Vinto perché hanno trovato un luogo più adatto a loro e dove il modus vivendi si collima meglio con la loro personalità. Ma non solo. E già perché se tutto si fermasse qui sarebbe troppo facile. L’autore analizza anche l’altra parte della stessa medaglia, ossia ci racconta di italiani che sono rimasti che hanno strinto i pugni, che si sono aggrappati con le unghie e i denti alla loro terra e si sono reinventati. Anche costoro sono vincitori, vincitori di cui troppo poco si parla e si racconta. Insomma un vademecum che vademecum non è, pertanto ci viene più facile vederlo come una prima pietra verso la rinascita di ognuno, colta attraverso i mille input dipanati come siti, blog, storie e tanto altro ancora. Questo che è il terzo libro di Marco Mengoli, vuole tenere il filo con i precedenti dedicati al low cost, sì certo si discosta decisamente come argomento dagli stessi, ma tratta comunque all’interno temi che si collimano perfettamente con la crisi che stiamo vivendo e qui non si parla solo di crisi economica, forse la meno brutale, ma di quella culturale e di valori. All’interno, il lettore può godere di una interessante prefazione di Luca Telese, conduttore e giornalista di lungo corso, da alcuni anni a Matrix Canale5 e a seguire tra storie di chi è andato e chi è rimasto troverà anche vignette incisive che spezzano il ritmo e danno un colpo di spugna per ripartire con l’ennesima storia e avventura di chi a modo suo ce l’ha fatta, sia che faccia parte di “chi va” sia di “chi resta”. Perché come dice Mengoli – non i sono vincitori né vinti, ma tante persone piene di ideali, voglia e idee –.

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