I nemici del cambiamento: la superbia

Dopo aver parlato di abitudini e paura dell’ignoto, incontriamo quello che io reputo il terzo e ultimo nemico del cambiamento. La superbia.

Definiamola. Quando di qualcuno diciamo che vuole sempre aver ragione, che pensa sempre di fare tutto nel modo giusto e che pensa che l’unico modo di fare le cose per bene sia il suo…beh probabilmente ci troviamo dinanzi ad una persona superba. Sono certo che tutti conoscono persone che rispondono a questa descrizione.

Il mondo brulica di gente superba…Sono altrettanto certo che nessuno di noi si riconosce in questa descrizione: quindi come fare a sapere se siamo affetti da questa comune malattia curabile? Beh, con i nostri specchi. I nostri specchi più fedeli sono le persone che ci circondano, quelle di cui ci fidiamo, quelle oneste. Sono loro che hanno la miglior visione di noi, dei nostri punti ciechi che si manifestano attraverso i nostri comportamenti.

Spesso esistono differenze grandi, ed inconsce, tra ciò che siamo dentro, nell’anima, e ciò che esprimiamo con i nostri comportamenti. Chiediamo dunque a persone fidate, che ci conoscono bene, che passano molte ore con noi a casa o al lavoro: chiediamo loro di darci feedback riguardo quest’aspetto, la nostra superbia. Scegliamo persone sincere, che non abbiano paura a dirci la verità, che abbiano a cuore il nostro benessere e ci vogliano sostenere nel miglioramento.

Se noi stessi siamo persone leali ed affidabili, riceveremo riscontri sinceri e sapremo così se siamo affetti da superbia.

Un piccolo trucco. Se vi è capitato diverse volte che altre persone vi abbiano detto che siete superbi, che pensate di essere sempre nel giusto, che non state mai ad ascoltare gli altri e che fate a modo vostro…beh allora siete superbi. Facile vero?

La superbia si oppone al cambiamento perché il fatto di essere sempre sicuri di fare la cosa giusta ci paralizza davanti agli “imprevisti”.

L’imprevisto, la difficoltà, sono percepiti come fattori esogeni, su cui non abbiamo influenza, visto che siamo convinti di stare già facendo tutto il possibile e nel modo corretto. La superbia ci induce ad astenerci dal metterci in discussione e dal considerare alternative valide a quanto abbiamo già in testa o abbiamo già provato.

Spesso dunque l’alternativa del superbo davanti all’ostacolo è l’abbandono, perché “o si fa come dico io o nulla” e “non è colpa mia, non dipende da me”.

LA SUPERBIA

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Il primo passo per vincere questo nemico è riconoscerlo: in senso assoluto, sapere cioè d’essere superbo, ed essere quindi consapevoli degli effetti limitanti della superbia. Quindi, come già detto, consultiamo senza remore i nostri specchi, e se è il caso ammettiamo serenamente ed onestamente di essere superbi. Altrettanto serenamente ed onestamente decidiamo di sconfiggere questo nemico che costituisce un limite alla nostra libertà di cambiare.

Quello che si può fare per vincere è molto semplice. Ogni volta che qualcuno ci accusa chiaramente di essere superbi con le motivazioni già esposte, allora non reagiamo, non arrabbiamoci, restiamo sereni e DOMANDIAMO loro, con gentilezza, le loro opinioni riguardo ciò che stiamo discutendo, a quali alternative avevano pensato, come affronterebbero loro la situazione.

Non spegniamoci, sintonizziamoci con i nostri interlocutori e ASCOLTIAMO con attenzione le loro risposte, le idee, anche le critiche: continuiamo a fare DOMANDE su ciò stiamo ascoltando, e continuiamo ad ASCOLTARE le risposte.

Così facendo saremo già sulla strada della vittoria, e senza accorgercene, stiamo già sconfiggendo la superbia.

Se siamo davvero delle persone superbe, questo tipo di interazione ci capiterà frequentemente d’ora in poi, ma la bella notizia e che avremo molte occasioni per allenarci e combattere. E allenandosi si hanno molte possibilità di vincere.

L’altro grande effetto limitante della superbia e quella che io definisco la sindrome dell”uomo che non deve chiedere mai!

Quella è una persona che si è fatta da sola’ oppure ‘Avanti figliolo, devi farcela da solo’ o ancora ‘In questo mondo puoi contare solo su di te’ fino a ‘Chi fa da sé, fa per tre’. Potrei andare avanti, ma mi fermo. Chissà quante volte avete sentito queste citazioni, chissà quante volte siete stati esortatati a contare solo su di voi, a farcela da soli, facendo leva su una deviazione dell’orgoglio che non è altro che superbia.

Non so da dove arrivi questo tipo di atteggiamento e nemmeno mi interessa scoprirlo, ma lo voglio combattere, esorcizzare, sradicare dalla mente di chi pensa che chiedere aiuto sia ammettere una debolezza.

Proverò a dare degli argomenti per cambiare il nostro approccio verso il chiedere aiuto, verso lo sfruttare tutte le amicizie e le conoscenze che abbiamo al fine di raggiungere i vostri obiettivi e vivere meglio.

LA SUPERBIA come ostacolo al cambiamento

Prima di tutto proviamo a pensare a persone di successo, intendo secondo i nostri personali canoni individuali di successo: ditemi se secondo voi ce l’hanno davvero fatta da soli. NO! Scoprirete che sono persone brillanti, preparate, competenti, magari intelligenti e facoltose (di questo aspetto parlerò nel prossimo articolo), ma che hanno in comune il fatto di disporre di una rete di conoscenze e di amicizie che li sostiene e che li ha aiutati.

Ritengo che competenze tecniche e personali e rete di conoscenze siano assolutamente complementari. Esistono solo pochissimi casi di successo grazie ad una sola di queste componenti. Un mio amico mi invitava a riflettere sui grandi uomini come Mandela, Martin Luther King, Gandhi o Madre Teresa di Calcutta: mi ha chiesto come possono essere riusciti a realizzare cambiamenti così importanti ed impensabili prima del loro avvento? Bene, lui sostiene sia stato possibile grazie alle persone, grazie al fatto di aver condiviso delle utopie con un numero sempre maggiore di persone e di aver chiesto loro di farsene portavoce.

Le utopie hanno così smesso di essere tali. Sono diventate reali, o lo stanno diventando.

‘Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna’. Ovviamente vale anche il contrario, ma questa sì che è una grande verità. Da soli siamo niente, da soli siamo persi. Gli studi professionali di psicologi e psicoterapeuti brulicano di gente convinta di farcela da SOLA…e infatti si rivolgono a loro per avere QUALCUNO che li aiuti!

Chiediamo, chiediamo, chiediamo. E se ci sembra di aver chiesto troppo, chiediamo ancora. Non dobbiamo aver paura di chiedere. Sfruttiamo tutte le amicizie che abbiamo. Apriamoci, condividiamo serenamente e lealmente i nostri bisogni e facciamoci aiutare nei nostri obiettivi di cambiamento. Cerchiamo di essere espliciti, senza aspettare che siano gli altri a dover interpretare ciò che ci serve.

Proviamo a pensare a quando aiutiamo qualcuno: ci sentiamo bene, si generano delle emozioni positive che aumentano il nostro benessere, ci sentiamo efficaci e sicuri di noi. La stessa cosa vale anche per le persone a cui chiederemo aiuto.

Per questo motivo, nel limite delle loro possibilità, saranno felici di aiutarci. Chiedere non è che l’altra faccia di dare. Chiedendo aiuto daremo alle altre persone la possibilità di stare meglio per il fatto di poterci essere utile. E’ un atto di generosità! Così diverso dalla superbia…

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Non c’è niente di svilente nel farsi aiutare, anzi. Scopriremo che le nostre relazioni miglioreranno, perché saranno basate su una maggiore trasparenza, cadranno delle maschere, arriveremo più facilmente ad un’intimità di relazione profonda, se nel contempo saremo disposti anche a dare.

Non sto invitando ad un’azione a senso unico. Ricordiamoci che chiedere è solo l’altra faccia di dare. Non può esistere una faccia senza l’altra.

Chiedendo aiuto scopriremo quante persone possono esserci utili, anche indirettamente, al raggiungimento dei nostri obiettivi. Quante volte abbiamo sentito di amici che hanno fatto un affare grazie ad una dritta avuta dall’amico, dal marito della sorella…

E perché capita sempre e solo agli altri la fortuna di avere amicizie e conoscenze così facilitanti? Non è fortuna e non dipende solo da chi conosciamo, ma anche dal fatto di chiedere. Nessuno ci presenterà (in Italia si dice ancora raccomanderà) per un posto di lavoro migliore, se non sa che ne stiamo cercando uno o che ne abbiamo davvero bisogno.

Chiedendo aiuto scopriremo anche l’energia che le persone ci possono dare! In momenti particolarmente duri della vita, avere intorno persone che ci sostengono, che soffiano vento nelle nostre vele, che ci danno entusiasmo e ci fanno divertire può fare davvero la differenza tra successo e depressione. Siamo ancora convinti di farcela da soli? Allora siamo inguaribilmente superbi.

Un ultima nota per gli irriducibili, quelli che io chiamo (senza fantasia) il partito dell’uomo che non deve chiedere mai.

Ecco, se proprio non vi riesce di chiedere, se proprio non riuscite ad abbassarvi (o ad elevarvi?) al ruolo di coloro che hanno bisogno, ho una buona notizia. Potete evitare di chiedere, Davvero!

Cominciate a DARE. Date supporto, aiuto, valore a tutte le persone che conoscete. Fatelo gratuitamente senza aspettarvi niente in cambio.

Fatelo con entusiasmo, fatelo col sorriso, fatelo in modo propositivo. Cercate di fare qualcosa di utile per le persone che conoscete. Non domandate ‘Ti serve qualcosa?’, ma fate qualcosa che potrà essere loro utile. Se la relazione è abbastanza buona, saprete certamente trovare qualcosa di buono da fare per loro, per il loro lavoro, per le loro passioni.

Ci vorrà un po’ più di tempo, ma poi riceverete moltissimo. E tutto senza dover chiedere nulla. Non è meraviglioso? Adesso non ci sono più scuse per decidere da che parte stare. Dare o chiedere?

Fabio Parietti

www.fabioparietti.it