Insegnare viaggiando con Bed&Learn

Un nuovo modo di viaggiare, di incontrarsi e di condividere; un modo per intrecciare l’insegnamento di ciò che si conosce con la voglia di imparare di chi ospita. Questo è bedandlearn.com., insegnare viaggiando, apprendere ospitando.  E se fosse vero che il mondo è dei visionari? O, restando nei nostri confini, se fosse vero che il riscatto di questo paese è nelle mani di chi prova a non rassegnarsi? In quello che, forse, è il periodo più difficile e cupo della nostra storia recente c’è qualcuno che prova a investire nelle idee. Anzi, in un’idea in particolare, quella del baratto, vecchia come il mondo ma rinnovabile in molte sfumature.

E lo fa dall’Italia. Per l’esattezza da un piccolo paese, San Giovanni Teatino, tra Chieti e Pescara. Andiamo con ordine e cerchiamo di raccontare questa bella storia e questa bella idea imprenditoriale.

Ne parliamo con Armando Verdini, titolare con altri soci della Tinfor Srl www.tinforsrl.com, azienda operante nel settore informatico dal 1991. “L’idea – ci dice subito – non è solo mia ma del gruppo di persone con cui lavoro. Tutto nasce durante una lezione di inglese. Una parola tira l’altra, un’idea ne trascina altre, fino ad arrivare a chiedere all’insegnante se avesse mai pensato di viaggiare facendosi ospitare in cambio del suo insegnamento della lingua inglese.” E lì si accende la lampadina.

“Ci è venuto in mente che ciascuno di noi ha delle competenze, grandi o piccole, che può insegnare e condividere con altri. A questa considerazione si è affiancata l’idea del baratto e il progetto ci è sembrato fattibile. Noi siamo tutti informatici per cui l’idea ci è apparsa subito realizzabile tecnicamente, ovviamente, attraverso la rete. Nasce così il progetto di Bed&Learn e il sito www.bedandlearn.com

Armando ha un tono molto entusiasta mentre ce ne parla, ma da imprenditore quale è già, oltre all’entusiasmo ha anche le idee molto chiare su come lavorare su questo progetto. “Sì, il sito è rimasto silente per un po’ poi abbiamo deciso di dargli vita, se così possiamo dire. E piano piano si sta muovendo. In due mesi abbiamo raccolto 100 iscrizioni. Certo, siamo proprio agli inizi ma ci crediamo moltissimo.” In cosa consiste di preciso? “Si tratta di un sito – prosegue Armando – in cui ci si può iscrivere gratuitamente, specificando dove si vorrebbe andare e insegnando cosa e intrecciare le proprie richieste con quelle di chi mette a disposizione la propria ospitalità perché desidera imparare qualcosa.” Ha ragione Armando, l’idea è quella dal sapore antico del baratto. Ma le idee “vecchie” possono essere rispolverate, rimesse in circolo e, per chi lo intuisce per primo, magari diventare anche un business. “Certo noi vorremmo anche farla diventare un’occasione di guadagno. Ma ci tengo a dire che i soldi, se arriveranno, arriveranno solo dalla pubblicità. Per gli utenti l’iscrizione sarà sempre gratuita. Del resto, visto lo spirito di fondo da cui è nato tutto, ci sembrava un po’ contraddittorio far pagare gli utenti per iscriversi.”

Come dicevamo, Armando è un imprenditore, per cui si sta muovendo come tale e, come tale si è fatto un bel piano marketing e una previsione di iscrizioni che, per il 2013, vuole raggiungere le 1500 unità. “Proprio perché vogliamo che per gli utenti l’iscrizione resti gratuita, sappiamo anche che dobbiamo muoverci per promuovere il sito e per aumentarne le visite. Non possiamo pensare che la diffusione sia totalmente virale. Per questo stiamo già facendo alcune azioni in tal senso, come aver commissionato un video che sarà presto online e avere già pensato ad una ristrutturazione del sito, con nuova grafica e nuove funzioni. Stiamo anche già collaborando con alcuni travel-blogger. Sappiamo anche che per fare tutto ciò servono investimenti; investimenti che noi abbiamo quantificato in una cifra che va dai 70.000 ai 100.000 euro. Per questo motivo abbiamo pensato ad una piattaforma di crowdfunding per ottenere questi finanziamenti. Ci sembra questa l’unica alternativa al finanziamento classico che in questo momento oltre ad essere poco proponibile è sostanzialmente fermo.”

Bed&Learn vuole quindi diventare una piattaforma a 360 gradi, aperta a tutti. Un punto di riferimento per venire incontro, certo, ad un’esigenza di risparmiare economicamente ma anche a qualcosa di più profondo, come il bisogno di condividere esperienze e conoscenze. “Sì certo. Le persone hanno questo bisogno di muoversi e di incontrarsi. Del resto, per certi aspetti, anche il successo dei social network parla di un certo bisogno di socialità. Noi vorremmo che questa socialità non restasse virtuale ma si trasformasse in incontri veri, in occasioni di scambio; scambio di competenze, di abilità artigianali o manuali ma anche scambio di chiacchiere, semplicemente.” Chiediamo ad Armando perché però questo bisogno sembra, ancora una volta, dover passare attraverso un medium informatico; cioè perché non provare a partire e a crearsi in loco certe occasioni. La risposta di Armando è decisamente onesta e pragmatica: “Beh noi abbiamo ragionato da informatici, prima di tutto. Però pensiamo anche che la rete, di per sé, non sia una cosa negativa. Anzi. Noi la vediamo come un modo per rendere più fattibile la realizzazione di un’esigenza molto profonda. La rete è, appunto, un mezzo tecnico per rendere tutto ciò più semplice.”

L’ambizione di Armando e dei suoi collaboratori è imprenditoriale a tutti gli effetti: l’idea è quella di creare una vera e propria rete di collaboratori, una struttura vera e propria fatta, per esempio, di persone che viaggino per verificare la veridicità e l’attendibilità delle informazioni date dagli utenti, per prendere visione dei luoghi e delle strutture. “L’idea è questa in effetti. Per capire di quante persone ci potrà essere bisogno è necessario vedere quanto cresciamo, come si struttura il progetto. Adesso è impossibile stabilirlo. Per ora stiamo cercando di valutare i feedback che ci arrivano da chi si è iscritto e che tipo di utente si sta rivolgendo a noi. Devo dire che, per farti un esempio, si sono iscritte diverse strutture come b&b che mettono a disposizione la loro ospitalità nei periodi di basso afflusso turistico.”

A noi di Voglio Vivere Così questa è parsa un’idea bellissima, proprio per le potenzialità che ha: di crescita e quindi di potenziale creazione di lavoro ma soprattutto per ciò che rende possibile, cioè la realizzazione di nuove conoscenze e, magari, opportunità lavorative per chi decide di viaggiare insegnando qualcosa.

Salutiamo Armando chiedendogli cosa lo abbia spinto a buttarsi in questa impresa proprio in un momento come questo: “Ma sai – ci dice – siamo ben consapevoli delle difficoltà. Con la nostra azienda vediamo quotidianamente cosa sta succedendo. Noi stessi abbiamo perso alcuni clienti e non perché lavoriamo male, ma perché questi clienti non esistono più. Però sai, non tutti vogliono espatriare. Se ce ne andiamo tutti cosa ne sarà di questo paese? Noi vogliamo almeno provarci.”

A cura di Geraldine Meyer