Fabrizio, qual è stato il motivo del tuo trasferimento?

Ho deciso di trasferirmi a Londra dopo aver conseguito la laurea triennale in un’università pubblica in Italia e con la prospettiva di trovare un lavoro, con salari maggiori e prospettive di carriera migliori di quelle che avrei potuto avere in Italia.

Di cosa ti occupi a Londra? E di cosa ti occupavi in Italia?

In Italia ero uno studente. A Londra ho svolto tanti lavori, ma ancora non ho trovato quello che mi permetta di pensare ad una carriera. L’importante è continuare a cercare, perchè in questa piazza, se sai lavorare, vai avanti.

Da qualche tempo è uscito il tuo e-book: “Derubati Consapevolmente – The Italian Diaspora”? Cosa ti ha spinto a scriverlo? Quando e per quale motivo ne hai sentito la necessità?

L’ebook nasce dalla voglia di raccontare com’è davvero la condizione di emigrante, cercando di sfatare alcuni miti che si sono creati e consolidati negli ultimi decenni. Ogni giorno migliaia di giovani arrivano a Londra o si spostano in altre città, con la convinzione e la speranza di trovare un futuro migliore, preferibilmente in fretta. La realtà è che un futuro migliore può anche esistere, ma bisogna essere consapevoli di quello che si affronterà in un Paese diverso, con cultura e dinamiche differenti. Si tratta di un breve ebook che vuole raccontare la nuova emigrazione, diversa da quella raccontata dai giornali e dai media, che parlano solo di storie di successo e, a mio parere, contribuiscono ad incrementare l’idea che all’estero sia più facile e che tutti ce la possano fare. Sicuramente questo è vero, ma al momento solo in pochi ce la fanno, mentre la maggior parte è costretta a tornare in Italia, perché non è riuscita a trovare quello che cercava.

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Derubati Consapevolmente – The Italian Diaspora emigrati

Perché questo titolo?

Il titolo deriva dalle sensazioni che le ultime due generazioni di giovani italiani hanno provato e provano tuttora ogni giorno, ovvero quella di non poter pensare al futuro perchè il presente non gli permette di farlo o quella di essere costretti a cercare qualcosa all’estero, dovendo lasciare un bagaglio di emozioni ed affetti nel Paese che li ha cresciuti.

Ti sei avvalso dell’aiuto di qualcuno nella stesura?

Per la stesura ho dovuto intervistare molte persone, con diversi background ed esperienze e con diversi punti di vista sull’emigrazione attuale e sulla loro condizione di emigranti. Attraverso le loro storie ho potuto capire meglio come si è evoluto il fenomeno negli ultimi anni, quali e quante cose sono cambiate e, soprattutto, le loro sensazioni sull’Italia e la loro visione del futuro.

Quanto lavoro c’è dietro il tuo testo?

Sono diverse le parti che hanno richiesto un maggiore impegno, come quella riguardante le interviste o quella relativa alla ricerca di informazioni su argomenti diversi, come le leggi per l’incentivo al ritorno degli emigrati in Italia o il numero effettivo degli italiani che vivono in un Paese estero e il rispettivo impatto che questo fenomeno ha sull’economia italiana. Ho cercato di dare una visione soggettiva e oggettiva allo stesso tempo, così da fornire al lettore diverse sfaccettature del fenomeno che viene descritto.

Come è strutturato?

È strutturato in sei capitoli, rigurardanti temi come l’università, la ricerca del lavoro, il processo di selezione e le differenze culturali. Ogni capitolo è composto da una parte narrativa, che racconta la mia storia di ragazzo emigrato a Londra e delle mie avventure quotidiane, una parte descrittiva, dove si trattano argomenti relativi all’attuale situazione italiana, ed una parte con testimonianze dirette di ragazzi, dai 23 ai 40 anni, che parlano della loro esperienza all’estero.

E’ in un certo senso autobiografico?

Sì e no. È la storia di tutti quelli che hanno deciso di trasferirsi all’estero e che si sono dovuti raffrontare con un’altra realtà. Tutti hanno vissuto le stesse situazioni e le stesse difficoltà. Ho semplicemente raccontato la quotidianità che viene spesso ignorata quando si raccontano queste storie.

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Nel tuo ebook tendi a fare chiarezza sul fenomeno dell’emigrazione giovanile e sui falsi miti che la caratterizzano. Ci sveli qualcuno di questi falsi miti?

Uno dei falsi miti che vengono sfatati è la facilità di trovare subito un’occupazione, in grado di garantire una carriera ed un futuro. Sono cresciuto in Italia e prima di partire ho sempre pensato che bastasse fare un’esperienza all’estero di qualche anno, per poi ritornare in Italia, con un’esperienza lavorativa in più e qualche soldo messo da parte. Adesso non è più così; l’esperienza che si vive è sicuramente importante sul lato umano, ma per quanto riguarda l’aspetto lavorativo e salariale qualcosa è cambiato.

Un altro mito è quello che studiare all’estero, Erasmus esclusi, sia una cosa per studenti superdotati e/o facoltosi. In realtà non è così, basta solo informarsi un po’ e si scopre che non è del tutto impossibile.

In base alle tue esperienze e conoscenze acquisite nel tempo, questo processo di emigrazione da cosa è scaturito?

L’emigrazione attuale nasce dalla staticità del sistema italiano e dall’impossbilità di cambiare le cose. Chi emigra cerca un futuro, uno stipendio migliore o semplicemente cerca di poter provare a realizzare i propri sogni. In Italia tutto questo è molto più complicato e sicuramente, un sistema governato da vecchi, non aiuta le nuove generazioni.

Un’ultima domanda: dove è possibile acquistare il tuo ebook?

È possibile acquistarlo in tutti i negozi di libri online, come Amazon, Lulu, Mondadori.it, Feltrinelli.it e tanti altri, a solo €1,99.

diasporaitaliana@gmail.com

A cura di Nicole Cascione