Gaarawè, una comunità particolare

Di Nicole Cascione

Gaarawè, una comunità basata sull’economia della sufficienza, in grado di produrre cibo e beni di prima necessità sia per il consumo interno che per offrire ospitalità ai visitatori. Questo l’encomiabile progetto di Lele che un giorno, stanco di una società consumistica, ha deciso di trasferirsi a vivere e lavorare in Thailandia e insieme alla sua compagna Thai Touch ha dato vita ad un progetto ambizioso che si rivolge a tutti gli individui che vogliano serenamente partecipare come semplici vacanzieri, soci o collaboratori, allo sviluppo di una comunità.

Lele, come e quando nasce il progetto Gaarawé?

Gaarawé era un sogno che ho perseguito per anni. Il nome deriva da un albero rampicante, i cui fiori emanano un profumo unico. Una volta lasciato il fardello del capitalismo, ho girato per tre anni la Thailandia con un motorino, visitando foreste, cascate, villaggi, templi e comunità. È stata un’esperienza straordinaria che mi ha arricchito, ma è stata anche una ricerca che mi ha portato alla realizzazione di un villaggio, nato con la speranza di trasformarlo in una comunità di persone interessate a partecipare.

Mi hanno sostenuto amici che hanno creduto in un cambiamento sociale e di stile di vita. In primis il mio amico omonimo Emanuele, scienziato, fisico e matematico, ricercatore del CERN, che mi ha affiancato nella ricerca e sostenuto economicamente; la sua consulenza è sempre molto preziosa, ma ancora di più la sua amicizia.

Nei momenti in cui pensavo di non farcela lui c’è sempre stato. Finalmente, a dicembre 2014, abbiamo trovato un terreno carico di energia sulla sponda del fiume Khao Sok. Amici, investitori e volontari mi hanno aiutato a realizzare la prima fase: preparare le strutture ricettive necessarie ad ospitare i primi avventori.

Gaarawé comunità

Di cosa tratta nello specifico?

Il progetto si propone di creare una comunità basata sull’economia della sufficienza, che sia in grado di produrre cibo e beni di prima necessità sia per il consumo interno che per offrire ospitalità ai visitatori.

La comunità opererà in armonia tra gli esseri viventi e l’ambiente circostante. Essa vivrà in rete, sia in senso virtuale come rete di scambio di informazioni e contatti, che in senso reale, creando relazioni di scambio umane e commerciali, con compartecipazione per vivere in un luogo dove “il senso della vita” sia basato sull’empatia e sulla simbiosi Uomo-Natura. Lo studio e la ricerca della permacultura sarà la nostra linea guida.

Chi c’è dietro il progetto?

In sede stabile siamo io e la mia compagna Thai Touch. Insieme ad alcuni soci di capitale abbiamo dato inizio ai lavori. E’ passato meno di un anno dall’insediamento e gente proveniente da ogni parte del globo ci ha raggiunto: amici e molti volontari, chi per qualche settimana, chi per alcuni mesi. Per tre mesi avremo come ospiti Moreno e Sara. Ragazzi giovani, preparati e professionali, che stanno dirigendo i progetti di permacultura: orti sinergici, progettazione e strutture in argilla. Con il loro arrivo, il villaggio ha fatto dei progressi straordinari.

Luigi e Valentina con la figlia Asia di due anni, qui per sei mesi e intenzionati a restare, si propongono di produrre per il villaggio prodotti biologici, come detergenti per lavanderia, per la cucina e per il corpo. A dicembre ci raggiungerà Elena, uno straordinario architetto che lavora con la geometria sacra e verso la metà di gennaio spero di presentare il progetto al pubblico, insieme al sito web. Chiunque collabori attivamente con ruolo e con meritocrazia allo sviluppo del villaggio diviene socio, ogni quota ha il valore di diecimila bath, circa 250 euro.

Gaarawé comunità

In quale zona della Thailandia si sviluppa?

Ci troviamo nel sud-ovest della Thailandia, a 200 km da Phuket. Immersi nel verde, tra due parchi nazionali e accarezzati dal fiume Khao Sok. La più antica foresta pluviale del globo. Qui ci sono evidenti segnali di qualità di aria e acqua: lucciole, api, vermi, serpenti e centinaia di specie che popolano queste terre. Tra dicembre e gennaio fiorisce la “rataflesia”, il fiore più grande del mondo. Queste sono le coordinate: lat 8.865077° long 98.715619°.

Quali sono i propositi che la comunità intende portare avanti?

Non si vuole imporre a priori nessuna struttura particolare, ma ci si aspetta che la comunità si auto-organizzi, soprattutto agli inizi, dato il numero esiguo dei partecipanti. Occorre portare avanti una cultura di compartecipazione e promuovere una società fatta di “doveri prima che di diritti”, con la speranza di usare la tecnologia a servizio dell’uomo e non il contrario. Ci proponiamo, pertanto, di creare un luogo dove gli individui possano serenamente partecipare: come soci, semplici vacanzieri, investitori o collaboratori.

Sarà premiata la meritocrazia e le capacità professionali. L’obiettivo è quello di raggiungere la sovranità alimentare e l’indipendenza collettiva, facendo vivere la comune ad un pubblico internazionale. Vogliamo proporre una crescita cosmopolita, inserita nelle tante diversità che, per fortuna, esistono già in Thailandia grazie a Sua Maestà Bhumibol Adulyadej.

Gaarawé comunità

A chi si rivolge Gaarawé?

Gaarawé si rivolge a tutti gli individui che vogliano serenamente partecipare come semplici vacanzieri, soci o collaboratori, allo sviluppo di una comunità che al suo interno fornisca innanzitutto i servizi fondamentali alla vita (alimentazione, alloggio, intrattenimento) e che sia poi in grado di produrre abbastanza da sviluppare un mercato esterno (produzione e vendita di prodotti biologici). Stiamo cercando collaboratori attivi che credano nel progetto e vogliano vivere stabilmente o temporaneamente nel villaggio per iniziare varie attività commerciali-etiche.

Fino ad ora cosa è stato realizzato e quali sono i progetti ancora in via di sviluppo?

Siamo partiti da un terreno incolto da anni. Ora abbiamo preparato la stradina, l’impianto elettrico e quello idrico; l’acqua che arriva direttamente dal fiume viene lasciata decantare in bellissimi otri artigianali. Abbiamo un enorme gazebo in bambù sotto al quale ci ritroviamo per i pasti e per trascorrere le serate chiacchierando, divertendoci con qualche gioco da tavolo o guardando qualche film; nel nostro cinema sotto le stelle non manca mai la visione de “Il Pianeta Verde” di Coline Serrau, film di speranza e ispirazione.

Qui abbiamo anche la cucina e i servizi igienici in comune. Tutt’attorno sorgono sette deliziose capanne di bambù e un’officina fornita di tecnologia per artigiani. Nel terreno ci sono vari alberi da frutto, gli orti sinergici e l’accesso al fiume ove ci rinfreschiamo dopo il lavoro. Abbiamo già iniziato ad ospitare dei turisti. Possono visitare nei dintorni i luoghi che ho esplorato in questi anni: cascate, cave straordinarie, templi, acque termali, trekking con percorsi bellissimi, gite in canoa e anche una visita alla grande diga.

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Ci sono ancora molti progetti “in cantiere” da iniziare appena ce ne saranno le condizioni. Questi sono il dormitorio per i volontari, un ristorante italo-thailandese, un centro massaggi, una scuola e sala congressi per tenere differenti corsi (permacultura, massaggio thai, yoga, ecc.), un cinema e un resort. Tutto ottenuto con costruzioni naturali e materiali del luogo, come argilla e bambù.

Gaarawé comunità

Di quali figure professionali necessita al momento Gaarawé?

Ogni figura professionale è ora benvenuta per espanderci. In particolare sarebbero benvenuti:

  • il sopralluogo di un geologo;
  • permacultori e agricoltori con esperienza in ambito biologico;
  • artigiani con esperienza di lavorazione di legno e bambù;
  • idraulici ed elettricisti (nel mio sogno il villaggio è illuminato con fibra ottica) con esperienza in energie rinnovabili.

Ma anche a tutti quelli che desiderano vivere in simbiosi con la Natura e volenterosi di imparare a lavorare a contatto con la Madre Terra.

Lele, raccontami qualcosa di te.

Mi ritengo un uomo fortunato, vivo il mio sogno. Sono consapevole delle cose che ho e delle cose a cui ho rinunciato per averle. Ho una compagna di vita straordinaria, un amico che ha creduto in me e la terra che sognavo. Quello che non ho è una televisione, un’automobile, un social network prima del progetto, per qualche anno ho rinunciato al cellulare e tanto ancora. Ogni rinuncia mi ha reso felice. Sinceramente provo compassione e tristezza per chi ancora guarda la televisione, chi tiene il dito sempre sul cellulare e mantiene abitudini che distruggono l’umanità.

Se qualcuno volesse entrare a far parte del progetto cosa deve fare?

Semplicemente venire a trovarci, passare del tempo con noi, proporsi per uno o più ruoli nei quali sente di poter dare maggior contributo. Al momento non abbiamo ancora entrate e i volontari che ci raggiungono ci aiutano con le spese alimentari, dato che non abbiamo ancora raggiunto l’autosufficienza. Altri che vogliono partecipare parzialmente o in sede stabile alla vita attiva contribuiscono con un modesto investimento, a seconda delle esigenze individuali e delle priorità del villaggio. Una Comunità aperta e tutta da inventare in un luogo ricco di risorse, che possa diventare di ispirazione per l’umanità.

Per chi desidera saperne di più riguardo le intenzioni, le risorse umane e la pianificazione del progetto, contatti Lele:

khao.sok.project@gmail.com

I bambini che cresceranno in questi luoghi saranno i Giudici del nostro futuro.

Lele & Co.