ora mi trovo molto bene, sono entusiasta e convinta della scelta fatta.

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Ho letto che ha un bimbo. E’ più facile la vita di una mamma in Germania?

In Italia mi scontravo con le difficoltà che hanno tutte le mamme lavoratrici, cioè la difficile conciliazione della vita privata con la vita lavorativa, in un Paese che sostiene la famiglia solo in teoria. In Italia avevo un lavoro part-time e questo mi facilitava. Qui in Germania lavoro per ora full-time e quindi ho dovuto cambiare di conseguenza l’organizzazione della mia giornata. Il lato positivo è che esistono servizi di appoggio per chi non ha i nonni disponibili, come per esempio le infermiere a domicilio per i bimbi malati, che vengono “a chiamata” e anche solo per qualche giorno; servizio che a Modena non esiste.

E gli asili come sono organizzati?

Per quanto riguarda l’asilo di mio figlio, ho avuto il posto grazie ad un accordo tra la struttura di accoglienza per i bimbi e il mio datore di lavoro. L’asilo è a due passi dalla mia organizzazione e ha orari flessibili, quindi per me è comodo: al mattino lascio il bimbo prima di andare in ufficio e al pomeriggio lo ritira mio marito. So anche che in Germania il congedo di maternità può durare anni e il posto di lavoro deve essere mantenuto per tutto il tempo dell’assenza della lavoratrice. Inoltre esistono contributi economici per i neogenitori (il cosiddetto “Elterngeld”), al quale i dipendenti della nostra organizzazione non hanno diritto, dato che gli stipendi sono superiori alla media.

In genere, la vita a Monaco è tranquilla?

Sì, da quello che ho potuto capire finora, la vita è tranquilla. In generale credo sia la città ideale per le famiglie: sicura, piena di spazi verdi e silenziosa. Queste sono le tre cose che ho notato subito. Nel mio quartiere, ad esempio, si può girare molto tranquillamente anche la sera da soli e si è sicuri che non succede nulla. La mia macchina è sempre parcheggiata fuori e non ho mai avuto timore che tentassero di rubarla. Molti bambini già a partire da 8-9 anni vanno a  scuola da soli in metropolitana.

Vivere e lavorare a Monaco di Baviera

La vita è monotona?

No, anzi. Non mancano le occasioni per divertirsi o acculturarsi fra teatri, cinema, musei, mostre, concerti, discoteche. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

I cittadini come sono?

In generale i tedeschi sono più riservati degli italiani, tendono ad essere più distaccati e meno amichevoli rispetto ai nostri standard. Io dico spesso che sono soltanto più riservati e ci mettono più tempo a dare confidenza: sono cauti e hanno bisogno di tempi più lunghi dei nostri per fare amicizia.

E le donne? Tutte belle e alte?

Sono secondo me normalissime: non vedo tutte queste grandi bellezze in giro. Ne vedo tante quante da noi, anche se sono bellezze di tipo diverso. Anzi, forse da noi ce ne sono anche di più: noi italiane siamo più abituate a curarci fisicamente e a valorizzarci tramite l’abbigliamento e quindi riusciamo a risultare di bella presenza più spesso delle tedesche.

Mi sfata qualche leggenda sui tedeschi?

Beh, la prima l’ho appena sfatata ed è quella universale delle bellone. E devo dire anche dei belloni: da quando sono qui non è che io ne abbia visti tanti. Invece, una mia leggenda personale era riferita alla conoscenza da parte dei tedeschi della lingua inglese.

E cioè?

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Ero convinta che lo parlassero benissimo e, invece, mi sono dovuta ricredere: lo sanno molto meglio degli italiani, ma in generale il livello non è alto e non sempre è vero che ci si può arrangiare con l’inglese, se non si parla tedesco.

Come i tedeschi accolgono gli italiani?

Difficile per me rispondere. Io sono mezza tedesca, anche se sono cresciuta in Italia e ho l’aspetto fisico nordico. Perciò, in generale, non mi vedono come italiana. Anzi, dal cognome e dall’aspetto molti mi pensano tedesca nata e cresciuta qui e iniziano a parlare spesso in bavarese o, comunque, con accenti stretti e a raffica. Quando sono in difficoltà, non capiscono come mai. Così spesso mi tocca raccontare in breve la mia storia per chiarire.

Ma è vero che ci sono dieci università? E che la vita culturale è molto attiva?

Ah, su questo mi trova impreparata, perché non ho esperienze da studentessa. Certamente di offerte culturali ce ne sono parecchie, tra teatri, cinema, festival… Purtroppo non ho ancora avuto modo di verificare nel dettaglio, perché con un bimbo di quattro anni spesso la sera la trascorro in casa!

Cosa offre questa città ai giovani? Ci sono possibilità occupazionali?

Anche qui non è facile rispondere per me, perché sono qui da poco e non faccio parte della categoria “giovani”. Se per offerte ai giovani intendiamo i divertimenti e i locali, credo che non manchino, soprattutto nel quartiere di Schwabing, centro della vita notturna.

Vivere e lavorare a Monaco di Baviera

E il lavoro?

In merito alle opportunità lavorative, la crisi si sente anche qui, ma meno che da noi e chi vuole trovare un lavoro ha maggiori opportunità che in Italia. Per esempio, il tasso di disoccupazione attuale a Modena è al 5,2% (contro la media nazionale di 7,8%) e in Baviera è al 4,6% (contro la media tedesca del 7,3%).

Oktoberfest. Questo è il richiamo maggiore? O ci sono altre manifestazioni importanti?

Sicuramente l’Oktoberfest è il richiamo maggiore in assoluto: ogni anno attira sei milioni di visitatori ed è il festival popolare più grande del mondo. Gli alberghi sono prenotati fin da un anno prima e già a luglio inizia la costruzione delle “tende” sotto alle quali la manifestazione si svolge. Qua è una festa molto sentita e nessuno può sfuggirle: una visita è comunque d’obbligo ogni anno per gli abitanti di Monaco. Spettacolare e divertente è la parata d’apertura in settembre, con i carri decorati che sfilano per la città. Per noi italiani poi l’Oktoberfest è come una vera calamita: all’interno del festival c’è addirittura “il giorno degli italiani”, dove l’affluenza dei nostri connazionali è più intensa.

Altre manifestazioni?

Mi viene in mente il “Frühlingsfest” di aprile/maggio, nello stesso luogo dove si tiene l’Oktoberfest. Ci sono giostre, divertimenti vari, artisti di strada, eventi, si mangia, ci si incontra. E poi non mancano eventi di altro genere: per un elenco completo, consiglio l’ottimo sito della città di Monaco, www.muenchen.de.

Qualche tradizione originale?

Io sono sempre stata affascinata da una tradizione pasquale per bambini, con cui da piccola mi divertivo moltissimo. Il giorno di Pasqua i genitori nascondono nell’erba del giardino una serie di coniglietti di cioccolata, gli Osterhasen, che i bimbi devono cercare. A ricerca terminata ovviamente, li si mangia tutti insieme.

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Piatti tipici?

I piatti tipici bavaresi sono principalmente a base di carne e patate, in tutte le varianti. Si tratta di una cucina ricca, contadina, a volte grassa. C’è anche un’antica tradizione di prodotti da forno: il pane, buonissimo, e le deliziose torte, altissime e ricche di panna, cioccolata e frutti di bosco.

Cosa non fare mai in presenza di un tedesco? E cosa i tedeschi non sopportano degli italiani?

Io dico ironicamente che ai tedeschi non bisogna chiedere “Come va?” di continuo, come facciamo noi italiani. Io all’inizio la facevo sempre, a me veniva naturale, per rompere il ghiaccio e avviare la conversazione. Ma mi beccavo regolarmente sguardi truci o imbarazzati, insieme a risposte perplesse. Credo che i tedeschi non gradiscano troppo quella che per loro forse è un’invadenza, un oltrepassare un limite di privacy, un eccesso di confidenza reciproca. Io credo che ai tedeschi non piaccia il fatto che gli italiani siano “casinisti”, nel senso sia di disordinati e poco rispettosi delle regole e anche nel senso di rumorosi e invadenti.

Torniamo alla città: è allegra? Ci sono strade ampie? Negozi, musei?

Non saprei dire se è triste o allegra; mi viene più da dire che è tranquilla. Poi sta ad ognuno giudicare se questo è un bene o un male, a seconda di quello che si cerca nella vita. Il verde sicuramente domina, è ovunque. Mi vengono in mente i giardini inglesi, un enorme parco verde, il più grande di Monaco e non certo l’unico. Sì, ci sono strade ampie, anche se molto trafficate: di sicuro, se si può, è meglio spostarsi con i mezzi pubblici. Il trasporto pubblico, tra bus e metropolitana, è efficiente, puntale, capillare, presente ovunque. Certamente non è economico.

E poi?

Ci sono negozi ovunque, sia nel centro storico, che nei diversi centri commerciali sparsi per la città. Anche l’offerta di musei è buona. Tra tutti cito il Deutsches Museum, praticamente un must da visitare per piccoli e grandi: vi si trova la Germania (e non solo) nei campi della scienza, della storia, dell’industria, dei mezzi di trasporto e tanto altro. Poi c’é il museo degli aerei, dei giocattoli, dei bambini; ci sono la Alte (vecchia) e Neue (nuova) Pinakothek, il Lehnbachhaus, con lavori di Paul Klee, Franz Marck, August Macke.

Mi sembra entusiasta dei servizi pubblici! 

Sono ottimi. In generale c’è efficienza ed organizzazione. Io sono una fan, ad esempio, delle poste. Rispetto alle nostre c’è un abisso: efficienti, puntuali, affidabili al 100%.

Italiani che vivono a Monaco di Baviera

La vita è cara?

Il costo della vita è abbastanza alto. Parlo  soprattutto degli affitti. Si possono pagare anche 1000 euro il mese per un appartamento da 65 metri quadri. Per pagare meno, bisogna spostarsi nei piccoli centri, ma si devono considerare poi il tempo e il costo per raggiungere Monaco ogni giorno, se si lavora là.

Com’è il clima?

Rigido, specialmente d’inverno. L’inverno è più lungo e freddo che da noi: inizia  a Novembre e termina a marzo/aprile. A dicembre-febbraio si possono avere giornate con temperature sui meno 10 gradi e in quei giorni è quasi impossibile riuscire ad uscire di casa, se non costretti. Allora bisogna riorganizzare la vita e fare tante attività in casa, come ad esempio i giochi di società. La primavera e l’estate, però sono stupende: c’è caldo, ma non c’è l’umido al quale ero abituata io a Modena e si riesce a godere di più del sole.

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Gli aspetti negativi?

Per chi vuole trasferirsi a Monaco, penso che gli aspetti negativi siano le tre C: cibo, clima, calore umano. Poi c’é la lingua,  che costituisce uno scoglio non da poco per chi non la conosce per niente, anche se ci sono decine e decine di offerte di corsi a tutti i livelli e anche ad ottimi prezzi. A tutto comunque c’é rimedio. Al clima invernale ci si abitua e in ogni caso si possono sempre fare vacanze al caldo. Per il cibo si possono comprare prodotti italiani quasi ovunque e ci sono anche buoni ristoranti italiani. Il calore umano, come dicevo, manca un po’, soprattutto se si è abituati al modo di fare degli italiani. Ma il problema si pone sino a quando non si entra in confidenza.  Io, comunque, apprezzo  la loro discrezione. E nel mio caso, lavorando in un ambiente internazionale e avendo colleghi di provenienze diverse, é più facile fare amicizia.

Come sono i collegamenti con l’Italia?

Se si proviene dal Nord, come nel mio caso, si arriva in Italia in macchina in poche ore di autostrada.  Altrimenti c’è il treno o, ancora meglio l’aereo. Su Bologna vola solo Lufthansa, ma prenotando in anticipo si trovano buoni prezzi e la qualità è ottima. Su altre città, si può volare anche tramite le ormai classiche linee aeree low cost.

Cosa le manca dell’Italia? Si sente più tedesca che italiana?

L’Italia mi manca in quanto è casa mia e là ho molti dei miei legami affettivi. Mi mancano anche il sole e la cultura del mangiar bene. Ma per adesso sto bene qua e credo che in Germania ci siano maggiori possibilità di dare un futuro migliore a me stessa e alla mia famiglia. Purtroppo non si costruisce un futuro su un piatto di spaghetti o una giornata al mare. Non mi sono mai sentita né completamente italiana, né completamente tedesca.

Perché?

Dentro di me vivono entrambe le anime: quella teutonica e quella latina. In Italia mi sono sempre sentita un poco fuori posto, per mentalità e modo di essere: non mi sono mai trovata completamente a mio agio e sentivo in parte di essere un pesce fuor d’acqua. Qui in Germania mi sento più a mio agio, gli altri sono più simili a me. Però, non mi posso dire tedesca, perché non sono cresciuta qui e ho le mie radici nel Belpaese. Non credo che troverò mai una collocazione precisa. So però che mi sento perfettamente bene quando sono in ambienti internazionali, con persone provenienti da tutto il mondo, come nel posto in cui lavoro ora: lì viene fuori la mia vera anima e sento di poter essere davvero me stessa.

A cura di Cinzia Ficco