indonesia

Mi chiamo Matteo Ferrando, 30 anni, nato a Roma. Ho studiato e lavorato nel mondo della pubblicità e fin da subito ho ribaltato le stesse regole del marketing per capire quanto in realtà stessi vivendo una vita senza libere scelte. Affamato di soluzioni, cerco il punto d’incontro ed il mio paradiso in terra; amori, strade e scrittura sono da sempre i miei alleati. Tra i molti tentativi, ora mi trovo nel paese delle mille contraddizioni, del sorriso stampato in volto e del misticismo dilagante. L’Indonesia, sparpagliata nel suo oceano indiano, sembra calzarmi a puntino. I primi tre mesi li ho spesi a Bali. Circa 1400 km di viaggio in 31 giorni, di cui più di 600 calpestati con il solo aiuto delle mie gambe. Nei sogni Bali è molto differente dalla realtà, ma è uno di quei posti al mondo che una volta visitato ti lascia davvero qualcosa dentro il cuore.

Dalla Kuta australiana e festaiola, alle remote risaie di Tirtagangga. Dalle calde spiagge silenziose di Nusa Lembongan, fino alle fredde e fumanti vette dei vulcani. Una famiglia mi ha concesso una camera ad Ubud per due mesi, il che mi ha permesso di poter esplorare tutte le foreste nei dintorni e conoscere l’animo tradizionalmente induista che contraddistingue quest’isola. Ben presto mi sono reso conto che per gli indonesiani la vita è un qualcosa di molto più leggero e facile da seguire, rispetto alla nostra concezione occidentale così tanto articolata ed impostata. Tra pregi e difetti da considerare, tutto ciò che mi è cominciato a servire per impiantare una nuova vita da queste parti è stato il tentare di entrare nel cuore delle persone del luogo e diventare sempre meno “Bule” (Bianco – Straniero) e sempre più indonesiano. Quest’atteggiamento mi ha permesso di principiare l’apprendimento di una lingua così sconosciuta, conoscere nuovi sapori dai gusti più strani, guadagnare i primi stupori, instaurare sudate amicizie ed inseguirle per altre isole.

Matteo Ferrando indonesia

L’immensa Sulawesi mi ha regalato emozioni uniche tra giorni passati a mangiare frutta immerso nelle foreste incontaminate ed a tuffarmi tra fiumi selvaggi. Le barriere coralline di Bunaken mi hanno tenuto sott’acqua finché aria mi è rimasta nelle bombole. Poi ancora Giava e la sua caotica Jakarta, tempestata di povertà e grattacieli fiammanti. Borobudur con il suo affascinante tempio buddhista e la risalita in piena notte del Bromo per godersi un’alba senza eguali. Alle volte poi mi fermo e mi chiedo che cosa ne stia facendo della mia vita: “Non sarebbe stato tutto più facile se tanti anni fa non mi fossi mai licenziato dal mio primo posto di lavoro per iniziare a domandarmi troppe cose e seguire l’istinto?” Quando mi capitano questi momenti, mi fermo davanti allo specchio e guardo la mia faccia felice. La vita è fatta di scelte, opportunità e decisioni prese in base a ciò che si è. Provo ad immaginarmi ancora chiuso dentro a quell’ufficio nel fare cose di cui non sono per niente contento. Una vita senza il tempo di cui ho bisogno e quella profonda voglia di “vero” che da sempre mi scalpita nello stomaco.

 

Io ho il sangue caldo, la testa calda e nel caldo devo vivere. Quando guardo a ritroso tutto quel che ho fatto finora, sembra essere una linea perfetta che unisce ogni punto su di un percorso immaginario impeccabile. In tutto questo tempo ed in ogni spostamento ho scritto romanzi e pubblicato articoli su molti blog usando vari pseudonimi, tanto da farne più che una passione, una vera e propria comunicazione. Ora non ho più paura di mostrare a me stesso chi sono e per tutto ciò che scrivo, uso il mio vero nome senza nessuna maschera. Il mio sogno è poter vivere di questa passione e nello stesso tempo proporre nuove iniziative sociali prese da tutti i punti di mezzo che sono riuscito a tracciare finora tra queste esperienze così profonde e dissimili. Se non dovessi riuscire nei miei intenti, ho la piena coscienza del fatto che la vita sia un’opportunità di poter giocare con l’intero universo e qualcosa, come finora ho fatto, riuscirò sempre ad inventarmi. Credo nella forza dell’umanità, credo nel karma e credo che se non menti a te stesso ed a nessun altro, quel che semini un giorno fiorirà. L’unica regola è la felicità, quella originale, quella che pompa nelle vene.

Il blog di Matteo:

http://lavitasecondoioeme.wordpress.com/

Segui Voglio Vivere Così anche su Facebook