Roberta e Nicola: vivere a Lampedusa

Hanno deciso di cambiare vita, ma senza varcare i confini nazionali. Anche perché, si sono resi conto che, spesso, basta spostarsi all’altro capo della Penisola, per resettarsi. E’ successo a Roberta Fava, di Milano e a suo marito Nicola Marveggio, di Sondrio, 42 anni tutti e due, che hanno deciso di vivere a Lampedusa, da aprile ad ottobre di ogni anno in Sicilia. Per l’esattezza a Lampedusa, una delle isole Pelagie, l’arcipelago situato nel Mar Mediterraneo, tra le coste tunisine e quelle siciliane, appartenenti all’Italia dal punto di vista politico, ma geograficamente africane.

Sull’isola, sconosciuta sino all’86, quando si diffonde la notizia che una motovedetta libica, su ordine del colonnello Gheddafi avrebbe lanciato due missili Sud verso l’installazione radio americana Loran, i due hanno fatto un investimento importante. Un’ operazione che ha permesso loro di cambiare anche lavoro.

In passato infatti i coniugi Marveggio erano nel commercio. Da qualche anno si sono buttati nell’attività ricettiva. A Lampedusa hanno comprato e ristrutturato una costruzione, inserita in un progetto immobiliare di trent’ anni fa, che condividono con amanti del mare e con chi vuole assaporare ritmi lenti, scanditi solo dalla natura.

Vivere a Lampedusa

Si tratta dell’Hotel La Calandra Lampedusa, (www.lacalandra.net)  dove, con i loro figli, i Marveggio trascorrono i mesi più caldi, abbandonando il caos di Sondrio, dove mantengono la residenza.

“Fino ad ora-spiega Roberta – non abbiamo mai pensato di lasciare la Lombardia, anche se adoriamo la Sicilia, che abbiamo conosciuto tanto tempo fa nel corso di una vacanza. I nostri bambini a Sondrio frequentano la scuola e sarebbe problematico trasferirsi anche in inverno. Ma non escludiamo l’ipotesi di vivere qui, in un futuro remoto. A Lampedusa abbiamo imparato a gustare la vita e a godere di una natura ancora vergine. Il territorio è brullo, la vegetazione scarsa, e il silenzio, quasi assoluto, è interrotto solo dallo sporadico chiacchiericcio dei pescatori.  Niente stress, niente corse. Qui si vive di poco, ma sempre a contatto con la gente del posto. Gente semplice, che si alza la mattina presto e la sera si accontenta di una pizza con gli amici”.

Sì, a Lampedusa, c’è anche vita notturna. Discoteche e locali all’aperto, ma il divertimento che viene assicurato non è mai sfrenato.  “Perché- aggiunge- viene qui solo chi vuole riposarsi, e soprattutto, chi ama il mare”. E il mare è davvero cristallino e fa da sfondo ad un paesaggio lunare, in cui a predominare è il bianco delle costruzioni in pietra. L’isola, cinquemila abitanti in tutto, dove le temperature in inverno non scendono mai al di sotto dei dieci gradi e in estate non superano i trentacinque, ma sempre alleggeriti dalla brezza marina, è davvero suggestiva.  Sul  trentacinquesimo parallelo, è persa nel blu del Mediterraneo. Lì nidificano le tartarughe e le spiagge, per niente affollate, sono molto ampie.

Vivere a Lampedusa

Ma dove si trova di preciso l’ Hotel? E’ inserito nel paesaggio, reso affascinante dalla particolare architettura in pietra. Il resort si trova a picco sulla scogliera di Cala Creta, sospeso tra roccia, mare turchese e silenzio africano. Un giardino di piante grasse circonda i piccoli dammusi aperti sul mare. L’atmosfera, la tranquillità, l’ospitalità attenta e familiare, accompagnati dalla suggestiva posizione, creano il luogo ideale per una vacanza all’insegna del relax e del benessere. Un confortevole caicco in mogano, ad uso esclusivo degli ospiti, condotto da pescatori lampedusani, assicura agli ospiti tragitti in mare, tra cale, insenature e grotte. Il silenzio è interrotto solo dalle onde del mare e dai gabbiani. I colori sono quelli nord-africani, le tonalità degradano dall’ocra al bianco candido, dal turchese all’azzurro intenso del mare. L’intensità dei raggi solari si fa più aspra, per questo negli anni addietro è stato edificato un piccolo borgo protetto da muri in pietra viva spaccata a mano. La frescura delle cupole trattate a calce bianca e lo schiudersi di macchie fiorite, rendono la struttura suggestiva. Il pranzo si consuma a bordo in base al pescato del giorno. Le giornate si trascorrono tra tuffi e nuotate in mare aperto e al rientro si possono godere gli ultimi raggi di sole sulla terrazza o accedere direttamente alla cala sottostante per un ultimo bagno. La cena, consumata nei numerosi ristoranti dell’isola, è anticipata da ghiottonerie locali e vini selezionati, proposti durante l’aperitivo sulla terrazza panoramica.

Vivere a Lampedusa

Il buio della notte è intercalato soltanto dal chiarore della luna, dalle stelle e dal fascio di luce del faro di fronte alla baia. Tutti sono i benvenuti, ma specialmente gli amanti della tranquillità, della barca e del buon pesce.

“Qui -afferma Roberta- abbiamo imparato davvero ad assaporare la vita. Niente stress. La mattina ci si sveglia facendo colazione, immersi nella natura. Nell’aria l’odore del mare. E delle specialità siciliane. Poi, pace. Tanta pace”. In Hotel, infatti, la clientela è limitata e solo adulta. Non vediamo l’ora che arrivi la primavera per lasciare un capo dell’Italia e prendere un altro. Quello che ci regala la libertà”.

A cura della Redazione di Voglio Vivere Così