Vivere nella Polinesia Francese

Polinesia Francese. Daniele e Cristina Ronchiato (polinesia) ci riprovano.  Forte è il desiderio di ritrovare i ritmi slow,  le sabbie rosate, il mare blu cobalto, verde smeraldo e bianco candido, l’odore  di thiaré e vaniglia della terra che stregò anche Gauguin.  In realtà i due, marito e moglie, 37 e 40 anni, veneti, in Polinesia sono stati qualche anno fa. Ma la loro prima esperienza non è stata molto felice. Tanto che poi sono tornati in Italia.  Stavano bene, ma lì, se dopo  tre mesi non hai ottenuto la residenza, sei considerato un fuorilegge.

“Quando siamo partiti per la Polinesia –  racconta Cristina – non eravamo nel Belpaese, ma a Barcellona da più di un anno e mezzo e lavoravamo come broker in Borsa via internet. Abbiamo lasciato sia l’Italia che la Spagna, perché volevamo il mare e la gente vera, uno stile di vita diverso, più a misura d’uomo. Siamo arrivati a Tahiti a gennaio di dieci anni fa”.

Da quando sono tornati in Italia i due hanno cambiato tante volte residenza e scelto regioni diverse.  Sono stati per due anni a Malaga, in Spagna. E ora risiedono ad Eraclea, in provincia di Venezia. Ma stanno per traslocare di nuovo. E questa volta per sempre. Almeno, cosi sperano. Destinazione: Polinesia.

Ma cos’ha di magico questa terra, dipendente dalla Francia e situata nell’ Oceano Pacifico? E soprattutto, cosa rende particolare l’isola di Tahaa? “Il paesaggio- risponde Daniele- Quest’isola dalle cime tondeggianti e dalle coste frastagliate, conosciuta come l’isola di vaniglia per le sue numerose coltivazioni, ha la forma di un trifoglio ed è il paradiso dei sub e degli amanti della vela. Secondo la leggenda, è stata staccata da Raiatea ad opera di un’anguilla sacra, posseduta dallo spirito di una principessa. La laguna dalle sfumature di zaffiro e smeraldo, paradiso dell’immersione e della vela, è collegata all’oceano da due ampi passaggi, dove non è raro vedere delfini blu. Oltre alla natura vergine, ciò che colpisce, soprattutto a Tahaa, e’ il profumo di Thiare’ e vaniglia, che gli abitanti fanno seccare all’aria. Un odore che ti inebria e addolcisce ogni momento della giornata. Per strada, galli e  gruppi di cani vivono per conto loro”.

polinesia francese

“Spesso- gli fa eco la moglie- nel nostro giardino venivano galline che, prima covavano le uova e poi con i pulcini vagavano vicino casa. E ancora, gatti. Con i galli è una guerra continua di notte. Perché se non li cacci, vengono sotto la tua finestra e cominciano a cantare dalle due fino alle cinque della mattina. Questi animali non sono di nessuno. E’ affascinante vederli e conviverci”.

Ma è il mare. dalle infinite sfumature, che regala ritmi di vita gradevoli e incide molto sulla vita degli abitanti. Esempi? “Ogni  casa- spiegano-  vicino alla riva,  ha il suo angoletto di spiaggia. Gli spostamenti sulle isole più piccole, come la nostra, avvengono tutti  via mare. Solo i turisti prendono l’aereo. Si usano tanti tipi di barca. La canoa per la famiglia, quelle medio -piccole per trasportare persone da un’ isola all’altra. E poi la barca mercantile, le navi da crociera. La vita metropolitana di Papeete, la capitale della Polinesia francese, che si trova sull’isola di Tahiti, si svolge intorno al porto, dove di continuo arrivano e partono navi mercantili.  Per le strade, poi, gli abitanti vendono filetti di tonno, che pescano con la propria barca e puliscono in tua presenza. Il mare qui è la vita”.

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E i polinesiani? Secondo Daniele e Cristina “sono un insieme di contraddizioni affascinanti. Timidi, a volte diventano spregiudicati. Soprattutto, quando vogliono conoscerti, perché magari ti hanno visto passare vicino la loro casa più volte. In poco tempo diventi familiare. Ci vuole una gran dose di umiltà, però, se vuoi conquistare la loro simpatia. Nelle isole poco frequentate da turisti, può capitare che gli abitanti, vedendo un bianco, urlino parole poco piacevoli e in una lingua incomprensibile. Quindi non in francese. Mettendoti a disagio. Altre volte, ridono in faccia o mentre ti guardano, confabulano fra loro. Noi siamo i ‘popa’. Nel tempo, però, te li puoi fare amici. Questo l’abbiamo sperimentato. Dopo alcuni mesi, ci hanno invitato a casa loro, ci hanno portato sulla loro barca, al loro motu’ (isola sabbiosa), dove ci hanno preparato il pranzo. Tutto gratis. E solo perché volevano la nostra compagnia”.

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Per il resto,  la vita e’ molto semplice e il ritmo decisamente lento. Fa eccezione Papeete.

“Il clima- aggiungono-  e’ meraviglioso. Noi siamo arrivati nel periodo caldo e umido, e stavamo benissimo. Siamo rimasti a Tahiti un mese, dopodiché ci siamo trasferiti a Tahaa, che si trova nel gruppo delle isole Sottovento, di fronte all’isola più grande, Raiatea. Siamo stati per due mesi. L’isola é piuttosto piccola e molto selvaggia, con tantissima vegetazione. Fiori esotici, specialmente ibiscus, da tutte le parti, la strada principale e’ lungo la riva e ti offre scorci fantastici, palafitte, dove si coltivano le perle scure. Lì puoi assistere a tramonti mozzafiato e vedere acque turchesi, isolotti in mezzo al mare, gabbiani, anche neri.  Perfino i delfini”.

A Tahaa c’è poco: una farmacia, due distributori di benzina, alcuni micronegozi molto forniti. Niente bar, ristoranti, a parte i villaggi turistici, che sono sugli atolli, qualche pensione tahitiana e francese, scuole e un ufficio, sede del Municipio e delle Poste. “Se vuoi vedere qualcosa di straordinario- consigliano- devi metterti maschera e pinne e immergerti in mare”.

Le attività principali per gli isolani sono la produzione di vaniglia e la coltivazione di perle nere. E poi il turismo.

Foto Polinesia polinesia francese

Molta importanza, in genere, per i polinesiani, ha la musica. Ma, soprattutto, la danza, che fa parte della loro cultura. E’ come il merengue per i dominicani. Le ragazze improvvisano balli  sulla spiaggia, in pareo. Quanto alle tradizioni, sembra che originale sia il modo con cui gli abitanti dicono addio. Lo fanno  tra regali, fiori, parei, vaniglia. E questo perché i polinesiani sono molto generosi.

Anche la cucina è buona.  “I loro piatti- dicono- sono sempre accompagnati  da riso bianco o pane. E sono a base di pesce fritto o crudo. In quest’ultimo caso immancabile è il succo di limone o di cocco. La carne è preparata con cipolle e succo di cocco. E’ grassa, ma squisita”.

polinesia francese

La lingua ufficiale e’ il francese, ma quella parlata e’ il tahitiano. Sono tutti religiosi. Ci sono molte confessioni. A predicare nelle case, ci sono Testimoni di Geova e Avventisti.

I collegamenti con l’Italia sono quelli attraverso Parigi. Non mancano i voli per Los Angeles.

Allora, nessun aspetto negativo? “La Polinesia – replica Cristina – e’ molto cara. Ci si sente isolati, senza la propria famiglia. Lo straniero non trova facilmente lavoro, a meno che non avvii un’attività propria. E poi, ci sono i galli che cantano sotto la tua finestra e gli scarafaggi grossi, volanti, da infarto. Nonostante questo, la Polinesia non ha paragoni. E’ l’unica che ha saziato il nostro desiderio di spiaggia e mare incontaminato. Per questo ci ritorniamo. E con uno spirito diverso”.

A cura di Cinzia Ficco