Filosofia: una laurea tutt’altro che debole

Altro che laurea debole. Il filosofo del terzo millennio non è più destinato a trovare un posto solo da insegnante. Nel 30 per cento dei casi, invece, trova impiego come consulente per le aziende, a un anno dalla laurea. Soprattutto se presa all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Sono dati Almalaurea (Consorzio interuniversitario per favorire e monitorare l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro) relativi al 2011-2012, che fanno ben sperare. La nota più strepitosa, anzi, è che da Filosofia si segnala il 70,6% di occupati a un anno, contro una media nazionale del 59 per cento. Un numero che, a questo punto smentisce il luogo comune secondo cui i laureati non trovano un impiego.

studiare filosofia

Studiare filosofia all’università può dunque far cambiare vita, agevolando un inserimento nel mondo produttivo. Basta scegliere la facoltà giusta, però. Oltre a quella appena citata, aiuta nella “svolta” Macerata, nelle Marche, dove si registra una percentuale di dottorandi molto elevata (37,5%), seguita da Firenze con il 23,3 per cento. Il primato per il tasso di occupazione maggiore per i filosofi (definizione Istat, dati Almalaurea) spetta alla facoltà di Filosofia di Verona, con l’87,1 per cento.

I laureati milanesi entrano comunque in dottorato (fuori sede e all’estero) nella percentuale più alta: 38 per cento. “Una media nazionale superiore che attesta la loro grande competitività sul mercato della ricerca” commenta fiero Roberto Mordacci, 48 anni, preside della facoltà di Filosofia Vita-Salute. “I nostri giovani entrano nelle banche, aziende, nei luoghi produttivi di ogni tipo, e nel mondo della comunicazione grazie ai continui incontri in università. Tutte queste controparti hanno pertanto la possibilità di conoscere i nostri filosofi, che non sono ripiegati su se stessi, ma hanno voglia di occuparsi dei problemi urgenti attuali: dalla crisi alla globalizzazione, alla vita politica”. Mordacci cita così l’esempio di un filosofo che è stato assunto in istituto di credito per occuparsi di finanza etica; e il caso poi di una giovane presa da Autogrill per dedicarsi alla responsabilità sociale. “Vale a dire individuare quali sono i servizi e i valori che l’impresa può far ricadere sul territorio investendo una parte dei suoi profitti. Insomma, a raccordare i valori del privato con quelli del sociale”. Si scopre inoltre che l’Università di Padova eccelle in Italia (e non solo) per la facoltà di bioetica, vale a dire l’etica applicata, ed è così seguita dagli operatori sanitari, medici e infermieri, in particolare, che si aggiornano di continuo.

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C’è un’altra considerazione importante a margine della laurea in Filosofia. “Ci tengo a far passare il seguente messaggio” rileva il preside milanese: ”Laurearsi in Italia conviene ancora per trovare lavoro e guadagnare uno stipendio superiore rispetto a chi è solo diplomato”. I dati sono dalla sua parte, senza dubbio, come confermano le rilevazioni dati Ocse (Almalaurea): il 79% dei laureati trova lavoro nel nostro paese contro il 75% dei diplomati e il 58% degli aventi la sola licenza media. E il reddito dei graduate supera di ben il 48 % per quello dei diplomati. E per chi si è laureato in Filosofia negli anni Ottanta o Novanta ci sono possibilità di ricollocarsi? “Secondo me è possibile. Ci sono diversi corsi interessanti e utili, come Filosofia della mente, ad esempio. I laureati in altre facoltà possono sostenere gli esami e integrarli al loro corso passato”.

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Di Alessandro Luongo