Quasi sempre, quando si inizia a progettare un viaggio, l’obiettivo più o meno nascosto è quello di provare a vivere un’esperienza unica ed originale, anche se la meta è di quelle che più gettonate non si può. Molti provano allora a indirizzare i propri sforzi organizzativi su luoghi particolarmente difficili da raggiungere anche a costo di puntare su aree del pianeta dalle modeste attrattive culturali o naturalistiche, salvo accorgersi che nella stanza accanto dell’unico albergo nel raggio di centinaia di chilometri riposano altri che avevano condiviso il medesimo pensiero, ignari, poveretti, di essere stati raggiunti proprio là e proprio in quel momento.

Il mondo è diventato improvvisamente troppo piccolo per poter coltivare ambizioni così elitarie, anche se si punta la propria attenzione su microsistemi apparentemente fuori da ogni interesse o da ogni direttrice. In attesa allora che qualcuno renda praticabili ed economicamente abbordabili proposte di viaggio al di fuori del nostro mondo sensibile attraverso tour spaziali di varia forma e natura, sarà necessario rassegnarsi a fare in modo che ogni esperienza, anche la più apparentemente banale, diventi in qualche modo unica.

vacanze nel ghiaccio

Oppure provare a vivere sensazioni irripetibili e non più replicabili, come quelle con cui molti ormai riescono a fare i conti semplicemente attrezzandosi e preparandosi adeguatamente. Un modo del tutto efficace per vivere momenti unici, anche se comunque condivisi o condivisibili, è quello di partire in pieno inverno per l’estremo nord là dove imprenditori innovativi e un pizzico visionari hanno iniziato ad offrire l’opportunità di alloggiare in accoglientissimi alberghi di ghiaccio: pareti di ghiaccio, mobili di ghiaccio, poltrone di ghiaccio, persino letti di ghiaccio, su cui riposare ricoperti di confortevoli pelli di animale in grado di preservare da un lato la struttura e dall’altro di garantire temperature adeguate ad una buona dormita.

Negli anni le strutture si sono moltiplicate, così come si sono moltiplicati gli originali elementi di arredo, diventati ormai vere e proprie opere d’arte, al punto che molti degli artigiani autori di tali raffinatezze glaciali sono diventati a quelle latitudini delle vere e proprie star. L’unicità dell’esperienza risiede nell’inesorabilità della natura, che anche da quelle parti ad un certo punto allenta la presa e permette, col trascorrere delle stagioni, di modificare ambienti e punti di vista. Il sole inizia a rimanere alto nel cielo qualche ora in più, l’aria si fa meno pungente e le temperature si alzano di quel che basta per condannare alla distruzione, o meglio alla liquefazione, quelle meraviglie di ghiaccio destinate a rimanere soltanto un ricordo nella mente di quei pochi che hanno avuto la fortuna e l’opportunità di goderne la frequentazione. Ogni estate gli hotel di ghiaccio si trasformano in enormi pozzanghere, letti mobili pareti poltrone e suppellettili compresi.

Uno scialo al limite dell’insopportabile, per alcuni. Una eloquente metafora della condizione umana, per altri, pronti semplicemente a cogliere l’attimo consapevoli che questo non durerà per sempre. Con altri occhi allora si proverà a guardarsi intorno in quei momenti decisamente irripetibili: ecco l’unicità dell’esperienza. Il contesto è condannato a scomparire e a ricomparire sotto altre vesti, luogo unico ma plurimo, suggestione singolare e plurale al tempo stesso. Il vero valore è rappresentato dall’effimero destino a cui è legata la presenza terrena di ciò che artisti ed artigiani sono riusciti a creare manipolando una materia per sua natura destinata a scomparire, a trasformarsi, a evaporare. A dispetto delle ore di lavoro necessarie a realizzare il progetto e della convinzione che l’intervento dell’uomo punti a rendere definitive le sue tracce su questo pianeta. Un master di filosofia più che una vacanza, dunque, indispensabile per poter guardare con occhi nuovi a quello che accade intorno senza cadere nel tranello di credersi fondamentalmente unici. Tornare alla mezza pensione di Lignano Sabbiadoro senza brontolare sarà allora più facile.

Gianluca Ricci