Siamo tutti nati per essere felici come essere felici

L’autore

Christian Boiron, imprenditore di successo, definito in Francia “manager filosofo”, Presidente del Gruppo Boiron e di Boiron Italia, azienda produttrice di medicinali omeopatici, fondata dal padre e dallo zio ottanta anni fa e adesso numero uno a livello mondiale (4000 impiegati, presente in 50 paesi nel mondo). Laureato in Farmacia, ex vicesindaco di Lione (89-92), docente nella facoltà di medicina di Lione, è da sempre impegnato nel sociale e nella ricerca. Dopo il suo primo libro “Le ragioni della felicità” (Franco Angeli, 2001), questo è il suo secondo libro sul tema della felicità.

La felicità non è il piacere

Secondo l’autore, per ognuno di noi è possibile acquisire la felicità in modo duraturo e profondo. Christian Boiron ci dimostra, infatti, che la ricerca della felicità non è solo una possibilità ma anche e soprattutto un dovere etico e ci indica la strada: una comprensione del meccanismo psicologico e del ruolo dei diversi piaceri e della felicità.

Boiron ci ricorda che spesso la felicità viene confusa con il piacere. In realtà la felicità è qualcosa di ben diverso: è lo stato in cui si riesce a esprimere il proprio essere autentico e a sentirsi ogni giorno più liberi. Nelle pagine del suo libro Boiron spiega che la felicità ha origine nella parte del cervello che solo l’uomo ha, cioè la neocorteccia, sede dell’intelligenza razionale ed intuitiva. La vera felicità, quindi, non ha niente a che vedere con il piacere fisico (fame, sete, sonno, sesso) né con il piacere psichico (essere amato, o riconosciuto, l’istinto di competizione, l’istinto materno). La felicità non dipende né dalla ricchezza, né dalla salute, né tantomeno dallo status sociale: dipende solo dalla capacità di accettarsi veramente e di prendere consapevolezza di sé. Ma soprattutto, la felicità è normalità: siamo tutti “programmati”, “costruiti” per essere felici, è una questione biologica. La felicità, per Christian Boiron, è in ognuno di noi. Ma c’è di più: è nostro dovere etico e biologico trovarla e coltivarla, anche perché – come sottolinea l’autore – la felicità è l’unico modo per rendere felici gli altri!

La “ginnastica della felicità”

Ma perché, allora, la felicità può sembrare irraggiungibile? Cosa ci impedisce di essere felici? Boiron ha dedicato 40 anni di studi al tema della felicità e nel suo libro spiega l’esistenza di condizionamenti che ci impediscono di essere noi stessi e quindi di raggiungere la felicità. Prenderne coscienza è, secondo lui, il primo passo per iniziare a conquistarla. L’autore approfondisce questo spunto di riflessione attraverso dei consigli concreti. Suggerisce, infatti, una serie di esercizi semplici, originali e alla portata di tutti, che lui chiama la “ginnastica della felicità”. Praticando quotidianamente questi esercizi, si potrà già in sei mesi riappropriarsi della propria vita, cambiare prospettiva ed esprimere il proprio sé. Il libro, quindi, non si limita solo a gettare le fondamenta della felicità come stile di vita, ma invita il lettore a mettersi in gioco in prima persona nel proprio quotidiano. Alcuni esempi? Imparare a conoscersi e a gestire le emozioni; ritagliarsi dei momenti di silenzio per meditare; scrivere il proprio “libro di filosofia” dove appuntare i pensieri più profondi; “masticare” la vita cercando di vivere appieno ogni istante; liberarsi dal senso di colpa; sdrammatizzare, perdonare e perdonarsi; esprimere liberamente il proprio senso artistico; coltivare l’istinto alimentare attraverso una dieta adeguata.

Nati per essere felici come essere felici

Il sogno come progetto

Se, come afferma Christian Boiron, la felicità non è più un sogno irraggiungibile, quale ruolo hanno però i sogni nella ricerca della felicità? Su questo tema Christian Boiron distingue il “sogno come rifugio” dal “sogno come progetto”, un argomento sicuramente molto caro ai lettori di questo portale e che merita di essere approfondito. Secondo l’autore, il “sogno come rifugio” rappresenta una fuga davanti alla realtà e si limita ad essere un momento di oblio in un mondo che ci sforziamo di accettare. Quello che Boiron chiama invece il “sogno come progetto”, dà il segno della capacità immaginativa di un individuo o anche di un gruppo ed è all’origine di ogni innovazione e di ogni avventura. Se il primo rappresenta quindi una specie di fuga dalla realtà ed è fine a sé stesso, il secondo ha invece un’accezione positiva, ha un valore propulsivo, perché spinge il soggetto non solo a delineare la sua idea di felicità ma anche ad essere proattivo nel ricercarla.

Felicità e nuove prospettive

In “Siamo tutti fatti per essere felici” Christian Boiron allarga la riflessione sulla felicità confrontandosi con temi quali la religione, la fede, la scuola, la malattia, l’amore, la morte. Nel capitolo “A scuola di felicità”, per esempio, viene teorizzato un nuovo tipo di scuola che insegni ai bambini a comprendere la vita. In questo senso la scuola – ridefinita negli obiettivi e nei programmi – potrebbe diventare un vero e proprio vivaio di persone felici, in grado di esprimere, in futuro, il proprio sé profondo.

Nel capitolo “L’azienda felice” Christian Boiron approfondisce il tema della felicità e del lavoro, descrivendo un modello di azienda in cui il profitto non è più l’obiettivo, ma il risultato dell’espressione creativa dei dipendenti. Boiron ha da sempre basato lo sviluppo della sua azienda su tre aspetti fondamentali: la competenza scientifica, l’umanismo, e la semplicità. Il management, da lui inteso, si interessa più alla felicità che al piacere delle persone, perché più la persona è realizzata, più è felice nel suo lavoro, e più il suo lavoro è efficace.

Ma come può un’azienda ispirarsi concretamente alla ricerca della felicità, e diventare quindi “un’impresa neocorticale”? Secondo Christian Boiron, è molto importante innanzitutto l’esistenza di una comunicazione fondata sull’autenticità e sulla trasparenza. All’interno dell’azienda felice, la creatività è per tutti fonte di realizzazione. E’ importante, inoltre, che tutti nutrano rispetto per gli altri e fiducia in sé stessi e che vi sia un progetto forte e chiaro. Nel suo libro Boiron approfondisce il concetto di progetto – già citato a proposito del tema del sogno – e sottolinea la differenza rispetto al concetto di “obiettivo”. L’obiettivo è limbico, parte dal principio che l’essere umano è debole e pigro e va spronato. Il progetto invece è neocorticale, esprime una volontà profonda a livello individuale e collettivo e in questo senso favorisce lo sviluppo della felicità. Nella visione di Boiron, il progetto si associa quindi all’idea di flessibilità, di orientamento che guida la vita e di possibilità di fare scelte intelligenti. In tal senso, l’azienda felice è quella dove la produttività è frutto della partecipazione creativa di tutti, a sua volta alimentata e motivata da rispetto fiducia, informazione, partecipazione alle decisioni e adesione al progetto d’impresa.

Siamo tutti fatti per essere felici”, un libro che si interroga sul senso vero della felicità e che invita a viverla come stile di vita!

Christian Boiron è anche di:

– “L’homéopathie, un combat scientifique” con Jean Rémy (Albin Michel – 1990 – esaurito)

– “E se pensassimo altrimenti la vita?” (Tecniche Nuove – 1995 – esaurito)

– “Le ragioni della felicità” (Franco Angeli – 2001)

– “Il futuro dell’omeopatia” (Tecniche Nuove – 2004)