San Cristobal de la Laguna, Tenerife

“Mi son trasferito a Tenerife, concretamente a San Cristobal de la Laguna, dopo quasi 7 anni passati a Barcellona. L’impatto non è stato per nulla difficile, anzi, venendo da una realtà che ormai consideravo caotica come quella di Barcellona, mi son sentito tranquillo ed ho riscoperto i ritmi naturali delle cose. San Cristobal de la Laguna è considerato patrimonio mondiale dell’Unesco, per via del perfetto stato di preservazione delle antiche case del centro storico. Passeggiare per le vie pedonali (quasi tutto il centro) è un lusso. Niente auto, gente tranquilla e cordiale, bar tipici e molto relax. La maggioranza delle persone residenti è simpatica e aperta. Non ci sono problemi con nessuno, la delinquenza è praticamente inesistente e si respira quella sensazione di fiducia verso il prossimo che, da troppo tempo, manca nei grandi centri urbani e probabilmente in molte zone d’Italia. Arrivato qui, la prima impressione è stata di relax, familiarità, svago. Anche perché arrivavo da un viaggio in Sud America di 6 mesi ed era esattamente quello che cercavo. I primi contatti li ho avuti con i negozianti del quartiere ed il proprietario dell’appartamento dove viviamo. Sono stati cordialissimi. Lo stesso proprietario ci ha cambiato cucina, regalato alcune cose che mancavano in casa (nonostante non fosse obbligato da contratto) e pagato un’installazione in bagno. A parte questi dettagli materiali, che ovviamente contano, tuttora ci chiama o passa a trovarci ogni 2-3 settimane per sapere se abbiamo bisogno di qualcosa, perché ha capito che essendo “nuovi” in città potremmo avere esigenze diverse dai residenti.”

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Sei sposato?

No, ma vivo con la mia compagna Joana, portoghese e con mia figlia Gaia, nata a Barcellona poco meno di un anno fa.

La tua famiglia si è integrata bene?

Si, ovviamente abbiamo deciso insieme dove fermarci.

Prima di arrivare a San Cristobal che lavoro svolgevi?

In Italia, una volta laureatomi in Economia e Commercio, ho rifiutato alcune offerte arrivate da banche italiane. Dopo circa 8 mesi di intensa ricerca di un posto, mandando una media di 20 curriculum al giorno, decisi di partire. Sicuramente la mia carriera universitaria direzionava pesantemente la mia vita verso un lavoro in banca, ma io, le banche, non le ho mai sopportate, sia per gli abusi verso i clienti che per il concetto stesso di sfruttamento nascosto dietro tutti i processi bancari. Quindi decisi di partire per non rendere la mia vita un piccolo inferno routinario. A Barcellona, dove mi trasferii inizialmente, trovai un posto come direttore commerciale del mercato estero di un’azienda. Quindi la decisione fu più che azzeccata. Ci tengo a precisarlo anche per dare coraggio a tutti quelli che come me, si sentono in una gabbia e hanno bisogno di partire per ritrovarsi. Forza ragazzi, non è mai troppo tardi !!!

San Cristobal de la Laguna, Tenerife

Quando sei arrivato, hai trovato difficoltà oggettive ad inserirti nel mondo del lavoro?

Diciamo che con la cosiddetta crisi, la situazione è diventata abbastanza simile a quella italiana. Probabilmente qui è più facile trovare lavoro durante il periodo turistico. Ma di lavoro fisso nemmeno l’ombra. Nonostante questo, proprio per la libertà burocratica di cui parlavo prima, è molto facile che uno si reinventi e trasformi, mettendo in pratica le proprie idee. Per ciò che mi riguarda, non per vantarmi, ma per rispondere sinceramente alla domanda, ho un curriculum di tutto rispetto. Ho rifiutato alcune offerte di lavoro per far si che la mia vita fosse più naturale. In questo momento Joana, la mia compagna, ha un contratto a tempo indeterminato presso una comunità locale, un centro di sviluppo della Permacultura. Io, invece, sto per iniziare un’attività di vendita di Tiramisù a bar e ristoranti. Mi sono prefissato come limite circa 4 ore di lavoro al giorno, che dovrebbero essere più che sufficienti per mantenere me e la mia famiglia. Non voglio che il lavoro diventi preponderante nella mia esistenza, perché nel mio recente passato barcellonese lo è stato e non mi ha reso felice.

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In questo “cambiamento di vita” sei stato aiutato da qualcuno?

Diciamo che, come facile da intuire, la mia famiglia è sempre stata presente a livello morale, per aiutarmi e supportarmi. Come è facile immaginare, i primi tempi in una città ed in un contesto nuovo sono tempi, non difficili, ma in cui ci si può perdere. Per fortuna non è stato così, anche perché io sono arrivato con la mia compagna Joana e mia figlia Gaia. In generale mi son sempre buttato, a volte rischiando molto. Non sono il classico tipo forte e duro, anzi, al contrario mi ritengo una persona molto sensibile, nonostante questo non ho mai avuto problemi. Quando sono arrivato qui a Tenerife l’ho fatto rinunciando ad un lavoro fisso come Direttore Commerciale Estero a Barcellona. Ho rinunciato ad un ottimo stipendio e a molti privilegi per trasformare la mia vita in qualcosa di più autentico.

Vivere in questo posto meraviglioso, ti ha cambiato?

Certamente ! Vivere qui mi ha reso più aperto, ho imparato a dialogare con la gente per puro piacere, invece che per interessi più o meno concreti o per “pressione sociale”, cosa che, ahimè, in Italia accade spesso. I ritmi Spagnoli e Canari sono molto più naturali. Quando torno in Italia, senza offese, mi sembra di essere in una gabbia di pazzi. Tutti corrono per risolvere mille problemi. Le grosse differenze che uno può notare già dopo pochi mesi sono sicuramente a livello burocratico (in Italia qualsiasi cosa è ostacolata da mille documenti, permessi o formalismi, nel 90% dei casi inutili). Una cosa che ci tengo a sottolineare è anche la cultura della furbizia. Mi spiego meglio. Negli ultimi anni, sia per fattori sociali che politici, in Italia si tende a premiare la furbizia, quasi come fosse una qualità positiva. Qui ho notato invece che il furbo di turno viene punito più o meno severamente, ma non tanto a livello legislativo, quanto a livello sociale. Sono gli altri che, quando pigliano qualcuno con le mani del sacco, lo richiamano all’onestà. Sicuramente ci sono problemi di corruzione ed economici anche qui. Io mi riferisco più che altro all’aspetto più visibile e sociale. Probabilmente la chiave del benessere sociale spagnolo rispetto a quello italiano sta proprio lì, nell’autoepurazione dei furbi, da una cultura civica leggermente superiore e consapevole della popolazione spagnola. Sarebbe interessante anche uno studio sui danni sociali derivati dalla presenza del Vaticano in Italia, dato che le conseguenza morali si notano pesantemente. Ma questo forse è un tema pericoloso e difficile da esporre in un’intervista.

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San Cristobal de la Laguna, Tenerife

Quali sono le differenze notevoli che hai riscontrato tra l’Italia e San Cristobal?

Tante, prima fra tutte, la sicurezza. Un esempio, se dimentichi la porta di casa aperta, non torni di corsa per paura che qualcuno ti svaligi l’appartamento, anzi, i vicini te la chiudono e poi ti avvisano che avevi dimenticato aperto (cosa che mi è già successa). Poi i trasporti, abbastanza economici soprattutto su larga distanza, e quasi nuovi, niente a che vedere con i mezzi italiani sporchi, rotti e perennemente in ritardo. I costi dell’affitto, che variano molto a seconda della zona. Si possono trovare appartamenti a 300 euro, magari in zona isolate o “poco interessanti” socialmente (ma come sempre dipende da quello che uno cerca) o altri a 450-500 euro in pieno centro. Parlo di appartamenti sugli 80 metri quadrati, perché trovarne di più piccoli non è facile dato che qui al primo posto c’è sempre la qualità di vita. E per finire, il cibo, che come costo è inferiore del 30% rispetto all’Italia e le fatture (elettricità, gas, etc.) con un 50%-60% meno. E poi, che dire della giovialità della gente! Se vedeste che allegria si respira durante la festa de la Romeria di San Benito Abad (nel quartiere di San Benito). Si tratta di una sfilata con moltissimi carri allegorici, che rappresentano la tradizione contadina e popolare del Nord di Tenerife. Insieme ai carri allegorici sfilano moltissimi greggi di animali. La manifestazione passa per tutta la Laguna, una specie di Carnevale contadino, molto ben organizzato. L’ultima edizione, nello scorso mese di Luglio, ha visto la partecipazione di più di 60 carri, su ogni carro, tra le 20 e le 30 persone, lanciano alla gente regali o danno bicchieri di vino. La manifestazione dura circa 10 ore e le strade della città si riempiono di gente che balla, parla, beve e canta. Un vero spettacolo. Lungo la strada la gente accoglie festosamente i carri, gli animali e soprattutto i copiosi regali (generi alimentari, vino, ecc.) che vengono dati alla folla per tutto il giorno. I residenti e molte altre persone si travestono per 2 giorni da Mago (è il nome del contadino tipico del Nord), l’abitudine di travestirsi da Mago è talmente radicata che molti negozi offrono la possibilità di affittare il vestito tipico, penso proprio che tra qualche anno mi toccherà vestirmi da Mago!Quali soni i piatti tipici della zona?

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I piatti tipici sono quelli della cultura contadina, poveri per definizione, ma molto saporiti. Per certi versi è sorprendente come con semplici ingredienti ottengano dei piatti così buoni. Le Papas arrugadas (Patate rugose), che non sono altro che patate intere immerse nel sale (da lì le rughe tipiche). Carne in Festa o Carne Mechada, delle sorte di spezzatini di carne. Da non dimenticare assolutamente il Gofio, che è farina di miglio tostata, che viene utilizzato per condire o accompagnare moltissimi piatti. O le Arepas, che sono tradizionali ormai di qui, ma son state importate come ricetta dal Sud America. Le Arepas sono delle pastelle di farina di mais, ricordano, giusto per farmi capire, la polenta. E vengono mangiate con tutti i tipi di carne o formaggi. Inoltre Tenerife è famosa per i suoi Mojos (Salse) con cui condire tutti i piatti.

San Cristobal de la Laguna, Tenerife

Tre buoni motivi per trasferirsi alle Canarie:

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Socialità – Ritmi – Clima

Diciamo che prima di recarsi alle Canarie sarebbe meglio imparare lo spagnolo, magari in un’altra città come Madrid o Barcellona, più abituata alla gente straniera. Purtroppo una realtà perfetta non esiste, molto dipende da quello che uno sente dentro. Probabilmente c’è qualcuno che considera la sua situazione in Italia perfetta ed è del tutto rispettabile. Mi piace però precisare che Tenerife non è solo spiaggia, non è solo los Cristianos y las Americas, ma è molto, molto di più. Purtroppo, la maggior parte dei turisti viene alla ricerca di mare, spiaggia e discoteca, anche perché qui è un paradiso per gli amanti dello sport. A differenza del sud di Tenerife qui a la Laguna c’è un clima mite, molte volte piove o fa freddo. Io, però, non sono un tipo da spiaggia e mare e qui ho trovato montagne, spazi verdi e un clima mite, oltre che una cittadina stupenda dal punto di vista architettonico e sociale. A livello ambientale l’isola di Tenerife è pressoché completa. Oltre alle famose spiagge del Sud (meta di turisti italiani, inglesi e tedeschi), si possono trovare altre spiagge più tranquille. La bellezza principale dell’isola è sicuramente il Teide, il vulcano posizionato al centro di Tenerife, che è anche la vetta più alta del territorio Spagnolo. Non mancano i panorami di montagna (per me è spettacolare quello di Anaga). Inoltre Santa Cruz, che è collegata a San Cristobal de la Laguna da un nuovissimo tramvia (circa 30 minuti), è molto interessante e ricca di parchi, piazze, monumenti e vie storiche, molte delle quali pedonali.

Ti senti parte di questa nuova realtà?

Sinceramente, sono arrivato da poco e mi ci vorrà ancora un po’ di tempo per sentirmi totalmente parte del posto. Ma, per come sono fatto, penso di aver trovato la mia perfezione e sono convinto che tutto andrà per il meglio, come sempre. L’Italia per me, ormai è solo un brutto ricordo. Non voglio offendere nessuno, questa frase mi è venuta spontaneamente. Ringrazio ogni giorno, o quasi, l’intuizione, avuta 8 anni fa, di andarmene.

Per scrivere a Vitto:

cricetone@hotmail.com

Per avere maggiori info sulla Spagna visita www.tierra.it

Intervista a cura di Nicole Cascione