Le conseguenze della Brexit

 

Brexit, un termine ormai sulla bocca di tutti, che indica l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sancita dal referendum del 23 giugno con la vittoria del “Leave”. Un risultato che ha portato grande confusione, timori e poche certezze sul futuro dell’Inghilterra. Francesco Di Rosario che vive a Londra, e fa parte di “Benvenuto a Bordo”, comunità che aiuta i giovani e le famiglie italiane ad affrontare con maggiore consapevolezza il proprio trasferimento a Londra fornendo servizi in modo del tutto gratuito, ha potuto registrare alcuni dati significativi: “Dopo il referendum sulla Brexit, la frase più digitata su Google è stata Cosa è l’Unione Europea o Quali sono gli Stati aderenti all’Unione Europea, e allo stato attuale, tanti sono coloro che rimpiangono di aver votato a favore dell’uscita dall’UE. Un voto che non ha avuto alcuna valenza politica, quanto piuttosto una valenza sociale e che ha registrato profonde differenze tra le diverse parti del Regno Unito. Infatti, la Scozia e l’Irlanda del Nord, ad esempio, hanno messo una x su “Remain”, mentre alcune grandi città industriali hanno tracciato una x su “Leave”, si tratta di città fantasma che fino a 30 anni fa, rappresentavano il motore del Paese.

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Inoltre, la maggior parte delle persone con un’età superiore ai 65 anni ha votato a favore dell’uscita dall’Unione Europea, al contrario, i più giovani hanno votato per rimanere. Al momento, in Gran Bretagna stanno nascendo una serie di petizioni come quella che chiede di trasformare Londra in uno Stato a parte, affinchè possa rimanere nell’UE. Londra, infatti, è una realtà piena di cittadini provenienti dall’intera Europa ed è un luogo in cui l’integrazione è avvenuta in maniera perfetta.

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Infatti qui gli immigrati presenti sono tutti grandi lavoratori e non delinquono. Tutto questo per sottolineare come il risultato del referendum sia stato frutto di una cattiva informazione e di una scarsa conoscenza dell’argomento. Proprio alla luce di questo, è stata redatta un’altra petizione che in poche ore ha raggiunto già 1.780.00 mila firme alle ore 17.40 di oggi 25 giugno (qui l’aggiornamento in tempo reale: petizione), con la quale si richiede di ripetere il referendum, poiché si tratta di una decisione molto importante, che in virtù di questo richiede una percentuale minima del 60% o in una direzione o nell’altra. Ed ora per legge deve avere una risposta dal Parlamento”.

Ma quale sarà da ora in poi il futuro dei nostri connazionali che risiedono in Gran Bretagna? “Non si sa ancora cosa potrà accadere agli italiani che risiedono in Inghilterra. Di certo coloro che intendono trasferirsi a Londra o in un qualche altra città inglese per imparare meglio la lingua o per un’esperienza di lavoro, potranno avere più di un problema in futuro, così come potranno esserci problemi a livello contributivo per chi ha lavorato qui in Inghilterra; e anche in campo sanitario è probabile che ci si troverà costretti a sottoscrivere un’assicurazione privata, poichè non si potrà più usufruire del servizio sanitario. Ovviamente, al momento, non è ancora possibile delineare un quadro preciso di quello che potrà accadere, ma il timore che possano sorgere problemi ed ostacoli è molto forte”.

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Questo risultato quindi, inciderà notevolmente sul flusso migratorio rappresentato dai tanti giovani italiani che vedono nell’Inghilterra un Paese ricco di opportunità: “Purtroppo dall’esterno si pensa che in Inghilterra tutte le città siano come Londra, ma chi ci vive come me conosce una realtà difficile, riscontrata in diverse cittadine inglesi, dove dilaga la disoccupazione, dove la sera uscire diventa difficile a causa della delinquenza. Chi proviene come me dal sud Italia, tende a lamentarsi della propria terra, ma vi assicuro che qui in certi posti è molto peggio”.

Nicole Cascione