La storia di Luca, chef in Australia

Luca Radaelli, 24 anni ed un bagaglio di esperienze all’estero nel campo della ristorazione. A soli 21 anni decise di trasferirsi a vivere e lavorare in Thailandia, dove ha aperto un ristorante insieme ad un socio, ma a due anni dall’apertura, il desiderio di “cambiare aria” e la voglia di nuovi stimoli, lo portarono in Australia dove attualmente lavora come chef nel ristorante Mandala, situato in uno splendido vigneto, nella Yarra Valley.

Un suo sogno nel cassetto è quello di creare un’agenzia di recruitment per l’Australia: “L’intenzione è quella di inserire nel mondo del lavoro australiano ragazzi e ragazze con un età compresa tra i 18 e i 30 e con l’esperienza giusta nell’ambito ristorativo. L’obiettivo è quello di dare una sicurezza lavorativa a ragazzi prima ancora di arrivare sul territorio australiano”.

Luca, raccontaci qualcosa di te:

Ho 24 anni, sono nato a Genova, ma sono cresciuto in provincia di Como con una piccola parentesi in Canada, dove mio padre aveva un’azienda.

Ho frequentato la scuola alberghiera a Chiavenna, ad un’ora da casa mia e, nell’estate tra la quarta e la quinta classe superiore, ho lavorato per 3 mesi in un ristorante a San Diego in California. Terminata la scuola, dopo aver lavoricchiato qua e là in Italia, sono partito per il Canada, dai miei zii, dove ci sono rimasto per tre mesi.

Poco dopo essere rientrato dal Canada, trovai lavoro come sous chef in Thailandia, per una compagnia che possiede molteplici ristoranti sul territorio. Ho lavorato un anno per loro, fino a quando, all’età di 21, insieme ad un collega di lavoro diventato mio amico, abbiamo deciso di aprire un ristorante. Abbiamo gestito insieme il ristorante per 2 anni, poi ho deciso di vendere la mia quota.

Ho lavorato altri 8 mesi per un famoso ristorante di Phuket come chef, poi sono tornato in Italia, per ripartire dopo pochi mesi per l’Australia, dove ho lavorato come chef in uno dei luoghi di villeggiatura più famosi del Victoria (Sorrento) in un ristorante italiano.

Ora, dopo aver ottenuto lo sponsor Visa dal mio attuale datore, lavoro per un ristorante in un vigneto nella Yarra Valley, regione vinicola australiana e nel frattempo mi sto organizzando per prendere il visto permanente.

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L’obiettivo è di ottenerlo in meno di un anno per poter avviare un’attività in proprio qui. Intanto, insieme ad un amico in Italia, stiamo organizzando un’agenzia di recruitment per l’ Australia. Ci occuperemo di selezionare personale alberghiero qualificato e trovare loro lavoro sul territorio australiano.

Luca Radaelli, Australia chef

A 21 anni hai aperto un ristorante con un tuo amico in Thailandia. Un’esperienza decisamente importante data l’età. Come siete riusciti a realizzare un progetto così importante? Quali sono state le difficoltà contro cui vi siete scontrati?

Le difficoltà sono state sicuramente molteplici. L’idea iniziale era quella di mantenere le cose il più semplici possibile, evitando di spendere cifre eccessive. Così ci mettemmo alla ricerca di un locale che andasse bene per il nostro progetto.

Una volta trovato il locale, iniziammo praticamente da zero a tirar su il ristorante. Grazie anche alle conoscenze fatte nell’anno precedente, comprammo la cucina, che poi abbiamo installato e per la sala ci affidammo ad un amico falegname che realizzò tavoli, sedie e bar ad un ottimo prezzo. Impiegammo più o meno due mesi solo per la “costruzione” del locale.

Terminato il lato pratico, ebbe inizio quello burocratico, alquanto difficoltoso vista la confusione delle leggi Thai in merito, per cui ci rivolgemmo ad un avvocato/commercialista che sistemò tutto e ci permise di avviare l’attività. Così, dopo mille peripezie, aprimmo il nostro ristorante.

Perché dopo due anni hai deciso di vendere la tua quota?

Decisi di vendere soprattutto perché sentivo il bisogno di cambiare aria, mi sentivo intrappolato nel posto, non c’erano più gli stimoli giusti per poter proseguire l’avventura. Una volta passata l’ebbrezza del lancio del locale eravamo entrati in una certa routine di lavoro.

Poi, anche se il locale andava discretamente bene, riuscendo a darci anche qualche soddisfazione, non navigavamo certo nell’oro. In sostanza mi permetteva di mantenermi bene, ma non c’erano grandi possibilità di risparmio ed espansione ed io, che difficilmente mi accontento, volevo di più. Così decisi di cambiare aria…

La Thailandia è una terra bellissima, perché hai deciso di spostarti in Australia?

Rientrato dalla Thailandia l’idea iniziale era quella di rimanere per un po’ in Italia e poi ripartire verso Bangkok, alla ricerca di un nuovo lavoro sempre in ambito ristorativo.

Invece poi, parlando con un amico, venne fuori l’opportunità di lavoro ad Acquolina, un ristorante italiano di Sorrento (in Australia), occasione che colsi al volo. Contattai immediatamente il datore, il quale dopo un colloquio mi offrì il posto di lavoro. Cosi feci i bagagli e partii verso la terra dei canguri.

Luca Radaelli, Australia chef

Pensi che in Australia ci siano maggiori possibilità professionali?

Sicuramente sì. L’Australia è un Paese in grado di offrire un sacco di sbocchi professionali in moltissimi campi, specialmente in quello alberghiero/ristorativo. Soprattutto in questo momento, per come stanno andando le cose nel resto del mondo e nello specifico in Italia, è sicuramente uno dei posti migliori per vivere e provare a costruire qualcosa.

Penso che l’Australia sia in una fase straordinaria di sviluppo, in cui la mano d’opera qualificata come può essere la mia, sia valorizzata al massimo. Inoltre qui ci sono possibilità di lavoro anche per persone meno qualificate, ma con voglia di fare, per esempio io ho moltissimi amici che lavorano come camerieri o baristi, che in Italia facevano tutt’altro, questo è possibile grazie al governo australiano che elargisce migliaia di working holiday visa ogni anno.

Attualmente lavori per un ristorante in un vigneto della Yarra Valley. Di cosa ti occupi nello specifico?

Ora lavoro come chef di cucina per il ristorante Mandala nella Yarra Valley. Il ristorante è situato all’interno del vigneto, dove vengono coltivate 8 tipi diversi di uva.

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Oltre alla vigna abbiamo da poco creato un orto, dove coltiviamo la maggior parte dei vegetali che utilizziamo poi in cucina. Nella specifico, oltre al lavoro “classico” in cucina, collaboro strettamente con l’executive chef della compagnia, nello sviluppo di una cucina biologica e naturale. Qui nel ristorante, la maggior parte dei prodotti utilizzati proviene proprio dalla Yarra Valley, da fattorie e agricolture biologiche.

Sembra un lavoro interessante, ma come sei riuscito a trovarlo? Hai seguito dei canali particolari? Ti sei rivolto a delle agenzie specifiche?

Il mio attuale lavoro l’ho trovato tramite conoscenze. Il mio capo attuale era spesso mio cliente nel ristorante di Sorrento (in Australia), dove lavoravo come chef, così una volta terminato il contratto con loro, mi ha proposto di lavorare per lui. Le agenzie di lavoro qui in Australia cercano soprattutto personale fisso con visti particolari, spesso trovare lavoro con il working holiday tramite agenzia è difficile.

Luca Radaelli, Australia chef

A proposito di visti, come si ottiene quello permanente?

Ottenere il visto permanente non è certo una cosa facile. Ci sono vari modi per farlo, il più facile è attraverso la sponsorizzazione di un datore di lavoro, si ottiene così un visto temporaneo della durata di 3 anni, poi dopo due anni di lavoro consecutivo per lo stesso datore di lavoro, si può applicare per il Permanent Visa.

Io sto cercando di stringere i tempi per ottenere il Permanent tramite il mio sponsor, per fare ciò però il governo australiano vuole verificare se la mia esperienza sia utile nel mio campo di lavoro in Australia, così sta conducendo un’indagine sulle mie esperienze lavorative passate.

Dopodiché, oltre alla presentazione di una valanga di documenti che attestino chi io sia io, dovrò preparare l’esame di inglese Ielts, che ho già superato precedentemente.

Quindi da quel che mi dici è difficile ottenerlo…

Sì, è sicuramente difficile da ottenere, ci sono dei criteri molto rigidi. Bisogna aver le qualifiche scolastiche e l’esperienza professionale giusta. Il governo australiano cerca professionisti in campi ben precisi, il loro obiettivo è quello di accrescere il Paese.

Non basta infatti aver lavorato come barista o cameriere per qualche anno, come molti pensano, ci vuole un percorso ben preciso, che parta dalla scuola e che si evolva via via con le esperienze sul campo di lavoro. Inoltre la maggior parte dei lavori ricercati è a livello manageriale.

Una volta ottenuto il visto permanente cosa conti di fare?

Sarà di certo un nuovo punto di partenza. Mi piacerebbe avviare una mia attività qui. Ho un sacco di idee per la testa, vedremo al momento opportuno.

Mi hai parlato anche dell’eventualità di creare un’agenzia di recruitment per l’Australia, potresti parlarci in modo più approfondito di questo progetto? A chi sarà rivolto? Fra quanto sarà attivo? Di cosa si occuperà nello specifico?

Questo progetto nasce soprattutto grazie alla collaborazione con un amico, che lavora nel settore dell’ hospitality recruitment.

L’intenzione è quella di inserire nel mondo del lavoro australiano ragazzi e ragazze con un età compresa tra i 18 e i 30 e con l’esperienza giusta nell’ambito ristorativo. L’obiettivo è quello di dare una sicurezza lavorativa a ragazzi prima ancora di arrivare sul territorio australiano. Selezioniamo il personale alberghiero in base ai curriculum che riceviamo, poi in base alla disponibilità di lavoro, cerchiamo di far combaciare la domanda e l’offerta.

Il servizio sarà disponibile a breve, ci stiamo lavorando. Comunque ci si può già candidare mandando il proprio c.v. all’ indirizzo mail: aus.hospitalityrecruitment@gmail.com.

Sei stato in Canada, in USA e in Thailandia,quale esperienza ti ha segnato di più? E perché hai deciso di fermarti proprio in Australia?

In generale tutte le esperienze che ho fatto sono state importanti. Andare a lavorare negli Usa a 17 anni, anche se solo per poco tempo, credo sia stata l’esperienza che mi ha aperto gli occhi sul mondo.

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Dopo i tre mesi passati in California capii che il mio sogno era quello di viaggiare e vivere in posti totalmente diversi. Ed è proprio quello che ho iniziato a fare una volta terminata la scuola. Il periodo in Thailandia, oltre ad avermi fatto scoprire una cultura stupenda come quella thai, mi ha fatto crescere soprattutto sotto l’aspetto caratteriale, oltre a farmi sentire più sicuro di me stesso e delle mie capacità.

Anche l’Australia è stata determinante. La decisione di fermarmi qui, è soprattutto legata al gran momento che l’economia australiana sta vivendo, alle possibilità che questo Paese è in grado di offrire ora e soprattutto in futuro.

Luca Radaelli, Australia chef

Cosa pensi possa darti questa terra rispetto alle altre?

Io sono dell’opinione che ogni paese, città o luogo sia in grado di offrire qualcosa di diverso e impareggiabile rispetto ad altri. Tutto sta nel riuscire a cogliere e vivere le cose migliori che ogni posto ha da offrirci. L’Australia ora come ora può offrire possibilità di lavoro, di investimenti, di stili di vita diversi e secondo me migliori, rispetto a tutti gli altri posti in cui sono stato.

Vivere in Australia ti regala delle soddisfazioni?

Questo è un Paese che come altri offre delle possibilità, poi sta a noi prenderle oppure no e riuscire a sentirsi soddisfatti per quello che si è fatto. Personalmente mi ritengo abbastanza soddisfatto di come stanno andando le cose qui e spero che in futuro vada sempre in meglio.

In base alla tua esperienza, cosa consiglieresti ai tuoi coetanei?

Sono dell’idea che ognuno di noi deve fare il proprio percorso. Il mio consiglio è quello di partire, viaggiare, visitare il maggior numero di posti possibile, poi le opportunità di lavoro, di carriera o di una vita nuova nascono quando meno te lo aspetti. L’importante è capire cosa si vuole fare nella vita, scegliere il proprio obiettivo e non avere paura di buttarsi in una nuova esperienza, di partire.

Quali sono i tuoi sogni e dove vedi il tuo futuro?

Di sogni ne ho tanti, non li dico tutti per scaramanzia. Il mio futuro sinceramente non lo vedo in nessun posto in particolare, ovvero, lo vedo ovunque. Mi piacerebbe riuscire a fare o a creare qualcosa che mi permetta di viaggiare spesso e anche di stare con la mia famiglia.

La mail: aus.hospitalityrecruitment@gmail.com

A cura di Nicole Cascione