Io viaggio da solo

Spesso mi chiedono perché viaggio da solo: “Hai problemi con tua moglie? Non ti annoi? Come fai a non condividere con nessuno quello che vedi? Se sei in difficoltà come fai?” La mia prima risposta è sempre la stessa…io non viaggio da solo, viaggio con me stesso!

Io viaggio da solo

Sì perché l’arte di ritagliarsi un posticino per riflettere e stare in pace con se stessi è diventata una pratica sempre più difficile e spesso viene vista con diffidenza. Confusione, vita frenetica routine quotidiana. Spesso ci spingono ad alienarci nella moltitudine e non ci danno la possibilità di trovare un momento per noi. Questo è salutare in primo luogo perché ci libera un po’ la mente dagli affanni e poi perché ci permette di riflettere, ci dedichiamo quel tempo che spesso non abbiamo per rivisitare ciò che facciamo, comprendere se la nostra vita sta andando nella giusta direzione; se stiamo perseguendo gli obiettivi e le aspirazioni, qualunque esse siano, che ci eravamo prefissati o se appunto la frenesia ci ha fatto perdere di vista la meta dei nostri sforzi e siamo diventati dei semplici criceti all’interno di un ingranaggio.

☞Approfondimento consigliato: viaggiare da soli per ritrovare se stessi ☜

I vantaggi del viaggio-con-se-stessi sono numerosi.

In primo luogo abbiamo la possibilità di accrescere la fiducia in noi stessi e negli altri. Il viaggio in solitaria spinge al decisionismo ed è una buona palestra per chi nella vita non è mai abituato a decidere neanche a che ora prendere un caffè! Trovarsi a gestire situazioni al di fuori del nostro comodo ambito sociale ci spinge a prendere decisioni che altrimenti viaggiando in coppia o in gruppo avremmo delegato ad altri. Il semplice scegliere giornalmente dove andare, cosa vedere o semplicemente a che ora fermarsi per mangiare ci fa acquisire spigliatezza decisionale.

Si ha il gusto di camminare e visitare talvolta più lentamente che andando in gruppo. Ci si riappropria della possibilità di soffermarsi ad osservare un palazzo, delle persone, a stendersi su un prato senza necessariamente dover mediare con qualcuno che può reputare inutile quello che intenderemmo fare. Si colgono delle sfumature e delle situazioni che “tenendo il passo” avremmo inevitabilmente perso. Di riflesso se stiamo visitando un museo che a nostro avviso è terribilmente noioso, non saremo tentati di vederlo tutto per stare nel gruppo o per non deludere la persona con cui viaggiamo. Semplicemente gireremo i tacchi e investiremo meglio il nostro tempo.

Ci stimola a conoscere nuova gente. Personalmente sorrido quando mi tacciano di essere un lupo solitario. In realtà durante i miei viaggi sovente faccio più vita sociale di quando esco in gruppo. L’essere da soli, se amate comunque la compagnia, vi spinge e stimola a conversare magari con persone che conoscete in maniera occasionale o a cercare ritrovi nella città dove andate. Nel mio caso essendo un cultore del CouchSurfing mi avvalgo delle comunità presenti in ogni città di gente che ha il piacere di incontrare viaggiatori e viandanti, e passare una serata o un pomeriggio insieme.

Ci allena ad abbandonare paure ataviche di improbabili disgrazie, imprevisti, guai improvvisi che ci farebbero trovare in difficoltà senza il sostegno di qualcuno al nostro fianco, sia esso un amico o il capogruppo di un tour organizzato. Se facciamo un excursus nel passato scopriremo che di rado abbiamo dovuto affrontare situazioni così pericolose da necessitare l’intervento di qualcuno al nostro fianco. E se anche è successo sono sicuro che nella maggioranza dei casi ce la saremmo potuta cavare da soli.

Siamo più propensi a sperimentare un viaggio senza meta e senza vincoli: andare per il gusto di andare…perdersi, fermarsi, riflettere, gioire, vivere!

Una volta a casa sarà più bello riabbracciare e ritrovare le persone a cui teniamo.

Annibale

http://vitafrugale.blogspot.com/

Segui Voglio Vivere Così anche su Facebook