Un’ora al mercato di Wuding Lu, Shangai

Fuori piove. Sono le 15:00 di un giovedì pomeriggio e il mercato è semivuoto. Mi sono seduta a uno dei tre tavolini che credo vengano usati dai proprietari dei banchi del mercato per pulire laverdura e ho appoggiato il mio blocco vicino a un mucchietto di scarti di bucce di fagioli verdi. Ale mi ha lasciato il suo zaino ed è andato a farsi un giro, impugnando il suo strumento preferito. Il mercato di Wuding Lu, a Shangai, è coperto e addirittura pavimentato. È piuttosto ordinato: i banchi sono tutti in fila e la verdura esposta ha proprio un aspetto invitante, è bella da vedere. Qui fanno la spesa gli shanghainesi che abitano nel quartiere di Jin’an, dove ho abitato anche io per qualche anno. La gente compra e poi corre via. Tutto è frenetico a Shanghai, anche scegliere cosa mangiare per cena è un’attività che non può portare via troppo tempo prezioso. Ricordo che correvo anche io quando entravo qui a fare la spesa dopo una giornata di lavoro. E ora che ho il lusso di potermene stare tranquillamente seduta ad osservare, vedo tutto sotto una luce nuova.

Nel tavolo davanti al mio un signore si è addormentato e un altro si guarda attorno, come me. Una signora che mi è passata a fianco mi ha appena sorriso e, pensando che non capissi, ha detto al suo bambino: “Guarda: quella laowai (straniera) scrive con la mano sinistra!” A parte la signora, non c’è molta altra gente che presta attenzione a me: sono tutti molto concentrati nelle loro corse frenetiche e non hanno il tempo per fermarsi a curiosare.

mercato di Wuding Lu shangai

Due tavoli più avanti si è appena seduto un bambino sui 7 anni in uniforme blu e fazzoletto rosso al collo: ha tirato fuori il quaderno e sembra stia facendo dei compiti, è concentratissimo. Credo sia il figlio della signora del banco degli arachidi perché prima di sedersi è andato lì davanti a salutarla, come se fosse appena tornato da scuola.

Osservo Ale camminare fra i banchi: al suo passaggio i venditori interrompono qualsiasi cosa stanno facendo e gli puntano gli occhi addosso… Secondo me si stanno chiedendo cosa ci sia da fotografare in questo mercato per loro normalissimo ma per noi tanto curioso.

Nel tavolo dove sono seduta io stanno arrivando altri fagioli, accompagnati da una ragazza che si siede e, prima di iniziare a sbucciarli, spinge verso di me le bucce che sono già sul tavolo da prima. Sembra seria, lavora velocemente e non alza gli occhi dai suoi fagioli. Per non sporcarsi ha indossato dei manicotti di tessuto sulle braccia e si è legata i capelli in una coda di cavallo. Ecco che alza lo sguardo e urla: mi sembra stia sgridando un bambino dietro di me, sui 3 anni circa, ma non capisco perché urli così. Il bambino impaurito viene a sedersi di fronte a lei, scansa le bucce dei fagioli per mettere il cellulare sul tavolo e giocare coi videogiochi. Finalmente la ragazza mi guarda e rompe il ghiaccio: mi chiede se so scrivere anche con la destra e sembra delusa dalla mia risposta negativa. Le chiedo se lavora lì e mi dice che è la figlia della signora del banco delle verdure miste.

Il mercato si sta riempiendo. Sono le 15:15 e c’è più movimento ora. La gente entra con gli ombrelli gocciolanti e il pavimento si bagna e si sporca. Tanti indossano un poncho per la pioggia: sono i proprietari dei motorini e delle biciclette che, entrando qui, neppure si tolgono il poncho da tanta fretta che hanno di comprare due cose al volo e rimettersi subito in moto sotto l’acqua. La gente esce con buste piene di verdure di ogni tipo, tante delle quali non so proprio riconoscere.

mercato di Wuding Lu shangai

Nel frattempo il bambino che faceva i compiti ha chiuso il libro e sta aiutando una signora a sbucciare delle fave: lavora ad una velocità che denota una certa esperienza nel settore e fa una tenerezza… Ale si è avvicinato a me ora e la ragazza che sbuccia i fagioli al mio tavolo gli ha chiesto di fare una foto al bambino di fronte a lei, intimandogli di sorridere, cosa che il bambino non ha la minima intenzione di fare, preso com’è dal suo videogioco!

Neppure mi ero accorta che alla mia destra c’è un banco molto diverso da tutti gli altri: fanno i ravioli a mano. Sono in due che ci lavorano: una persona che riempie la pasta e dà la forma al raviolo e l’altra che li dispone in contenitori di plastica, pronti per essere venduti. A casa basterà poi metterli nella vaporiera per qualche minuto e la cena è servita!

Il signore che dormiva sul tavolo si è alzato e ora ce n’è uno che fuma: forse si sta prendendo una pausa dopo aver fatto la spesa, prima di rimettersi in marcia verso casa. Il bambino delle fave e la signora se ne sono andati, la ragazza vicino a me continua invece coi fagioli, mentre il bambino di fronte a lei si è stufato del videogioco e se n’è andato.

Sono le 15:25. In questo momento è entrato un altro bambino con la stessa uniforme di quello di prima. La mamma gli ha detto di sedersi al tavolino e di aspettarla mentre fa la spesa. Lui sta mangiando dei biscotti e si riposa dopo la giornata di scuola. Un signore anziano si è fermato vicino a me e, incuriosito, mi osserva scrivere. Lo guardo e gli sorrido. Lui fa lo stesso, esibendo l’unico superstite nel suo campo di battaglia gengivale.

Il signore che fumava è uscito di scena. Al suo posto è arrivata una signora che si è seduta a pulire delle erbette. Non è una venditrice del mercato: ha appena fatto la spesa, dunque i tavolini non vengono usati solo da coloro che vendono ma forse servono a chi acquista per lasciare le bucce o gli scarti delle verdura direttamente al mercato ed evitare di sporcare il tavolo di casa. Che trovatageniale!

Il bambino coi biscotti si alza: la mamma ha finito la spesa ed è venuta a riprenderlo, dicendogli di sbrigarsi perché devono andare subito a cucinare. La mia ormai amica dei fagioli continua imperterrita nella sua attività. Mi sorride ogni tanto, forse incuriosita da cosa sto scrivendo, ignara del fatto che lei sia uno dei protagonisti del mio racconto. A volte circolano degli uomini con dei carrellini pieni di verdura, probabilmente i fornitori dei banchi. Ecco un’altra signora che ha appena acquistato delle erbette e che si siede a fare quell’attività che a casa sporcherebbe troppo. C’è movimento nel banco dei ravioli: mentre i due dietro al banco continuano imperterriti nel loro lavoro, appena al di qua c’è un signore che urla e altri che cercano di capire quale sia il problema o meglio, io cerco invano di capirlo: loro immagino lo capiscano benissimo!

mercato di Wuding Lu shangai

Sono le 15:45. Fuori deve piovere ancora perché la gente che entra con gli ombrelli lascia dietro di sé una scia di gocce. La mia amica dei fagioli si è alzata ed è andata dalla sua amica che vende riso in grossi sacchi bianchi, poco più in là. Vedo che punta il dito verso di me e ridono entrambi!

Una delle due signore che puliscono le erbette ha finito: si alza e se ne va, lasciando sul tavolo i resti del suo lavoro. Sicuramente la sera deve passare un addetto alla pulizia dei tavolini perché attorno è tutto molto pulito e, a parte i resti della giornata non mi pare che ci siano altri rifiuti più vecchi. Ecco ricompare Ale: lo vedo aggirarsi ancora fra i banchi, ma ora sembra che i venditori si siano abituati alla sua presenza perché non lo guardano più. L’hanno accettato come uno di loro e lo lasciano fare, disinteressati al suo lavoro e concentrati invece sul loro.

Torna la mia amica dei fagioli, stavolta con un ceppo d’insalata in mano: sposta le bucce dei fagioli e inizia a separare le foglie d’insalata. Arriva anche un’altra ragazza: si mettono a parlare e si aiutano nel lavoro.

Sono le 15:55 Arriva la terza amica ad aiutare con l’insalata e subito dopo anche la quarta: mi rendo conto che sono venute tutte per vedere me che scrivo perché quest’ultima mi viene vicina e ride, ride, ride. Ormai il passo è fatto: finalmente hanno preso il coraggio e partono con le domande a raffica: didovesei, inchelinguastaiscrivendo, manonriesciascrivereconladestra, senonviviquiperchèparlicinese, chièquestovicinoate. Spiego loro che questo vicino a me è mio marito, che io parlo un po’ cinese perché vivevo qui qualche anno fa, nel palazzo di fronte al mercato. Anche una di loro abita in quel palazzo: eravamo vicine di casa! Ci danno una ricetta: fagioli con carne di maiale e, mentre le salutiamo, ci fanno promettere che torneremo al mercato perché siamo troppo simpatici e si sono divertite. Fuori ha smesso di piovere. Usciamo senza le borse di verdura, ma con il cuore pieno di felicità per questa bella esperienza vissuta.

Sono le 16:00.

Testo: Elisa Bocca

Ph: Alessandro Gloder

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