Case di riposo all’estero

Abbiamo più volte parlato di come il Portogallo sia uno dei paesi ideali per andare a trascorrere gli anni della pensione.

Clima mite tutto l’anno, qualità della vita elevata e costi contenuti lo rendono un vero paradiso per molti anziani. Ma cosa succede quando con l’avanzare dell’età si ha bisogno di strutture adeguate ad ospitarli?

Raccogliendo un invito da parte di un nostro lettore, che ci ha chiesto cosa succede ai nostri pensionati nel momento in cui necessitano di assistenza, abbiamo deciso di affrontare l’argomento e capire cosa bisogna fare per chi è in cerca non di un albergo ma di una casa di riposo.

E di quale tipo di trattamento possono trovare coloro che da anni vivono nei tanti paesi stranieri quando desiderano poter vivere da soli senza dover pulire casa, cucinare ma allo stesso tempo contare sempre su cure mediche. Insomma una sistemazione che comprenda tutto.

Oggi, infatti, i servizi per anziani si sono molto evoluti. La casa di riposo non è più solo una struttura dove lasciare i parenti, ma è ben diversa e molto più variegata.

Certo, nella maggior parte dei casi gli anziani che decidono di andare a vivere all’estero sono autosufficienti e non si preoccupano quindi di avventurarsi in una nuova vita durante la terza età, oppure persone abbastanza in salute da non pensare di aver bisogno del supporto dei propri parenti. Con il passare degli anni, però, capita che si abbia la necessità di stare in luoghi in cui ricevere conforto e assistenza a 360 gradi.

Andare a vivere in una casa di riposo all’estero in molti casi significa per un anziano poter avere maggiore leva finanziaria rispetto all’Italia e potersi quindi permettere una vita che in Italia non sarebbe possibile. In molti paesi, infatti, i costi sono più contenuti anche per questo tipo di strutture.

In quelli dell’Unione Europea il cittadino italiano è ammesso a fruire dell’assistenza sanitaria negli stessi termini e con le stesse modalità previste per i cittadini nazionali. Se il cittadino italiano è residente, esso è iscritto agli organismi di protezione sociale del paese ospitante. Potete trovare tutte le informazioni sul sito del Ministero della Salute.

In Portogallo, dove secondo le ultime stime sarebbero 60 mila i pensionati italiani, esiste una struttura che si colloca in qualche modo tra un hotel e una clinica, e cerca di comprendere e reinterpretare la combinazione di spazi sociali e privati, rispondendo alle esigenze di vita sociale e, allo stesso tempo, solitaria.

È la Casa di riposo per anziani ad Alcácer do Sal piccolo comune situato nel distretto di Setúbal lungo la sponda destra del fiume Sado. Ognuno qui ha il suo appartamento, unità indipendenti aggregate in un corpo unico, che rafforzano l’individualità dei residenti i quali non essendo omologati in un unico insieme clinico, conservano la loro privacy e vedono tutelata la loro scelta di solitudine.

Non solo Portogallo. Ma anche Canarie e altri posti caldi, come quelli del Sud America, sono da sempre tra le mete preferite dei nostri “nonni”.

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Ma anche paesi vicino casa, come ad esempio la Svizzera. A Zurigo e Berna, dove la comunità di nostri connazionali è molto ampia, esistono già da tempo case riposo dedicate esclusivamente agli immigrati italiani, nelle quali possono cucinare insieme ed essere assistiti da personale che parla la lingua italiana. Gruppi di 10-12 anziani condividono cibo, spazi comuni, partite a carte e ricordi di una vita passata lontano dal proprio paese d’origine.

Un modo del tutto nuovo, per scoprire il mondo e anche le strutture che potenzialmente potrebbero un domani ospitarci, viene dalla Slovenia. Si chiama LinkedAge ed è una piattaforma web che consente alle persone anziane che risiedono in case di riposo di scambiarsi l’alloggio con coetanei provenienti da altre destinazioni, o affittare delle camere a prezzo ridotto in queste comunità che hanno delle camere a disposizione, ricevendo assistenza medica, aiuto e dieta alimentare.

Attraverso la modalità di scambio, proprio come avviene per una casa, due persone anziane possono permettersi di godersi una vacanza in un altro paese europeo, pagando semplicemente il costo del viaggio e una piccola quota di amministrazione, e ritrovando nel luogo di destinazione una sistemazione con le stesse caratteristiche di quello in cui vive quotidianamente.

LinkedAge, offre sostegno agli utenti grazie all’ausilio di un amministratore che, sulla base delle preferenze delle persone anziane, fornisce le indicazioni per un alloggio turistico adeguato, facendo incontrare in questo modo domanda e offerta.

Il suo funzionamento è molto semplice: nella homepage c’è un motore di ricerca che permette di scegliere la combinazione di opzioni più consona alle proprie esigenze. È possibile, infatti, selezionare il paese, il tipo di camera, il periodo, così come visualizzare le caratteristiche e i servizi offerti da ogni singola struttura ricettiva: si va dalle diete personalizzate ai servizi infermieristici speciali per i disabili, dalle più svariate attività ricreative alla possibilità di essere accompagnati a messa o svolgere comunque attività legate al proprio credo religioso.

Quando un utente avvia una ricerca sul motore, le sue preferenze relative al tipo di assistenza e di servizio vengono incrociate con quelle degli altri utenti che godono delle stesse condizioni nel paese in cui si sta cercando sistemazione. Insomma, la perfetta corrispondenza tra le necessità consente di trovare la sistemazione ideale e far partire lo scambio. Spazi comuni, giardini, servizi di trasporto da e per gli aeroporti, sono solo alcune delle numerose opportunità messe a disposizione della classe over 65.

Oltre a questo, la rete Linkedage offre la possibilità agli anziani, che siano o no residenti in comunità alloggio o residenze assistite, di poter affittare delle stanze più economiche rispetto a quanto pagherebbero per soggiornare presso un hotel, con il vantaggio di poter dimorare in un luogo adatto alle proprie necessità specifiche.

L’idea nasce da uno studio dell’OCSE che mostra che il 35% della capacità case di riposo è inutilizzata e che il 40% della popolazione europea sarà di età superiore a 65 entro il 2060. Attualmente, circa 100 strutture hanno aderito all’iniziativa, di cui gran parte situate in Europa e alcune in Indonesia, Messico, Argentina.

Un modo dunque assolutamente innovativo con cui gli anziani possono rendersi conto di cosa vuol dire vivere in un’altra realtà all’interno di comunità alloggio, cosa serve per trasferirsi e, perché no, cambiare vita anche a 80 anni.

Di Enza Petruzziello