Lavorare a Mosca

Certo, per molti mesi all’anno la vita da quelle parti non è quello che si dice agevole. Ma a fare la differenza è quasi esclusivamente il clima: una volta che l’estate abbandona quelle latitudini, il freddo, il ghiaccio e la neve diventano i signori incontrastati – e lo diventano per un lasso di tempo molto più lungo rispetto a quanto la natura ha previsto per le nostre regioni – indipendentemente dalle notizie relative al riscaldamento del pianeta. Se si riscalda, lassù non lo si percepisce così chiaramente.

E poi ci sono la lingua, decisamente difficile da imparare se già non si posseggono almeno i rudimenti, e le abitudini, assolutamente differenti rispetto a quelle apprese fin da bambini a casa propria. Tutti ostacoli non proprio di lieve entità, nulla però rispetto ad un dato (ufficiale): 0,5%. È la percentuale di disoccupazione che oggi può vantare l’economia della città di Mosca. Numeri strabilianti in un contesto globale di depressione diffusa, in grado di costituire una motivazione sufficientemente allettante a dispetto delle tante difficoltà a cui si rischia di andare incontro.

Eppure negli ultimi quindici anni la Russia, nonostante le difficoltà legate alle sanzioni decretate nei suoi confronti all’indomani delle scaramucce con l’Ucraina per il possesso della Crimea, è stata in grado di colmare il gap economico che la divideva da gran parte dei Paesi occidentali e oggi è diventata una delle mete più ambite da chi, incurante degli aspetti più squisitamente ambientali e desideroso esclusivamente di trovare l’occasione della vita, punta a rivoluzionare davvero la sua esistenza.

E se fino a qualche anno fa per gli italiani c’erano poche opportunità, per lo più destinate a chi già masticava la lingua o a chi era in grado di arrivare lassù già fornito di un portafoglio sufficientemente gonfio, oggi la situazione è decisamente mutata e, secondo alcuni opinionisti, pare destinata a volgere ulteriormente al bello all’indomani dell’elezione a presidente degli Usa di Donald Trump. Com’è noto, tra Putin e Trump c’è feeling e l’ascesa alla Casa Bianca del tycoon che ha sbaragliato la concorrenza contro ogni previsione potrebbe agevolare gli scambi commerciali non solo delle aziende statunitensi, ma anche di quelle occidentali.

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Scommettendo sul bel tempo del barometro politico, sarebbe dunque questo il momento migliore per sondare il terreno e verificare quante e quali opportunità si aprono davvero per quanti cercano di dare una sterzata alla loro vita mettendosi in gioco, ovunque ciò possa accadere. Si tenga conto, inoltre, che Mosca è comunque una metropoli in grado di offrire interessanti opportunità sia dal punto di vista culturale che da quello dello svago: non si rischia, insomma, di rimanere chiusi in qualche monolocale di periferia a cercare sul satellite un canale italiano su cui versare le amare lacrime del pentimento e della nostalgia. Mosca è una capitale a tutti gli effetti e chi vuole trovare da divertirsi lo può fare secondo ampio spettro. Ma ci si diverte se il portafogli non è vuoto e a riempirlo è arrivata un’occasione professionale da non rifiutare.

Attualmente le professionalità più ricercate sono quelle a livello manageriale, specialisti nelle vendite e nel marketing soprattutto. Tuttavia le procedure per ottenere visti adeguati alle esigenze sono piuttosto articolate e prevedono, tutte, l’invito esplicito da parte di uno sponsor: la cosa migliore da fare dunque è dotarsi di visto turistico e verificare direttamente in loco se qualche azienda è in cerca delle specifiche abilità di cui si è in possesso. Visto il clamoroso boom che la Russia e Mosca stanno vivendo dal punto di vista turistico, va da sé che il settore più proficuo potrebbe essere proprio quello della ristorazione, oggi in sensibile incremento, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. E poi i mondiali di calcio sono alle porte…

Gianluca Ricci

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