Ecuador, Romolo e Remo

Come tanti, Baldini sogna di girare per il mondo e partecipa a un bando del Servizio civile internazionale. Ce la fa e lo spediscono nella capitale dell’Ecuador, Quito, con vitto e alloggio e 800 dollari al mese. Ci passa 300 giorni, poi si dimette e inizia a insegnare come volontario, inglese, materie alberghiere e nuoto per Fundeporte, associazione mirata al recupero dei giovani dalla strada e dalla droga. In seguito apre a Quito il ristorante di cucina romana, dove si possono gustare fra l’altro, lasagne, la pizza al taglio o dell’ottimo tiramisù.

Italiani in Ecuador: Giuseppe Baldini

Giuseppe era partito con una base di 54mila dollari e 24 coperti, poi è arrivato a 80. Il ristorante non è nato a fini di lucro, ma dall’idea di offrire un’opportunità di lavoro e di pratica ad alcuni ragazzi che hanno già terminato, o stanno terminando il corso professionale alberghiero all’interno di Fundeporte, centro sociale giovanile che da oltre 15 anni offre istruzione, assistenza nutrizionale e sociale, corsi formativi e sportivi ai giovani più poveri della capitale ecuadoriana. La svolta matura quando un ragazzo ecuadoregno, Michael, gli fa notare che i volontari si fermano da loro solo dieci mesi e “poi tornano nelle loro case confortevoli”. Giuseppe ha uno scatto d’orgoglio e decide così di continuare l’esperienza del laboratorio di cucina e dare lavoro ai ragazzi del posto disperati (Michael nel frattempo muore accoltellato).

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Italiani in Ecuador: Giuseppe Baldini, Romolo e Remo

Affitta così un locale nella zona nord di Quito, quella ben frequentata, ma non abbandona i ragazzi che aveva fin lì impiegato. Si porta con sé diversi giovani allo sbando che hanno frequentato il corso di agricoltura e alberghiera. Fra cui uno di 19 anni, con due figlie avute da due donne diverse, che prima era dedito allo spaccio di banconote false; poi un ex drogato; una poveraccia e un giocoliere ai semafori che si nutrivano di colla per non patire gli stenti della fame. Tutti rinati grazie a Giuseppe e a uno stipendio che parte da 318 dollari, cui aggiungere i dovuti contributi, vitto e mance. Venti ragazzi hanno cambiato vita, salvandosela, grazie a un italiano che ha mandato al vento uno stipendio che è oggi un miraggio per molti nostri connazionali. Giuseppe, 33 anni, cammina sereno in infradito nel giardino della sua casa, con i colibrì che gli svolazzano attorno. Come ti vedresti ora in Italia? “Con un lavoro per guadagnare, ma non per stare bene”.

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Di Alessandro Luongo