Crescere un figlio all’estero

Decidere di trasferirsi è sempre una scelta difficile. Tanti i dubbi e le incertezze di lasciare la propria casa, la propria famiglia, gli amici e il lavoro per andare incontro al sogno di rifarsi una vita in un altro Paese. Una scelta che può diventare ancora più tormentata se si è una madre. I miei figli potranno contare su un sistema di istruzione efficiente? Riuscirò a garantirgli cure mediche, una qualità della vita e dei servizi ottimali? Ci sarà il congedo parentale e una legge sulla maternità? A queste e ad altre domande risponde l’e-book ”Mamme con la valigia”, rivolto alle famiglie italiane che vogliono trasferirsi all’estero. Una raccolta composta da tre volumi e realizzata da Aurora Procopio con il portale Madre in Italy. Il primo volume raccoglie informazioni riguardanti 3 Paesi esteri: Irlanda, Inghilterra e Scozia. Il secondo comprende i Paesi Scandinavi: Danimarca, Svezia e Finlandia. E infine il terzo e ultimo contiene indicazioni relative a: Belgio, Germania, Olanda e Svizzera.

La raccolta è una guida scrupolosa e utile che aiuta tante famiglie a muoversi al meglio all’interno di ognuno di questi Paesi e scoprire informazioni relative al sistema scolastico, sanitario, ai servizi e sussidi disponibili. Inoltre l’e-book presenta numerosi link attraverso i quali è possibile iniziare la ricerca del dottore, dell’ospedale, della scuola, e di tutti i servizi necessari. Ogni Paese estero viene poi raccontato attraverso gli occhi di una mamma italiana che grazie alla sua esperienza diretta, fornisce un quadro più completo della vita socio-economica della nazione in cui vive. Insomma se anche voi avete figli e state pensando di trasferirvi in uno di questi Stati, “Mamme con la valigia” è il libro che fa al caso vostro.

Abbiamo contattato l’autrice e l’ideatrice della raccolta. Una mamma con la valigia lei stessa. Laureata in Marketing e Comunicazione, prima di trasferirsi Aurora offriva assistenza domiciliare alle famiglie di bambini colpiti da lesioni celebrali mentre durante il weekend lavorava in un pub come cameriera. Partita otto anni fa da Roma alla volta di Dublino, nella capitale irlandese è diventata mamma della splendida Asia di 7 anni. La sua versione mini, ma moltiplicata per cento, mille, centomila, come Aurora racconta sul suo blog personale The world according to me. «Una bambina intelligente, solare e chiacchierona – ci dice -. In ogni discussione è lei ad avere sempre l’ultima parola».

mamme con la valigia

Aurora, parlaci di “Mamme con la valigia”, il volume dedicato a tutte le madri e alle famiglie che, come te, a un certo punto decidono di mollare tutto e trasferirsi. Come è nata l’idea e la collaborazione con il portale Madre in Italy?

«La guida è stata realizzata con lo scopo di aiutare le famiglie italiane che vogliono trasferirsi all’estero. Si tratta di una raccolta che comprende 3 volumi. Attualmente solo il primo è disponibile online per l’acquisto. La collaborazione con Madre in Italy nasce circa un anno fa. Oltre a essere una piattaforma ricca di informazioni, guide e strumenti utili per gli italiani intenti a muovere i primi passi all’estero, il portale raccoglie testimonianze di chi già vive o sta facendo un’esperienza fuori dall’Italia. Anche io decisi di condividere la mia e raccontare la mia storia di mamma expat. Da qui è poi nata l’idea di realizzare una guida utile che fornisse ad altre mamme, quindi ad altre famiglie intenzionate a partire, uno strumento valido che avrebbe reso, sulla base del contenuto, il trasferimento nel nuovo Paese più semplice e senza troppe sorprese. Questo è proprio l’obiettivo di “Mamme con la valigia”: è entusiasmante immaginare un’avventura, ma è indispensabile sapere cosa ci aspetta».

Quali informazioni si possono trovare all’interno della guida?

«Sulla base della mia esperienza personale, ho cercato di rispondere a semplici quesiti che un genitore si pone in merito all’educazione, salute e crescita del proprio figlio. All’interno si trovano informazioni pratiche relative agli aspetti della scuola, del sistema sanitario, dei servizi e sussidi disponibili in 10 differenti Paesi esteri. Grazie ai link che riportano a siti esterni è possibile iniziare la ricerca della scuola, del medico e scegliere l’ospedale più adatto alle proprie esigenze. Oltre a queste indicazioni, si trova una sezione dedicata alle donne che decidono di partorire nel Paese estero. La sezione fornisce un quadro completo su: corsi preparto, analisi da effettuare prima e dopo il parto, congedo di maternità e pagamento, registrazione della nascita e vaccini».

Insomma una sorta di vademecum, di mappa virtuale per aiutare le famiglie a muovere i primi passi nel nuovo Paese ma anche per valutarne i pro e i contro?

«Proprio così. “Mamme con la valigia” oltre a essere una risorsa valida e utile per le famiglie che intendono trasferirsi nel nuovo Paese presenta, alla fine di ogni capitolo, un’intervista rivolta a una mamma italiana che ha già mosso i suoi passi all’estero. Le esperienze dirette e personali di queste mamme fanno emergere ulteriori informazioni e offrono al lettore la possibilità di avere un quadro più completo e di chiarire alcuni punti legati agli aspetti affrontati nella guida».

Quali sono a tuo avviso i Paesi migliori per una donna e una madre, e perché?

«Sulla base di quello che ho appreso durante la mia ricerca per realizzare la guida, i Paesi Scandinavi sono a mio parere i posti migliori per una madre, e dunque per crescere un figlio. In particolare, la Danimarca dove si ha la possibilità di avere un orario di lavoro più flessibile che permette di passare più tempo in famiglia. Non a caso le statistiche hanno fatto emergere negli anni diversi aspetti positivi legati al sistema socio-economico del Paese che contribuiscono a definire le famiglie danesi tra le più felici in Europa. Anche la Finlandia è una nazione molto attenta alle esigenze delle mamme e dei bambini. Gode infatti di un ottimo modello di società, basato sull’uguaglianza e su un livello di welfare state che non prevede differenze nella distribuzione della ricchezza o nella divisione di classi. Pensiamo ad esempio al pacco bebè che contiene accessori utili alla crescita: tutte le mamme lo ricevono alla nascita del bimbo indipendentemente dal proprio reddito. Ora, sicuramente la Finlandia sarà il Paese migliore per una mamma, ma poi con quel freddo in quanti sarebbero davvero pronti a trasferirsi e far crescere lì il proprio bimbo? Io me lo domando sempre».

Anche tu sei una “mamma con la valigia”, lo sei diventata a Dublino. Quanto è difficile per una donna vivere in un Paese che non è il suo?

«Se ci riferiamo al genere non credo che una donna abbia meno o più difficoltà rispetto a un uomo. Le difficoltà esistono in ogni dove e per tutti. Certo all’estero le difficoltà hanno forme diverse se prendiamo in considerazione fattori quali la lingua, inserirsi nella cultura e nella comunità ospitante. Da genitore all’estero posso dire che la grande problematicità sta nel non poter contare sulla propria famiglia e dunque per necessità si ricorre all’aiuto di amici e talvolta anche di estranei. Mi riferisco alle babysitter e childminder che vengono assunte perché un genitore che lavora purtroppo non ha altra scelta».

Perché a un certo punto hai deciso di mollare la tua vita in Italia e volare in Irlanda? Che cosa non ti piaceva più del nostro Paese?

«La curiosità, senza dubbio. Non credo ci fosse qualcosa in particolare che non mi piacesse all’epoca, avevo solo voglia di andare via, entrare in contatto con una cultura diversa e cominciare una vita da un’altra parte. Avevo già fatto un’esperienza all’estero anni prima quando partii per Barcellona, in Spagna, dove trovai lavoro per la stagione estiva. In quegli anni stavo per terminare il mio percorso di studi, mi mancava qualche esame e la tesi, ma mi ero ripromessa che sarei ripartita una volta laureata. E così, dopo la laurea e dopo aver racimolato un po’ di soldini per la partenza, sono andata via con lo stesso spirito ma con in mente un’altra destinazione: l’Irlanda».

Mamme con la valigia ebook

Quali sono state le difficoltà iniziali che hai dovuto affrontare?

«Sicuramente una delle difficoltà maggiori è stata la lingua. Ho odiato l’inglese sin dalla scuola e ho sempre vissuto questa lingua come un forte limite. Poi impararla è diventata una sorta di sfida personale. Negli anni, a Dublino, oltre a lavorare ho continuato a studiare, quindi mano a mano il livello di comprensione e comunicazione della lingua inglese si è progressivamente alzato. Oggi le difficoltà si sono sicuramente ridotte. Anche se, a dirla tutta, ogni tanto faccio ancora fatica a comprendere i dublinesi con il loro accento: per fortuna che c’è mia figlia che mi aiuta con le traduzioni!».

I pregi e di difetti di Dublino?

«Dublino è una città giovanile, viva e allegra. Gli irlandesi sono persone deliziose e davvero accoglienti. Riescono a metterti a tuo agio e ti fanno sentire proprio come a casa. La capitale offre molti angoli da scoprire e tante storie folkloristiche da conoscere: è una continua sorpresa. Negli ultimi anni i prezzi degli affitti sono aumentati e la ricerca della casa è un’odissea per tutti. Ritengo che il problema degli affitti nel tempo spingerà molte persone ad allontanarsi e cercare altre destinazioni. Sicuramente a oggi questo è il più grande difetto che caratterizza la città».

Da madre come si vive a Dublino, quali sono i servizi e che tipo di sistema scolastico, sanitario si trova qui?

«Essere una madre a Dublino significa avere la possibilità di conoscere tante altre mamme giovani della tua stessa età. Qui la cosa che mi ha colpito sin dall’inizio è stato conoscere ragazze, a volte anche più giovani di me, cercare di mettere su famiglia. Per quanto riguarda il sistema scolastico è sotto alcuni aspetti diverso da quello italiano, tuttavia l’obbligo scolastico in Irlanda dura 10 anni esattamente come in Italia. Il primo ciclo scolastico, che corrisponde a quella che viene chiamata Primary school, va dai 4 ai 12 anni. I primi due anni (dai 4 ai 6) non sono obbligatori, ma la maggior parte delle famiglie irlandesi sceglie di far iniziare la scuola al bambino all’età di 4 anni. Il ciclo successivo ovvero la scuola secondaria, ha una durata di 6 anni ed è suddivisa in due cicli: Junior Cycle che va dai 12 ai 15 anni e Senior Cycle che va dai 15 ai 18 anni. In molte scuole, soprattutto quelle di stampo religioso è obbligatorio indossare la divisa. Per quanto riguarda il sistema sanitario si divide tra pubblico e privato. In Irlanda l’assistenza sanitaria pubblica è prevista solo per i disoccupati e per chi percepisce un sussidio (social welfare), oppure per coloro che pur avendo un impiego non percepiscono un reddito sopra una certa soglia. Per chi è alla ricerca di approfondimenti sui servizi offerti, sul sistema scolastico e sanitario, nella guida ”Mamme con la valigia” ci sono utili informazioni al riguardo».

Hai notato differenze con l’Italia?

«Essendo diventata mamma a Dublino non sono in grado di poter fare grossi paragoni con i servizi che vengono offerti in Italia.Tuttavia in Irlanda il social welfare provvede a tutelare le persone meno abbienti e a sostenere le mamme con difficoltà finanziarie, cosa che in Italia invece non succede. Per altre cose devo dire che qua esiste un atteggiamento nelle famiglie che spinge i bambini a stare fuori all’aria aperta anche durante le giornate fredde, mentre in Italia c’è la tendenza a portare tutta la famiglia al centro commerciale e a coprire i bimbi con strati e strati di vestiti. Questo è un piccolo particolare che ho notato non solo in Irlanda ma anche in altri Paesi nordici che ho visitato negli anni».

Raccontaci una tua giornata tipo.

«Prendo una giornata tipica in cui Asia non va a scuola: il sabato, quando facciamo gite o passeggiate, a seconda delle condizioni climatiche. La mattina a Temple Bar c’è il mercatino del cibo dove si trovano specialità locali oltre che le verdure organiche. A pranzo di solito torniamo a casa, Asia legge un libro oppure gioca mentre io scrivo o mi organizzo il lavoro per la settimana entrante. Il pomeriggio, sempre se il tempo lo concede, andiamo al parco, si va al cinema, oppure incontriamo qualche amica per un tea pomeridiano o una birra in un pub caratteristico».

Che consigli daresti a chi come te, madre e non, decide di trasferirsi in Irlanda?

«Alle madri che come me decidono di trasferirsi direi di stringere amicizia con le altre mamme della scuola. È il modo più diretto e semplice per entrare subito in contatto con la cultura, permettendo inoltre di migliorare la lingua. Inoltre le realtà culturali che si incontrano nel contesto scolastico a Dublino sono diverse e questo permette di ampliare non solo le amicizie, ma anche il proprio bagaglio personale. Alle neomamme consiglio invece di frequentare i playgroups dove si ha la possibilità di incontrare e fare amicizia con altre mamme con bambini della stessa età. È così che ho conosciuto una delle mie più care amiche irlandesi con la quale ho stretto una bella amicizia e che permette anche alle nostre bimbe di trascorrere del tempo insieme e giocare. L’Irlanda è un Paese aperto, civile e rispettoso nei confronti delle donne. Nel contesto lavorativo esistono figure manageriali femminili che sono pari a quelle maschili. Se si hanno le capacità, la tenacia e una discreta ambizione, l’ Irlanda offre alle donne opportunità di crescere e fare carriera.

Cosa speri per tua figlia e per te in futuro? Pensi di ritornare in Italia?

«Spero che entrambe continueremo a condurre una vita semplice e tranquilla contornata da affetti e da persone che ci vogliono bene. A mia figlia in particolare auguro di inseguire sempre i propri sogni in qualsiasi parte del mondo lei deciderà di andare. Spero riesca a realizzarsi e ad essere soddisfatta delle sue scelte personali. Auguro lo stesso a me, il mio sogno è quello di iniziare un master e chissà che non riesca a realizzarlo. Per il momento tornare in Italia non è proprio nei miei piani, ma come dicevo prima la vita ci riserva sempre sorprese e ho imparato che tutto potrebbe cambiare in un semplice battito di mani».

Se anche voi state pensando a un trasferimento e siete alla ricerca di informazioni utili per la vostra famiglia questa è la pagina dove è possibile acquistare le guide http://madreinitaly.info/mamme-con-la-valigia-guida-per-trasferirsi-estero/. Attualmente è disponibile solo la prima.

Se invece volete contattare l’autrice questo è il suo blog: https://theworldaccordingtome.org/.

Di Enza Petruzziello