Esportazione di veicoli a motore e radiazione

Con il nuovo anno sono cambiate alcune regole relative all’esportazione dei veicoli a motore. Sino a due anni fa, infatti, per radiare un’auto bastava recarsi al PRA o all’ACI, riconsegnando targhe e libretto e pagare l’inevitabile tassa. Veniva così apposto un timbro sul certificato di proprietà attestante la radiazione per esportazione. Questa procedura agevolava l’esportazione verso quei Paesi nei quali vengono richiesti dei documenti dal Consolato, attestanti l’intenzione di trasferire i propri beni, inclusa l’auto.

Molti italiani però radiavano il proprio veicolo solo per non dover più pagare la tassa di possesso, senza però volerlo effettivamente esportare, solo per tenerlo in garage, aspettando tempi migliori o in attesa di poter far riconoscere il mezzo, una volta reimmatricolato, come veicolo d’epoca con tutti i benefici del caso. E così, due anni fa le regole sono cambiate: era possibile radiare il proprio veicolo solo dietro presentazione dei documenti di trasporto, ovvero la bolletta doganale di esportazione e la polizza di carico, attestante l’effettiva partenza della nave sulla quale era caricata l’auto. Dall’inizio di quest’anno, però, la situazione è ulteriormente cambiata. Il PRA o l’ACI, infatti, pensando di migliorare la situazione, hanno deciso di collegarsi al sistema informatico delle dogane e di non procedere con la radiazione del mezzo fino alla conferma sul sito della motorizzazione.

Uno dei più grandi problemi legati proprio a questo nuovo sistema è l’attesa. Infatti spesso, la verifica a carico degli uffici del PRA dell’effettiva esportazione di un veicolo comporta un’attesa di due o tre settimane. La situazione si complica ulteriormente in alcuni Paesi come Argentina, Messico, Ecuador, Perù, ad esempio, dove è necessario presentare il packing list con l’elenco degli oggetti e degli effetti personali caricati sul container utilizzato per il trasloco, inclusi i documenti attestanti la radiazione dell’auto. Il problema sorge per coloro che caricano tutti i propri beni sul container e si ritrovano con una casa completamente vuota. Con le nuove regole entrate in vigore nel nuovo anno, infatti, saranno costretti ad attendere settimane intere prima di ottenere i documenti della radiazione e poter prendere successivamente appuntamento con il proprio Consolato per far vidimare tutta la documentazione.

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