Autore Topic: Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia  (Letto 5248 volte)

Chandos

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Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« il: 14 Agosto 2015, 08:21:36 »
Non so quanti studiosi, artisti, scrittori, professori italiani siano a lavorare per il mondo. Io ne ho contati tanti, in posizioni prestigiose, tutti all’estero. Talenti non riconosciuti, traditi, respinti o semplicemente intellettuali disperati, disgustati dall’Italia, che una volta all’estero non tornerebbero più indietro per nulla al mondo. Ho scritto un romanzo su tutto questo. È una storia, i personaggi sono inventati, ma i fatti e le parole appartengono a vicende autentiche e persone reali, drammaticamente reali. Tutto è assolutamente vero.
Mi piacerebbe avere l’impressione di lettori che hanno lasciato l’Italia, o di chi la dovrà lasciare, o lo vorrebbe fare oppure ha ragioni per non farlo. Mi interessa molto il punto di vista di lettori che hanno presente il problema o si interrogano sulla questione. Soprattutto, mi auguro sia di conforto e aiuto a chi sceglierà di lasciare l’Italia nel prossimo futuro. Per chi avrà interesse a leggerlo e a scrivermi qualcosa in merito, grazie!

Pubblico qui la trama e un paio di estratti, tanto per dare un’idea.

Paolo Euron, Anni senza tempo, disponibile come e-book in rete (0.99 €).

La storia di Stefano e Alberto percorre gli ultimi quarant’anni di vicende italiane. I due amici, ambiziosi e pieni di progetti, si misurano con l’immobilismo, il clientelismo, con una società che attua la sistematica distruzione della speranza e del futuro. Stefano, dopo anni di precariato e senza lavoro, decide di lasciare l’Italia. Col tempo, troverà la propria vita in Thailandia e, con questa, troverà anche nuove ragioni per viverla e risposte alle proprie domande. Un romanzo a lieto fine sul dramma di chi ha dovuto e dovrà nel prossimo futuro lasciare l’Italia. Un libro che racconta come il mondo sia più grande di quello che si pensa, che la speranza è la materia prima di cui è fatta la storia, che le idee sono l’unica forma del futuro che ci è dato toccare già nel presente.
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(Paolo Euron, Anni senza tempo, dal capitolo 29)
Stefano continuò a insegnare nei seminari, a condurre ricerca, anche se con sempre meno voglia, con sempre minor motivazione. In fondo anche lo studio gli interessava sempre meno, era quasi come dover ammettere una menomazione, una malattia vergognosa. Non ne parlò più al professor Bezoghene. Era stanco di veder sollevare le braccia con impotenza. Non soltanto il barone, ma anche tutti quelli che lo seguivano nell’ordine gerarchico, avevano adottato lo stesso gesto di rassegnazione. Bastava che lo incrociassero per le scale e gli chiedessero come andava e subito dopo eseguivano lo stesso movimento sconsolato, a volte anche senza attendere la sua risposta, certe volte perfino senza neppure domandare. Persino in sogno vedeva i professori associati e i ricercatori, perfino gli uscieri e le donne delle pulizie che, neppure interpellati, sollevavano le braccia in gesto di impotenza. E durante la veglia ogni progetto, ogni idea, ogni prospettiva che proponeva veniva accolta con il medesimo movimento delle braccia. Era un’intera società che sollevava le braccia a ritmo di jingle pubblicitario, in un atto di prostrazione quasi religiosa, di fronte a un dio cui non credevano ma che non si sa mai, era un gesto anticipato di resa, a qualsiasi condizione. Stefano era stanco di veder ripetere quel gesto.
“Voglio tornare in Germania”, disse infine a Marta, mentre camminavano assieme sotto i portici, un giorno di tarda primavera. “Là almeno guadagno qualcosa.”
“Se hai bisogno di soldi, io ti posso aiutare.” Per fortuna di tanto in tanto il tram passava sferragliando lungo via Po e rendeva inutile parlare. Questo lasciava del tempo per riflettere.
“Grazie. Ma non è questione di soldi. Neppure di lavoro. È una questione di avere una posizione nel mondo in cui vivi. Fare qualcosa nel mondo; avere qualcuno che crede in quel che fai, non so, cose del genere... Non ho neppure più interesse nella ricerca, che era il senso della mia vita.”
“Capisco benissimo. Anzi, mi chiedo come mai ti ostini a rimanere qui”, disse Marta, con dolcezza. Stefano notò che in certi angoli del corpo era diventata piuttosto rotonda, i suoi gesti sembravano più lenti, le sue domande meno pressanti. Si chiese come potesse apparire lui a lei, se era ancora immutato come si sentiva dentro. Il tempo pareva immobile ma i loro corpi se ne infischiavano del tempo e seguivano la china della realtà.


(Paolo Euron, Anni senza tempo, dal capitolo 32)
Stefano trascorse alcuni mesi in Italia, attendendo che qualcosa succedesse. Insegnò all’università in un paio di seminari, senza essere pagato, perché credeva ancora che quelli che lavoravano all’università fossero migliori degli altri, o che avessero più possibilità, e comunque non aveva altro da fare. Il professor Bezoghene era sempre più spesso assente e c’era gran bisogno del lavoro di un tappabuchi. Intanto presentò diverse domande di lavoro a numerose ditte, case editrici, agenzie di pubblicità e ovunque potesse valere il suo curriculum, ma senza risultato, senza neppure ottenere una risposta. Mandò una lettera a tutti i critici, studiosi e scrittori che aveva conosciuto, ma non ottenne che pochi vaghi consigli e nessuna raccomandazione. Sapeva bene che una raccomandazione significava tutto. Scorrendo il libretto degli indirizzi trovò il nome del direttore de “Il Verri”. Era morto anni prima, e con lui era finita una generazione di studiosi che ormai esistevano soltanto più nella sua rubrica e nella memoria, una generazione che i loro discepoli lavoravano per seppellire. Pensò che il tempo in realtà esisteva e scorreva, eccome, anche se tutto attorno a lui pareva essersi arenato. Tuttavia non poteva far altro che attendere che succedesse qualcosa.
Il costo della vita in Italia, però, era di gran lunga superiore a quello della vita in Germania. Presto non ebbe più i soldi per spedire le lettere, per inviare i manoscritti, per fare le telefonate. Allora preferiva non fare niente, si sedeva su una panchina del centro e guardava gli altri passare. In fondo, si diceva, gli costava di meno che tentare di lavorare. Guardava la gente passare e cercava di indovinare quelli che si guadagnavano il loro stipendio a fine mese, capitasse quel che capitasse, lavorando o meno.
Percepiva attorno a sé una società ostile, nemica. Ancora una volta pensò che era stanco di scrivere, non gli interessava più. E perché scrivere, poi? Chi gli avrebbe riconosciuto quegli sforzi e quel tempo e la fatica spesa? Aveva progetti meravigliosi in testa, idee che avrebbero gettato luce dove nessuno aveva mai pensato ci fosse qualcosa da illuminare, dove nessuno aveva ancora ricercato... Ma a che valeva tutta la fatica che gli sarebbe costato quel lavoro? A che scopo? E per chi? Meglio non fare niente. Così gli capitava di trascorrere delle ore, seduto su una panchina in piazza Castello, a osservare la gente che passava sotto i portici davanti alle vetrine, fino a che le luci si accedevano e gli spazi dietro al vetro apparivano più nitidi e reali del mondo fuori, di quello abitato. Pensò che il problema non era che gli mancava il lavoro. Gli era stato negato qualcosa di ben più importante. Gli era stata negata la speranza. Questa era la perdita peggiore. Non scorgeva alcun futuro e avvertiva il proprio mondo come una minaccia.
Sentiva un rancore sordo che gli montava dentro, non sapeva in che cosa avesse sbagliato, che cosa potesse recriminare a se stesso o agli altri, ma gli venivano in mente le parole di Sergio e rifletteva amareggiato sul proprio paese.


Chandos

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #1 il: 14 Agosto 2015, 11:15:42 »
Scusate, vedo che la trama non è apparsa correttamente. La ripeto qui sotto:

Paolo Euron, Anni senza tempo, disponibile come e-book online (0.99 €).

La storia di Stefano e Alberto percorre gli ultimi quarant’anni di vicende italiane. I due amici, ambiziosi e pieni di progetti, si misurano con l’immobilismo, il clientelismo, con una società che attua la sistematica distruzione della speranza e del futuro. Stefano, dopo anni di precariato e senza lavoro, decide di lasciare l’Italia. Col tempo, troverà la propria vita in Thailandia e, con questa, troverà anche nuove ragioni per viverla e risposte alle proprie domande. Un romanzo a lieto fine sul dramma di chi ha dovuto e dovrà nel prossimo futuro lasciare l’Italia. Un libro che racconta come il mondo sia più grande di quello che si pensa, che la speranza è la materia prima di cui è fatta la storia, che le idee sono l’unica forma del futuro che ci è dato toccare già nel presente.

NiloMaria

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #2 il: 14 Agosto 2015, 13:57:25 »
Viste le grossissime e dolorose  incu.ate che ci tirano i nostri valentissimi governanti, coadiuvati brillantemente da tutta la pletora di giornalisti venduti e terrorizzati dalla libertà, io lo avrei sicuramente intitolato

                                         
                                                    "Ani senza tempo "


nel tuo titolo c'è una "n" di troppo, caro autore.

pablo68

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #3 il: 14 Agosto 2015, 18:06:07 »
Ciao Chandos, l'ho acquistato or ora su amazon. Dammi il tempo di leggerlo (per ora e' in attesa, devo terminarne prima un altro).
Mi pare che abiti anche tu in questo continente quindi un saluto a te dalle non lontane isole filippine.
spiaggefilippine.com
Cambiare vita naturalmente.

Chandos

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #4 il: 17 Agosto 2015, 11:34:43 »
Grazie Pablo 68, mi farà molto piacere la tua impressione. Sì. mi trovo in Asia, e più precisamente in Thailandia. Ho seguito la regola di scrivere dei luoghi e delle situazioni che si conoscono. Parte del romanzo si svolge a Hong Kong e a Bangkok.

Chandos

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #5 il: 17 Agosto 2015, 11:51:37 »
Quanto al post di NiloMaria, si può essere d'accordo sulla sostanza, se non sulla forma. L'Italia è generalmente stata spesso dominata da stranieri che ne hanno depredato le ricchezze (spagnoli, francesi, austriaci, finanza sovranazionale) e quando è stata in mano agli italiani, gli italiani non si sono comportati diversamente, anzi. Non è nulla di nuovo, direi. E' il popolo italiano, semmai, ad essere sorprendente. Il mio romanzo è meno ambizioso, tratta di situazioni precise.

agan

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #6 il: 17 Agosto 2015, 12:24:12 »
coadiuvati brillantemente da tutta la pletora di giornalisti venduti
finalmente c'è qualcuno che centra quale è il vero punto della questione

Se i giornalisti ed i media dicessero la verita al popolo,
nessuno tra gli attuali politici sarebbe su quella poltrona. NESSUNO.
anzi sarebbero già tutti in galera, sen non appesi a testa in giù in piazza

Ma quando tutti i media dalla mattina alla sera,
ripetono a tamburo dei miracoli che sta facendo, ad esempio il governo Renzi o precedentemente Monti o precedentemente Berlusconi, Ciampi, Andreotti, ecc
nonostante la gente, non ha più neanche lacrime per piangere
il popolo continuerà a votare sempre le stesse classi dirigenti

Qui se la gente avesse un solo neurone in testa (uno solo)
prima di essere incazati con i politici,
dovrebbero andare a prendere i giornalisti (che paghiamo pure a peso d'oro)
perche quest'ultimi sono i primi responsabili e colpevoli,
di questo disastro in corso

Ma purtroppo di questa banalita
non se ne rende conto nessuno
e poi quella stessa gente, è pure quella che cerca di fuggire dall'Italia, per trovare il paradiso terrestre
e magari viene a proporre investimenti miracolosi, siugli stessi
e consigliano di votare M5S
Ma come mai questi parlamentari del M5S, quando vanno in TV, nessuno di loro denuncia la truffa del gionalismo, vero punto di tutte le questioni???
Allora o sono stupidi o sono complici.

Ora
la domanda da farsi è
come potranno mai trovare qualsiasi paradiso per svolgervi attivita imprenditoriali
questi ciechi, senza cervello???
« Ultima modifica: 17 Agosto 2015, 12:32:21 da agan »

NiloMaria

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #7 il: 19 Agosto 2015, 09:42:50 »
Non sono Grillino ma qualcosa in merito alla qualità del giornalismo e dell' informazione in questo paese mi pare che Grillo, soprattutto qualche anno addietro, l'abbia detta . La mia paura ,per questo paese ma non per me,  è che il  M5S non sia o diventi l'ennesima scialuppa di salvataggio per gli appartenenti alla casta che hanno distrutto l'Italia : mi ricordo molto bene i discorsi ed i proclami di Bossi fine anni '80 inizio anni '90  e abbiamo tutti visto cosa poi abbia fatto quell 'uomo ( Belsito ed i suoi traffici , le tangenti anche alla Lega , ecc), ricordo le liste della prima  Forza italia  stracolme di ex DC o ex PSI ancora inseriti in certi gangli del potere, tutto il marcio legato alle cooperative comuniste poi divenute PDS ecc .
E l'informazione sempre dietro a seguire gli input che le arrivano da chi sa dove ( USA ?) per montare personaggi ,casi, situazioni ad Hoc , il tutto per far seguire alla società italiana un certo cammino .
Anche io credo che facendo tabula rasa del mondo dell 'informazione italiana si risolverebbero moltissimi problemi , ma non accadrà mai .....   

agan

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #8 il: 19 Agosto 2015, 17:13:36 »
Anche io credo che facendo tabula rasa del mondo dell 'informazione italiana si risolverebbero moltissimi problemi , ma non accadrà mai .....   
Citazione
non accadra mai, se nessuno se ne rende conto, in maniera seria.

favit88

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #9 il: 14 Dicembre 2015, 17:14:10 »
Molto intrigante, l'ho già ordinato, stasera inizio a leggerlo. Molto meglio che continuare davanti al TG a pensare al sistema bancario italiano e rodersi il fegato h24!
« Ultima modifica: 14 Dicembre 2015, 18:28:14 da castax »

Andrea Rischi

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #10 il: 11 Gennaio 2016, 14:01:18 »
interessante, lo ordinerò!

simona1980

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Re:Un romanzo per chi ha deciso di lasciare l'Italia
« Risposta #11 il: 29 Gennaio 2016, 19:49:58 »
nel tempo libero oltre la lettura consoglio

http://puglya.com