Il manuale per viaggiare da soli

 

La rete è davvero uno strumento da cui, ormai, non si può prescindere. Di qualunque cosa si voglia parlare il web, se usato con intelligenza, diventa un’opportunità per fare le cose in modo diverso, fisiologicamente aperte a nuovi sviluppi. È il caso di questo piccolo e-book “Manuale per viaggiatori solitari” scritto da Virginia Fiume e pubblicato dall’editore on line 40k, pensato per tutti quelli che vogliono fare l’esperienza di viaggiare da soli.

Con Virginia voglio entrare subito nel vivo della questione, prendendo come pretesto un post molto critico che giudicava il suo libro come qualcosa di inutile, estraneo al vero viaggiatore solitario. E Virginia si dimostra subito disponibile a partire da una critica negativa per iniziare un discorso articolato su molte cose, dal viaggiare al turismo.

“Come rispondi- chiediamo – a quella critica”? “Beh, cominciamo con il dire che io ho dichiarato fin dall’inizio di avere scritto un breve manuale e non una bibbia sul viaggiare da soli. Questo testo va inquadrato come un flash-libro per due motivi fondamentali.

Il primo perché è pubblicato in una collana che nasce proprio per dare spazio a libri brevi. Il secondo motivo è legato al fatto che trattandosi di e-book nasce proprio per essere fruito come tale; quindi ho inserito molti link a siti che fanno approfondimento e che possono dare informazioni più dettagliate. Il caso più evidente è il link che riporta all’intervista che ho fatto alla travel-coach. Questa ragazza ha l’autorevolezza di chi al viaggio ha dedicato davvero la vita al punto da farne una professione. Insomma il mio progetto era quello di creare qualcosa che potesse essere uno strumento e, come tale, utile per orientarsi in questo argomento.”

E credo si possa dire che ci sia riuscita, almeno questo è ciò di cui sono profondamente convinta. Il libro, pur nella sua snellezza, appare subito come qualcosa di professionalmente costruito. Un progetto appunto, una parte di un discorso più ampio, in cui il viaggio diventa qualcosa di cui si può parlare da tanti punti di vista: ognuno scelga quello che sente più somigliante a sé. Consigli, testimonianze, link. Un’interattività che, a mio avviso, ha un andamento molto simile a quello di un viaggio: una strada principale e tante strade laterali che si aprono a chi ha la curiosità di percorrerle. Non posso negare che uno degli elementi di maggior interesse di questo libro sia proprio la tecnica di comunicazione usata, che suggerisce senza necessariamente dire cosa sia più importante approfondire. E questo è tipico di internet: un medium che, anche graficamente, a differenza della carta non da gerarchie di importanza di contenuti.

Virginia è una ragazza che sembra avere le idee molto chiare e che la comunicazione la conosce, grazie anche a un passato come web editor, esperta di politiche culturali e di consulente culturale. “Ora – dice – mi occupo di story telling. Un settore che in Italia non è ancora sviluppatissimo e che a me piacerebbe applicare anche ai viaggi. I miei progetti sono infatti legati comunque al viaggio. Mi piacerebbe, utilizzando anche il libro come pretesto di discussione, creare relazioni tra community che, a vario titolo, si occupino di viaggi.” E qui è interessante notare come il viaggio e internet possano diventare, per una giovane donna, la base su cui costruire un progetto di lavoro.

* foto sopra di Lillo Montalto Monella (www.ilmonella.com)

Con Virginia il suo libro diventa l’occasione per parlare di viaggi e turismo in genere: “Ho scritto questo libro non con l’intento di fare necessariamente l’elogio del viaggiare da soli; credo che questo sia solo un modo ma non IL MODO. Viaggiare da soli è un’esperienza da fare ma non la considero l’unica forma autentica di viaggiare.” E qui la chiacchierata si sposta sulla differenza tra viaggiatore e turista, una dicotomia spesso invocata con eccessiva superficialità e non poco snobismo:” Io non credo esista il vero viaggio non turistico. Insomma credo che sarebbe meglio relativizzare il concetto di autenticità.

Cos’è l’autenticità del viaggio. In fondo penso che anche al viaggiatore più scafato sia capitato di cadere nella trappola di qualche cosa di spudoratamente turistico. E, d’altra parte, se uno ha una buona dose di curiosità, anche la situazione più “turistica” può rivelarsi un viaggio. Credo che la vacanza sia qualcosa che interrompe la quotidianità e il viaggio un “momento”, uno sguardo consapevole diciamo così. E questo e possibile anche durante una vacanza.”

Il discorso turismo ha molti rivoli e Virginia li affronta con notevole entusiasmo e consapevolezza. E assolutamente zero snobismo. “Credo che poi, sempre rispondendo ancora alla critica da cui siamo partiti, bisognerebbe intendersi su cosa significhi “viaggiare da soli”. Anche una vacanza studio può essere un viaggio in solitaria. E poi viaggiando non si è mai soli, se si vuole. E sempre una questione di mentalità, di curiosità e apertura verso gli altri. Per questo nel libro suggerisco anche cosa fare, se si vuole, per contattare persone sconosciute che vivono nel luogo in cui abbiamo deciso di andare.”

Virginia introduce anche un altro elemento interessante e cioè la valenza politica che, spesso, assume il marketing turistico: “Ti faccio l’esempio – continua Virginia – di Israele. Il paese sta investendo molto per promuovere l’immagine di Tel Aviv come città gay friendly. Questo è sicuramente importante ma talvolta viene usato come schermo per eludere altre criticità del paese.” E per questo motivo una parte del libro è dedicata anche ad alcuni consigli su come organizzare un viaggio in quelli che sono considerati paesi a rischio. Insomma a noi il progetto che sta dietro questo piccolo manuale è piaciuto.

Per conoscere meglio Virginia e le sue attività leggete il suo blog http://virginiafiume.wordpress.com/

Interessante anche il sito hobomondo.wordpress.com

A cura di Geraldine Meyer